Indice
Giochi della XVII Olimpiade
Giochi della XVII Olimpiade | |||||||||||||||||||||
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Città ospitante | Roma, Italia | ||||||||||||||||||||
Paesi partecipanti | 83 (vedi sotto) | ||||||||||||||||||||
Atleti partecipanti | 5.338 (4.727 - 611 ) | ||||||||||||||||||||
Competizioni | 150 in 19 sport | ||||||||||||||||||||
Cerimonia apertura | 25 agosto 1960 | ||||||||||||||||||||
Cerimonia chiusura | 11 settembre 1960 | ||||||||||||||||||||
Aperti da | Giovanni Gronchi | ||||||||||||||||||||
Giuramento atleti | Adolfo Consolini | ||||||||||||||||||||
Ultimo tedoforo | Giancarlo Peris | ||||||||||||||||||||
Stadio | Stadio Olimpico di Roma | ||||||||||||||||||||
Medagliere | |||||||||||||||||||||
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Cronologia dei Giochi olimpici | |||||||||||||||||||||
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I Giochi della XVII Olimpiade, noti anche come Roma 1960, si sono svolti a Roma, in Italia, dal 25 agosto all'11 settembre 1960.
Roma si era già aggiudicata l'organizzazione dei Giochi olimpici del 1908, ma a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 1906 rinunciò a tale evento, cedendo l'onore dell'organizzazione alla città di Londra.
In precedenza soltanto un'altra città italiana era stata sede di evento olimpico: Cortina d'Ampezzo, che nel 1956 fu sede dei VII Giochi olimpici invernali.
Assegnazione
[modifica | modifica wikitesto]La scelta di Roma come città ospitante venne presa dal Comitato Olimpico Internazionale riunitosi il 15 giugno 1955 a Parigi. Le altre città candidate erano: Losanna, Detroit, Budapest, Bruxelles, Città del Messico e Tokyo. Roma ha avuto la meglio nell'ultimo ballottaggio contro la città di Losanna.
Città | Nazione | 1º giro | 2º giro | 3º giro |
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Roma | Italia | 15 | 26 | 35 |
Losanna | Svizzera | 14 | 21 | 24 |
Detroit | Stati Uniti | 6 | 11 | — |
Budapest | Ungheria | 8 | 1 | — |
Bruxelles | Belgio | 6 | — | — |
Città del Messico | Messico | 6 | — | — |
Tokyo | Giappone | 4 | — | — |
In occasione dei grandi lavori realizzati per adeguare Roma ad accogliere i Giochi, molti artisti, tra cui Mario Mafai, Afro Basaldella e Giuseppe Capogrossi, raccontarono nei loro dipinti la città nei suoi mutamenti[2]. I più importanti architetti dell'epoca, tra cui Adalberto Libera, Luigi Moretti e Pier Luigi Nervi, lavorarono alla realizzazione del Villaggio Olimpico, nei pressi dello stadio Flaminio.
Sviluppo e preparazione
[modifica | modifica wikitesto]Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Comitato Organizzatore
[modifica | modifica wikitesto]In base all'articolo 26 del regolamento del CIO toccò al Comitato olimpico nazionale italiano la responsabilità dell'organizzazione dei giochi. Il 22 settembre 1955 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano nominò inizialmente un Comitato di Pianificazione con il compito di studiare i dettagli del piano organizzativo dei giochi. Il Consiglio Direttivo del CONI, il 15 maggio 1956, procedette ad un primo riparto dei compiti, istituendo un organismo tecnico, ovvero il C.O.R. (Costruzioni Olimpiche di Roma), per procedere alla costruzione degli impianti.[3] Il 3 ottobre 1956 il CONI propose alla Presidenza del Consiglio dei ministri la costituzione di un Comitato interministeriale per collaborare sul piano organizzativo, che venne ufficialmente costituito il 2 maggio 1957, la cui presidenza fu assunta dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri Adone Zoli ed era composto da alcuni ministri direttamente interessati per il loro ruolo allo svolgimento dei giochi (Affari Esteri, Interno, Finanze, Tesoro, Difesa, Pubblica Istruzione, Lavori Pubblici, Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, commercio estero), dal sindaco di Roma, dall'assessore al turismo del Comune di Roma, dal presidente della Provincia di Roma e del presidente del CONI.[3] Nel novembre 1957 la giunta esecutiva del CONI, in attesa di nominare i comitati veri e propri, deliberò la costituzione anche di un comitato ristretto con poteri esecutivi, denominato "Comitato Provvisorio per la Gestione degli Affari Olimpici" (C.O.G.A.O.), che si riunì settimanalmente per esaminare ed affrontare tutte le problematiche connesse l'organizzazione dei giochi.[3]
