Sarah Hammer

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Sarah Hammer
Sarah Hammer ai campionati del mondo 2010
NazionalitàStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Altezza170[1] cm
Peso61[1] kg
Ciclismo
SpecialitàPista
Termine carriera2017
Carriera
Nazionale
2006-2017Stati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Giochi olimpici 0 4 0
Mondiali su pista 8 5 2
Giochi panamericani 1 1 0

Vedi maggiori dettagli

Statistiche aggiornate al settembre 2018

Sarah Kathryn Hammer (Redondo Beach, 18 agosto 1983) è un'ex pistard statunitense. È vincitrice di quattro medaglie d'argento ai Giochi olimpici, due a Londra 2012 e due a Rio de Janeiro 2016, e di otto titoli mondiali, cinque nell'inseguimento individuale, due nell'omnium e uno nell'inseguimento a squadre.

Nata in California, comincia a gareggiare nel ciclismo all'età di otto anni spinta dal padre Cliff e nel 1995 vince il primo titolo nazionale giovanile. Intraprende la carriera da Elite nel 2002, arrivando già quell'anno ad ottenere un successo in coppa del mondo su pista a Sydney nell'inseguimento individuale[1]. Solo due anni dopo, tuttavia, decide bruscamente di abbandonare l'attività per dedicarsi agli studi e lavorare: la decisione è inizialmente irrevocabile, tanto da spingerla a vendere gran parte dell'attrezzatura sportiva[1][2].

La lontananza dalle gare non dura però a lungo. Nell'estate 2004, durante i Giochi olimpici di Atene, Hammer matura l'idea di tornare alle competizioni, e per la fine dell'anno è già attiva in gare nazionali e internazionali. Nell'inverno 2005-2006 vince tre prove di coppa del mondo, e nella primavera seguente, a solo un anno e mezzo dal rientro, si aggiudica il titolo mondiale dell'inseguimento individuale battendo la russa Ol'ga Sljusareva[1]. Si laurea ancora campionessa mondiale di specialità nel 2007, facendo sue anche tre gare di coppa del mondo, mentre nel 2008 partecipa ai Giochi olimpici di Pechino, concludendo quinta nell'inseguimento individuale anche a causa di un persistente infortunio alla schiena[2].

Nelle stagioni successive ottiene numerosi ulteriori successi a livello internazionale: altri tre titoli mondiali nell'inseguimento individuale (2010, 2011 e 2013), per un totale di cinque affermazioni nella specialità, un titolo iridato nell'omnium (sempre nel 2013), sei vittorie in eventi di coppa del mondo, tre medaglie d'oro su pista ai campionati panamericani del 2010[1]. Proprio in occasione di quei campionati panamericani, in data 11 maggio 2010 Hammer mette a referto il nuovo record mondiale, ancora imbattuto, nell'inseguimento individuale sulla distanza dei 3 chilometri, con il tempo di 3'22"269[1]. Nel 2012 prende quindi parte ai Giochi olimpici di Londra conseguendo due medaglie d'argento, una nell'inseguimento a squadre e una nell'omnium, battuta da Laura Trott[1].

Nel quadriennio seguente si aggiudica altri quattro titoli mondiali: inseguimento individuale e omnium nel 2013, omnium nel 2014 e inseguimento a squadre nel 2016. Nel 2016 partecipa anche ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro vincendo altre due medaglie d'argento, una nell'inseguimento a squadre e una nell'omnium, ancora alle spalle di Trott[2]. Dopo i Giochi lascia il quartetto dell'inseguimento per dedicarsi perlopiù a gare di gruppo (omnium, scratch e corsa a punti)[2].

Nel settembre 2017 annuncia il ritiro dall'attività[2].

  • 2002
2ª prova Coppa del mondo, Inseguimento individuale (Sydney)
  • 2003
Campionati statunitensi, Scratch
  • 2005
Campionati statunitensi, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Corsa a punti
2ª prova Coppa del mondo 2005-2006, Inseguimento individuale (Manchester)
  • 2006
3ª prova Coppa del mondo 2005-2006, Inseguimento individuale (Los Angeles)
3ª prova Coppa del mondo 2005-2006, Scratch (Los Angeles)
Campionati del mondo, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Corsa a punti
Campionati statunitensi, Scratch
  • 2007
3ª prova Coppa del mondo 2006-2007, Inseguimento individuale (Los Angeles)
3ª prova Coppa del mondo 2006-2007, Corsa a punti (Los Angeles)
3ª prova Coppa del mondo 2006-2007, Scratch (Los Angeles)
Campionati del mondo, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Inseguimento a squadre (con Dotsie Bausch e Jennie Reed)
  • 2009
Campionati statunitensi, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Inseguimento a squadre (con Dotsie Bausch e Kimberly Geist)
Campionati statunitensi, Corsa a punti
3ª prova Coppa del mondo 2009-2010, Inseguimento individuale (Cali)
  • 2010
Campionati del mondo, Inseguimento individuale
Campionati panamericani, Inseguimento individuale
Campionati panamericani, Inseguimento a squadre (con Dotsie Bausch e Lauren Tamayo)
Campionati panamericani, Omnium
Campionati statunitensi, Omnium
2ª prova Coppa del mondo 2010-2011, Omnium (Cali)
  • 2011
4ª prova Coppa del mondo 2010-2011, Omnium (Manchester)
Campionati del mondo, Inseguimento individuale
Campionati statunitensi, Inseguimento a squadre (con Dotsie Bausch e Jennie Reed)
Campionati statunitensi, Inseguimento individuale
2ª prova Coppa del mondo 2011-2012, Omnium (Cali)
  • 2012
4ª prova Coppa del mondo 2011-2012, Omnium (Londra)
  • 2013
3ª prova Coppa del mondo 2012-2013, Omnium (Aguascalientes)
Campionati del mondo, Inseguimento individuale
Campionati del mondo, Omnium
Los Angeles Grand Prix, Omnium
2ª prova Coppa del mondo 2013-2014, Omnium (Aguascalientes)
Classifica finale Coppa del mondo 2012-2013, Omnium
  • 2014
Campionati del mondo, Omnium
  • 2015
Giochi panamericani, Omnium
Campionati panamericani, Inseguimento a squadre (con Kelly Catlin, Jennifer Valente e Ruth Winder)
Campionati panamericani, Omnium
  • 2016
Campionati del mondo, Inseguimento a squadre (con Kelly Catlin, Chloe Dygert e Jennifer Valente)
  • 2017
3ª prova Coppa del mondo 2016-2017, Scratch (Cali)
Belgian Track Meeting, Scratch
Belgian Track Meeting, Corsa a punti

Competizioni mondiali

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  1. ^ a b c d e f g h (EN) Sarah Hammer, su usacycling.org. URL consultato il 23 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).
  2. ^ a b c d e (EN) Olympic medalist Sarah Hammer retires at 34, su cyclingnews.com. URL consultato il 1º settembre 2018.

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