Laomedea (astronomia)

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Laomedea
(Nettuno XII)
Satellite diNettuno
Scoperta13 agosto 2002
ScopritoriMatthew Holman et al.
Parametri orbitali
(all'epoca J2000)
Semiasse maggiore23 571 000 km
0,1576 UA
Periodo orbitale3167,85 giorni
(8,6733 anni)
Inclinazione orbitale34,741°
Inclinazione rispetto
all'equat. di Nettuno
55,38°
Eccentricità0,4237
Dati fisici
Diametro equat.48 km
Massa
9,0 × 1016 kg
Densità media1,5 × 103 kg/m³
Acceleraz. di gravità in superficie0,010 m/s²
Periodo di rotazionesconosciuto
Pressione atm.nulla
Albedo0,16

Laomedea è un satellite minore di Nettuno, scoperto il 14 agosto 2002 da un gruppo di ricerca coordinato da Matthew Holman e composto da John Kavelaars, Tommy Grav, Wesley Fraser e Dan Milisavljevic.[1][2][3][4] Nella stessa occasione furono scoperti anche altri due satelliti, Alimede e Sao.

Assegnazione del nome

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I satelliti irregolari di Nettuno.

Al momento della scoperta fu identificato con la designazione provvisoria di S/2002 N 3.

Il suo nome, promulgato dall'Unione Astronomica Internazionale il 29 gennaio 2007, deriva da quello di Laomedea (dal greco Λαομέδεια), una delle Nereidi secondo la mitologia greca, da cui sono tratti anche i nomi di altri satelliti esterni di Nettuno.

Parametri orbitali

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Orbita intorno a Nettuno con moto progrado ad una distanza di circa 23,5 milioni di chilometri, con un'orbita caratterizzata da una notevole inclinazione, ma una modesta eccentricità in confronto agli altri satelliti irregolari di Nettuno. Nel diagramma che riporta le orbite dei satelliti irregolari del pianeta, i satelliti al di sopra dell'asse orizzontale hanno moto progrado, mentre quelli al do sotto hanno moto retrogrado. I segmenti gialli si estendono dal pericentro all'apocentro mettendo così in evidenza l'eccentricità.

Il satellite è in risonanza di Kozai, vale a dire che l'eccentricità e l'inclinazione sono accoppiate tra loro in modo che l'inclinazione dell'orbita aumenta al diminuire dell'eccentricità e viceversa.[1]

Parametri fisici

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Se si assume un'albedo di 0,16 come per altri satelliti di Nettuno, ne risulta un diametro di 42 km.[5] La superficie del satellite appare quindi piuttosto scura.
La densità calcolata è di 1,5 g/cm3, il che fa supporre che la sua parte superiore sia costituita di ghiaccio d'acqua.

  1. ^ a b (EN) Matthew J. Holman, J. J. Kavelaars e Tommy Grav, Discovery of five irregular moons of Neptune, in Nature, vol. 430, n. 7002, 2004-08, pp. 865–867, DOI:10.1038/nature02832. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  2. ^ (EN) Tommy Grav, Matthew J. Holman e Wesley C. Fraser, Photometry of Irregular Satellites of Uranus and Neptune, in The Astrophysical Journal, vol. 613, n. 1, 20 settembre 2004, pp. L77–L80, DOI:10.1086/424997. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  3. ^ JPL, Planetary Satellite Discovery Circumstances, su ssd.jpl.nasa.gov, Jet Propulsion Laboratory, 21 luglio 2011. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  4. ^ Daniel W. E. Green, Satellites of Neptune, in IAU Circular, vol. 8047, 13 gennaio 2003. URL consultato il 24 ottobre 2011.
  5. ^ Sheppard, Scott S.; Jewitt, David C.; Kleyna, Jan (2006). A Survey for "Normal" Irregular Satellites around Neptune: Limits to Completeness. The Astronomical Journal, 132: 171–176. https://arxiv.org/abs/astro-ph/0604552 Bibcode 2006AJ....132..171S. doi:10.1086/504799.

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