Nell'assemblea generale del Comitato olimpico nazionale italiano tenutasi a Roma il 20 novembre 1958, venne costituito il Comitato Organizzatore vero e proprio ed il ministro Giulio Andreotti fu acclamato all'unanimità presidente dello stesso, su proposta del presidente del CONI Giulio Onesti.[3] La composizione di comitati Organizzatore ed Esecutivo fu decisa dal Consiglio Direttivo del CONI il 25 febbraio 1959, che scelse Onesti quale presidente di quello esecutivo, con Bruno Zauli come vicepresidente.[3] Costituitosi il 26 marzo 1959, il Comitato Organizzatore ebbe come vicepresidenti Onesti, il sindaco di Roma Urbano Cioccetti e il conte Paolo Thaon di Revel e, tra i trentasei membri, vi furono personalità di spicco come ad esempio Umberto Agnelli, allora presidente della FIGC.[3] Il comitato esecutivo era formato invece da sette persone. Al Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi venne richiesto l'Alto Patronato dei giochi.[3]
Furono istituiti infine il Reparto Militare Olimpico, sotto la guida del comandante generale Tommaso Calise, e delle sezioni del comitato: Costruzioni olimpiche, presieduta da Luciano Berti; Gestione stadi olimpici, presieduta da Giovanni Poli; Sezione 1 Tecnica, presieduta da Virgilio Tommasi; Sezione 2 Torcia olimpica, presieduta da Alfredo Langellotti; Sezione 3 Villaggio olimpico, presieduta da Giuseppe Fabre; Sezione 4 Arte, presieduta da Roberto Vighi; Sezione 5 Servizio stampa, presieduta da Giuseppe Sabelli Fioretti; Sezione 6 Trasporti, presieduta da Sergio Taviani; Sezione 7 Segretariato, presieduta da Gino Del Neri; Sezione 8 Amministrazione, presieduta da Tommaso Folinea; Sezione 9 Biglietti e controlli, presieduta da Carlo della Vida; Sezione 10 Cerimoniale, presieduta da Luigi Magliari.[3]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Impianti
Alcune delle opere principali per poter svolgere i Giochi furono le seguenti:
- Ultimazione dello Stadio Olimpico, per un importo di 3 400 000 000 di lire;
- Realizzazione di nuovi impianti:
- Palazzetto dello Sport, per un importo di 263 000 000 di lire e inaugurato nel 1957;
- Palazzo dello Sport, per un importo di 1 900 000 000 di lire e inaugurato nel 1960;
- Piscina delle Rose, per un importo di 90 000 000 di lire e inaugurata nel 1957.
- Stadio Flaminio, per un importo di 900 000 000 di lire e inaugurato nel 1959;
- Stadio Olimpico del Nuoto, inaugurato nel 1959;
- Stadio Tre Fontane, inaugurato nel 1959;
- Velodromo Olimpico, per un importo di 1 050 000 000 di lire e inaugurato nel 1960;
- Ricostruzione del nuovo Poligono Olimpico sull'area dove sorgeva il vecchio Poligono di Tiro Umberto I;
- Adeguamento della Basilica di Massenzio, del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi e delle Terme di Caracalla a sedi temporanee di eventi sportivi;
- Installazione di tribune temporanee nei seguenti siti:
- Via dei Trionfi, per l'arrivo della maratona;
- Circuito di Grottarossa, per l'arrivo della corsa individuale di ciclismo su strada;
- Circuito di via Cristoforo Colombo, per l'arrivo della cronometro a squadre di ciclismo su strada;
- Lago Albano, per le gare di canoa e canottaggio.
Sedi di gara
[modifica | modifica wikitesto]Per i Giochi della XVII Olimpiade, furono utilizzati i seguenti impianti sportivi.[3] Alcune strutture vennero realizzate in modo temporaneo per ospitare alcune delle gare in programma (come ad esempio la ginnastica alle Terme di Caracalla). La capacità degli impianti permanenti, realizzati per le olimpiadi o ristrutturati per l'evento e a tutt'oggi funzionanti, è riferita alla capienza del periodo olimpico e non a quella attuale che potrebbe aver subito variazioni (come ad esempio lo Stadio Olimpico, progettato allora per ospitare 90.000 spettatori e sceso ai 73.261 spettatori attuali dopo la ristrutturazione del 2009).
