Heinz Jost

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Heinz Jost
Heinz Jost
NascitaBad Hersfeld, 9 luglio 1904
MorteBensheim, 12 novembre 1964
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Germania (bandiera) Germania
Forza armataGermania (bandiera) Polizia di Worms
Schutzstaffel
SpecialitàRSHA
UnitàSicherheitsdienst
Anni di servizio1930-1945
GradoTenente colonnello
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneFronte orientale
Comandante diPolizia di Worms
Einsatzgruppe A
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Heinz Jost (Bad Hersfeld, 9 luglio 1904Bensheim, 12 novembre 1964) è stato un poliziotto tedesco delle SS. Fu coinvolto in questioni di spionaggio come capo dell'ufficio VI della sezione Sicherheitsdienst (SD) della Direzione generale per la Sicurezza del Reich. Fu responsabile del genocidio nell'Europa orientale come comandante dell'Einsatzgruppe A da marzo a settembre 1942. Dopo la sconfitta della Germania, Jost fu processato e condannato, morì nel 1964.

Heinz Jost nacque nell'Assia settentrionale a Bad Hersfeld nel 1904, da una famiglia cattolica e nazionalista della classe media.[1] Heinrich Jost, il padre di Heinz, fu un farmacista e in seguito divenne un membro del NSDAP.[2] Jost frequentò il liceo a Bensheim, diplomandosi nel 1923. Da studente divenne membro, e infine leader, del Jungdeutsche Orden (Ordine dei Giovani Tedeschi), un movimento paramilitare nazionalista.[3] Jost studiò giurisprudenza ed economia presso le Università di Giessen e Monaco di Baviera. La carriera legale di Heinz iniziò come dipendente pubblico impiegato in Assia, in seguito lavorò nel tribunale distrettuale di Darmstadt.[4]

Jost si unì al partito nazista il 2 febbraio 1928[4], numero di iscrizione 75946. Svolse varie funzioni per le operazioni del partito nell'Assia meridionale. Dal 1930 si stabilì come avvocato indipendente a Lorsch; dopo la presa del potere nazista nel marzo 1933, Jost fu nominato Direttore della Polizia nella città di Worms e poi Direttore della polizia di Giessen. In questo periodo nacque la sua associazione con Werner Best, che portò Jost nella principale agenzia di intelligence e sicurezza nazista, la Sicherheitsdienst.

Il 25 luglio 1934 Jost iniziò la sua carriera a tempo pieno con l'SD. Il suo numero di iscrizione nelle SS fu 36243. Nel maggio 1936, Jost fu promosso nell'ufficio principale dell'SD a capo del Dipartimento III (Servizi di intelligence stranieri).[5] Nel 1938 Jost era a capo dell'Einsatzgruppe Dresden che occupava la Cecoslovacchia.[6] Nell'agosto del 1939 Jost fu incaricato da Reinhard Heydrich di ottenere le uniformi polacche necessarie per l'attacco sotto falsa bandiera alla stazione di Gleiwitz.[7]

Quando l'Ufficio RSHA fu istituito nel settembre 1939, Jost fu nominato capo dell'Amt VI Ausland-SD (intelligence straniera).[6][8] Uno degli scopi principali dell'Amt VI era contrastare i servizi di intelligence stranieri che avrebbero tentato di operare in Germania.[9] Prestò anche servizio come ufficiale delle SS nell'invasione tedesca della Polonia nel 1939.[4]

Comandante delle Einsatzgruppe

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La carriera di Jost soffrì il legame con Werner Best, rivale di Reinhard Heydrich. Best perse la lotta per il potere con Heydrich che diventò uno degli uomini più potenti dello stato nazista. Nel marzo 1942, Jost fu licenziato dalla sua posizione di capo dell'Ausland-SD.[6][10] Il posto di Jost fu preso dal SS-Brigadeführer Walter Schellenberg. Heydrich affidò a Schellenberg il compito di costruire un caso per la rimozione di Jost.[10] Secondo Schellenberg, Jost era privo di abilità e guida burocratica.

