Indice
Rosie la Rivettatrice
Rosie the Riveter ("Rosie la Rivettatrice") è un'icona culturale degli Stati Uniti, che rappresenta le donne americane che lavoravano nelle fabbriche durante la seconda guerra mondiale, molte delle quali erano impiegate in stabilimenti che producevano munizioni e rifornimenti di guerra, spesso sostituendo gli uomini impegnati nell'esercito. L'immagine We Can Do It! in cui è raffigurata faceva parte della propaganda americana durante la seconda guerra mondiale per sostenere il morale della popolazione e incoraggiarne le scelte patriottiche. Rosie the Riveter è comunemente usata come simbolo del femminismo e del potere economico delle donne.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "Rosie the Riveter" apparve per la prima volta nel 1942 in una canzone omonima scritta da Redd Evans e John Jacob Loeb. Il brano descrive Rosie come una lavoratrice instancabile in catena di montaggio, che fa la sua parte per assistere lo sforzo bellico statunitense, ed è stato registrato da numerosi artisti, tra cui il jazzista Kay Kyser e The Four Vagabonds.
Mentre le altre ragazze frequentano i loro cocktail bar preferiti,
Versando Martini secco e ruminando caviale,
C'è una ragazza che le fa vergognare,
Rosie - è il suo nome.
Per tutto il giorno,
Che ci sia la pioggia o il sole
Lei fa parte della catena di montaggio.
Sta facendo la storia,
Lavorando per la vittoria
Rosie the Riveter
Il nome "Rosie" derivava dal soprannome di Rosina Bonavita, una lavoratrice presso la Convair di San Diego, in California.[1]
Nel 1943, prendendo spunto dalla canzone, il comitato per il coordinamento della produzione bellica della Westinghouse Electric (la compagnia da cui è scaturita la CBS) incaricò l'artista J. Howard Miller di realizzare un poster di propaganda per sostenere l'impegno statunitense nella seconda guerra mondiale[2].
Uno di questi poster, il famoso We Can Do It!, si basa su una foto scattata a una rivettatrice al lavoro.
Nel tempo, a questa operaia furono attribuite diverse identità: dapprima si è pensato che fosse Geraldine Hoff (poi Doyle) (1924-2010), un'operaia diciassettenne in una fabbrica del Michigan[3][4] In seguito, la figura di Rosie the Riveter fu associata a Rose Will Monroe, una rivettatrice della Willow Run Aircraft Factory di Ypsilanti, in Michigan, che comparve in un filmato di propaganda della seconda guerra mondiale[5]. Infine fu associata a Naomi Parker Fraley, secondo le ricerche del Dr. James Kimble (Seton Hall University) [6]
Utilizzo istituzionale dell'immagine
[modifica | modifica wikitesto]L'opera di Miller è riprodotta su un francobollo delle poste statunitensi emesso nel 1999.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ William H. e Nancy K. Young, World War II and the Postwar Years in America: A Historical and Cultural Encyclopedia, Volume 1, Santa Barbara (CA), ABC-CLIO, 2010, p. 606.
- ^ William L. Bird e Harry R. Rubenstein, Design for Victory: World War II posters on the American Home Front, Princeton Architectural Press, 1998, p. 78
- ^ James J. Kimble e Lester C. Olson, 'Visual Rhetoric Representing Rosie the Riveter: Myth and Misconception in J. Howard Miller's We Can Do It! Poster', Rhetoric & Public Affairs 9:4 (2006), pp. 533–569.
- ^ Gwen Sharp e Lisa Wade, 'Sociological Images: Secrets of a Feminist Icon', Contexts 10 :2 (2011), pp. 82–83.
- ^ Tony Marcano, 'Famed Riveter in War Effort, Rose Monroe Dies at 77', The New York Times, 2 giugno 1997.
- ^ Channel 4 News, The woman who inspired the iconic Rosie the Riveter poster has died age 96, 23 gennaio 2018
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Leila J. Rupp, Mobilizing Women for War: German and American Propaganda, 1939-1945, Princeton, Princeton University Press, 1978.
- Maureen Honey, Creating Rosie the Riveter: Class, Gender, and Propaganda during World War II, Amherst, University of Massachusetts Press, 1984.
- Sherna Berger Gluck, Rosie the Riveter Revisited: Women, the War, and Social Change, Boston, Twayne Publishers, 1987.
- Nancy Baker Wise e Christy Wise, A Mouthful of Rivets: Women at Work in World War II, San Francisco, Jossey-Bass, 1994.
- Penny Colman, Rosie the Riveter: Women Working on the Home Front in World War II, New York, Crown Books, 1995.
- Christine Petersen, Rosie the Riveter, New York, Children's Press, 2005.
- Sean S. Price, Rosie the Riveter: Women in World War II, Chicago, Raintree, 2006.
- Donna B. Knaff, Beyond Rosie the Riveter: Women of World War II in American Popular Graphic Art, Lawrence, University Press of Kansas, 2012.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rosie the Riveter
Controllo di autorità | VIAF (EN) 11148570584724311453 · ISNI (EN) 0000 0004 9581 2588 · LCCN (EN) n2017004032 |
---|