Legenda colori:
Impianti esistenti e in funzione (anche con cambio di utilizzazione successiva);
Impianti esistenti ma in disuso;
Impianti temporanei o edifici utilizzati a fini sportivi solo per l'evento;
Impianti demoliti successivamente all'evento;
Aree d'allenamento
[modifica | modifica wikitesto]Città | Impianto | Capacità | Sport |
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Roma | |||
Centro sportivo dell'Acqua Acetosa[3] | - | Calcio[3] | |
Ginnastica artistica[3] | |||
Hockey su prato[3] | |||
Lotta[3] | |||
Nuoto[3] | |||
Pugilato[3] | |||
Scuola Nazionale del Corpo Antincendiario[3] | - | Atletica leggera[3] | |
Stadio delle Terme di Caracalla[3][35] | - | Atletica leggera[3] | |
Tiro[3] | |||
Stadio degli Eucalipti[3][36] | 5 000[3] | Atletica leggera[3] | |
Stadio della Farnesina[3] | - | Atletica leggera[3] | |
Stadio della Stella Polare[3][35] | 10 000[3] | Atletica leggera[3] | |
Tiro[3] | |||
Stadio militare Silvano Abba[3] | - | Atletica leggera[3] |
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]La torcia
[modifica | modifica wikitesto]La torcia olimpica fu disegnata da Amedeo Maiuri, archeologo famoso per i suoi studi sugli scavi archeologici di Pompei,[37] e prodotta dalla ditta Curtisa di Bologna.[38][37] Realizzata in alluminio bronzato[38][37] per una lunghezza totale di 39,5 cm ed un peso di 580 g,[37][38] la torcia era dotata di una capsula in materiale di resina vegetale, quale carburante per alimentare la fiamma,[37] prodotta dalla ditta G. Belardini & Figli di Roma.[38] Fece eccezione solamente la torcia utilizzata dall'ultimo tedoforo, la cui fiamma venne invece alimentata a gas per evitare che la stessa si spegnesse prima di poter accendere il braciere olimpico.[38]
La forma della torcia era ispirata a quelle presenti sui monumenti antichi e le esili scanalature decoravano e rifinivano il corpo della stessa, sulla quale vi era la scritta "Giochi della XVII Olympiade".[37]
La staffetta olimpica
[modifica | modifica wikitesto]La fiamma olimpica attraversò l'Egeo e la Magna Grecia dal veliero Amerigo Vespucci richiamando alla memoria i campioni dell'antichità.[39]
La staffetta di Roma 1960 fu la prima ad essere trasmessa in televisione.[37]
Medaglie
[modifica | modifica wikitesto]Le medaglie assegnate agli atleti classificati ai primi tre posti di ogni evento furono progettate dal fiorentino Giuseppe Cassioli e coniate dalla ditta Stabilimenti Artistici Fiorentini, anch'essa del capoluogo toscano.[40] La composizione delle medaglie era in argento dorato e bronzo per tutti i vincitori, in argento e bronzo per i piazzati al secondo posto e in bronzo per i terzi classificati, e il diametro delle stesse fu di 6,8 cm per quella del 1° posto, 7 cm per quella del 2° posto e 6,9 cm per quella del 3° posto.[40]
Le incisioni sulle due facce della medaglie furono le stesse che contraddistinsero tutte quelle assegnate nelle edizioni comprese tra Amsterdam 1928 e Città del Messico 1968:[40] su una faccia vi era raffigurata la "dea della vittoria" con una palma nella mano sinistra e la corona della vittoria nella mano destra, e al suo lato destro l'incisione specifica: "GIOCHI DELLA XVII OLIMPIADE ROMA MCMLX";[40] sull'altra faccia era raffigurato un campione olimpico portato in trionfo dalla folla, con lo stadio olimpico sullo sfondo.[40] Le medaglie di questi giochi furono circondate da un cerchio di bronzo raffigurante una corona di alloro con una catena, disegnata anch'essa come una sequenza di foglie di alloro in bronzo,[40] e i due lati delle stesse furono invertiti rispetto alle precedenti edizioni: la faccia con il campione olimpico portato in trionfo era quella davanti mentre la faccia con la "dea della vittoria" era quella dietro.[40]