«L'inefficienza generale di questo Amt e il fallimento del Brigadeführer Heinz Jost nella sua qualità di comandante, sia nel controllare i suoi subordinati che nel gestire gli affari del dipartimento era risaputa. In un illuminante disegno a penna, Jost è stato descritto da Schellenberg come un individuo sfinito, stanco, pigro, privo di iniziativa o di volontà di lavorare, attivo al massimo tre o quattro ore al giorno. Durante queste ore ha letto alcuni rapporti, che per lo più ha trasmesso senza apprezzamento o critica e ha permesso a un piccolo numero di [consiglieri] individuali che avevano spesso aspettato settimane per un colloquio, di portargli davanti varie questioni. A causa della sua incapacità di dire "no", dice Schellenberg, i suoi subordinati hanno lavorato senza direzione duplicando inutilmente il loro lavoro.[10]»

Jost fu inviato al comando dell'Einsatzgruppe A, il cui precedente comandante Franz Walter Stahlecker fu ucciso in una battaglia con i partigiani. L'Einsatzgruppe A operava allora negli Stati baltici e in Bielorussia. Jost divenne Befehlshaber der Sicherheitspolizei und des SD (Comandante della polizia di sicurezza e dell'SD) nel Reichskommissariat Ostland, con sede a Riga e mantenne questa posizione fino al settembre 1942. Secondo Jost, questa posizione aveva una responsabilità sostanziale:

«Durante la mia attività a capo dell'Einsatzgruppe A, sono stato anche Comandante in Capo della Polizia di Sicurezza e SD in East Land. Il quartier generale dell'Einsatzgruppe A si trovava a Krasnogvardeisk, mentre il quartier generale del comandante in capo della polizia di sicurezza e dell'SD Eastland si trovava a Riga. Complessivamente, i compiti di un Comandante in Capo della Polizia di Sicurezza e SD erano gli stessi di un Capo di un Einsatzgruppe, e i compiti di un Comandante della Polizia di Sicurezza e SD (KdS) erano gli stessi di un Capo di un Sonderkommando o Einsatzkommando.[4]»

Durante il periodo in cui il territorio sotto la sua giurisdizione fu soggetto al controllo dell'esercito, Jost come capo dell'Einsatzgruppe A cooperò con il comando dell'esercito. Quando il territorio passò sotto l'amministrazione civile, lui, in qualità di comandante in capo della polizia di sicurezza e dell'SD, ricevette i suoi ordini dalle SS e dal capo della polizia Friedrich Jeckeln. In entrambi i casi Jost fu responsabile di tutte le operazioni condotte nel suo territorio.[4]

Dopo il suo ruolo al comando Einsatzgruppen, Jost fu in grado di assicurarsi una posizione con l'amministrazione di occupazione per i territori orientali gestita da Alfred Rosenberg, dove agì come ufficiale di collegamento tra Rosenberg e il comandante della Wehrmacht nella Russia meridionale, Ewald von Kleist. Al suo successivo processo, Jost affermò di aver ricoperto questa posizione fino al maggio 1944, quando a causa dell'inimicizia con Heinrich Himmler, fu costretto ad arruolarsi nelle Waffen-SS come sottotenente:[4][6] Himmler decise nel gennaio 1945 che Jost fosse messo a riposo dalle SS con una pensione.

Processo e condanna

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Otto Ohlendorf (in primo piano), e Heinz Jost, imputati nel processo Einsatzgruppen

Nell'aprile del 1945 Jost fu arrestato a Gardelegen e accusato di omicidi commessi dall'Einsatzgruppe A.

Al processo (il 9° dei dodici processi convocati, noti come processi secondari di Norimberga), Jost cercò di evitare la responsabilità di questi crimini, sostenendo gli omicidi (o almeno alcuni di essi) avvenuti prima di assumere il comando dell'unità:

«L'imputato fu accusato della responsabilità per questi omicidi. L'oggetto stesso non riporta la data esatta del suo verificarsi, ma l'ultima data rivelata nell'intero documento è il 26 marzo. Pertanto l'esecuzione delle 1272 persone ivi menzionate non potrebbe essere avvenuta in una data successiva al 26 marzo. L'imputato ha testimoniato di essere a Smolensk quando, il 24 o 25 marzo, ha ricevuto l'ordine di assumere il comando dell'Einsatzgruppe A e di non essere arrivato a Riga, sede dell'Einsatzgruppe, fino al 28 e 29 marzo.[4]»

Questa difesa è stata respinta dal tribunale:

«Il record mostra che l'Einsatzgruppe A aveva compiuto circa centomila omicidi prima del 29 marzo e, fino al 26 marzo, come indicato dal rapporto sopra menzionato, stava ancora uccidendo ebrei. Sarebbe straordinario che cessasse improvvisamente questo massacro senza un motivo dato e con l'ordine del Führer ancora in vigore, tre giorni prima dell'arrivo di Jost. [...] Il verbale dimostra chiaramente, tuttavia, che in qualità di capo dell'Einsatzgruppe A, l'imputato era consapevole dello scopo criminale a cui era stata destinata tale organizzazione e, in qualità di suo comandante, non può sottrarsi alla responsabilità dei suoi atti.[4]»

Jost affermò, tramite il suo avvocato, che qualsiasi cosa avesse fatto era giustificata da "autodifesa, necessità ed emergenza nazionale". Affermò inoltre di non avere nulla a che fare con l'esecuzione dell'ordine del Führer (Führerbefehl) per lo sterminio di intere popolazioni. Queste affermazioni furono respinte dal tribunale in quanto incompatibili tra loro:"Se, di fatto, l'imputato non ha commesso o approvato alcun atto che potesse essere interpretato né come crimine di guerra né come crimine contro l'umanità, l'argomento dell'auto-difesa e la necessità sono del tutto superflue».[4] Jost testimoniò che quando nel maggio 1942 ricevette da Heydrich l'ordine di consegnare gli ebrei sotto i 16 anni e sopra i 32 anni per la liquidazione, mise l'ordine nella sua cassaforte e rifiutò di trasmetterlo.

Il tribunale ritenne che le prove lo contraddissero. Secondo il rapporto sullo stato delle Einsatzgruppen numero 193, datato 17 aprile 1942, ci fu un'esecuzione a Kovno, il 7 aprile, di 22 persone "tra cui 14 ebrei che avevano diffuso propaganda comunista".

«L'imputato è stato interrogato sul banco dei testimoni;
"Ritieni corretto, militarmente corretto, sparare a quattordici persone, o anche a una sola persona, perché diffonde la propaganda comunista?" e lui ha risposto;
"Secondo i miei ordini queste misure dovevano essere eseguite. In questo senso era corretto e giustificato."
L'avvocato difensore nel sostenere questa fase del caso affermò che le vittime si erano abbandonate alla propaganda comunista "fino all'ultimo momento". Ma non c'è nulla nel diritto internazionale che giustifichi o legalizzi la condanna a morte per opinione politica o propaganda.[4]»

In più, il tribunale ritenne che il 15 giugno 1942 uno dei subordinati di Jost scrisse all'RSHA, chiedendo l'invio di un gaswagen (utilizzato dall'Einsatzgruppen per le esecuzioni mediante asfissia da monossido di carbonio) e di altri tubi del gas per tre gaswagen. Jost negò di essere a conoscenza di questa lettera, ma ammise che il subordinato in questione aveva l'autorità per ordinare l'attrezzatura.[4]

La sentenza fu rivista dal Peck Panel, nel 1951 Jost fu rilasciato dalla prigione di Landsberg. In seguito lavorò a Düsseldorf come agente immobiliare. Morì nel 1964 a Bensheim.

  1. ^ The Nuremberg SS-Einsatzgruppen Trial, 1945-1958: Atrocity, Law, And History. Hilary Earl. Cambridge University Press, 2009. p. 115.
  2. ^ Testimony, Jost, 21 October 1947, in Trial, roll 2, 1129 and NO 2896, in ibid., roll 11, frame 0525.
  3. ^ Wilhelm, "Die Einsatzgruppe A," 282.
  4. ^ a b c d e f g h i j k Einsatzgruppen trial, Individual Judgment against Heinz Jost, pp. 512–514.
  5. ^ "CV of Jost," in SS Record Jost (NO 2896), in Trial, roll 11, frame 0525; and, Browder, Hitler's Enforcers, 201.
  6. ^ a b c d Reitlinger, pp. 117, 138, 145.
  7. ^ Williams, Max (2003). Reinhard Heydrich: The Biography: Volume 2, p. 9.
  8. ^ Weale, pp. 140–144.
  9. ^ Kahn, p. 59.
  10. ^ a b c Doerries, pp. 21, 80.

Approfondimenti

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  • Earl, Hilary, The Nuremberg SS-Einsatzgruppen Trial, 1945–1958: Atrocity, Law, and History, Nipissing University, Ontario ISBN 978-0-521-45608-1
  • Headland, Ronald, Messages of Murder: A Study of the Reports of the Einsatzgruppen of the Security Police and the Security Service, 1941–1943, Rutherford 1992 ISBN 0-8386-3418-4

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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