Le medaglie commemorative date ai partecipanti furono invece progettate dallo scultore catanese Emilio Greco, raffiguranti su una faccia una tedofora svestita in corsa, con i cerchi olimpici sullo sfondo, e sull'altra faccia un volo di aquile sopra lo stadio Olimpico.[41] Ulteriori medaglie commemorative furono coniate dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato su commissione del Comitato organizzatore dei Giochi.[42]
Il numero delle medaglie coniate fu di 280 per i vincitori (distribuite 273),[41] 280 per i secondi classificati (distribuite 273),[41] 290 per i terzi classificati (distribuite 281),[41] 16 276 quelle commemorative.[42]
Diffusione
[modifica | modifica wikitesto]Per la prima volta, inoltre, ai Giochi Olimpici di Roma, la televisione coprì buona parte del programma di gare; la Rai produsse 106 ore di trasmissione, riprodotte (prima volta per un'Olimpiade estiva dopo Cortina 1956) in tutta Europa in Eurovisione: una quantità notevole considerata l'esistenza, comune praticamente in tutta Europa, di un solo canale. In America, la statunitense CBS, la canadese CBC e Telesistema Mexicano trasmisero un certo numero ore montando da Roma alcuni eventi, inviando poi tutto a Londra e da lì al continente.
Grande successo di critica e pubblico in tutto il mondo anche per il film ufficiale sull'evento La grande Olimpiade, prodotto dall'Istituto Luce e diretto dal regista documentarista Romolo Marcellini, che ottenne una nomination all'Oscar nel 1962 e il premio d'oro al Festival di Mosca.[43]
I Giochi
[modifica | modifica wikitesto]Paesi partecipanti
[modifica | modifica wikitesto]Gli iscritti furono oltre cinquemila (5393) e le Nazioni partecipanti ottantaquattro.
Calendario degli eventi
[modifica | modifica wikitesto]● | Cerimonia di apertura | ● | Competizioni | ● | Numero Finali | ● | Cerimonia di chiusura |
Sport | Agosto/Settembre 1960 | Finali | |||||||||||||||||
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25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | ||
Cerimonia d'apertura | ● | ||||||||||||||||||
Atletica leggera | 2 | 4 | 7 | 3 | 3 | 5 | 3 | 6 | 1 | 34 | |||||||||
Calcio | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | |||||||||||
Canoa/kayak | ● | ● | 7 | 7 | |||||||||||||||
Canottaggio | ● | ● | ● | ● | 7 | 7 | |||||||||||||
Ciclismo | 2 | 1 | 2 | 1 | 6 | ||||||||||||||
Equitazione | ● | 1 | 1 | ● | 2 | 1 | 5 | ||||||||||||
Ginnastica | ● | ● | 2 | 2 | 4 | 6 | 14 | ||||||||||||
Hockey su prato | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | ● | ● | 1 | ||||
Lotta | ● | ● | ● | ● | 8 | ● | ● | ● | ● | 8 | 16 | ||||||||
Nuoto | ● | 2 | 1 | 2 | 2 | 3 | 2 | 3 | 15 | ||||||||||
Pallacanestro | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | ||||||||
Pallanuoto | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | |||||||||
Pentathlon moderno | ● | ● | ● | ● | 2 | 2 | |||||||||||||
Pugilato | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 10 | 10 | |||||||||||
Scherma | ● | 1 | ● | 1 | 1 | 1 | ● | 1 | ● | 1 | 1 | 1 | 8 | ||||||
Sollevamento pesi | 2 | 2 | 2 | 1 | 7 | ||||||||||||||
Tiro | ● | 1 | 1 | ● | 1 | 2 | 1 | 6 | |||||||||||
Tuffi | ● | 1 | 1 | 1 | ● | ● | 1 | 4 | |||||||||||
Vela | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 5 | 5 | |||||||||||
Cerimonia di chiusura | ● | 0 | |||||||||||||||||
Finali | 0 | 2 | 4 | 0 | 11 | 5 | 14 | 8 | 11 | 15 | 0 | 14 | 16 | 13 | 12 | 12 | 12 | 1 | 150 |
Cerimonia d'apertura
[modifica | modifica wikitesto]Alla vigilia dell'inaugurazione gli atleti si riunirono in Piazza San Pietro per ricevere la benedizione di Giovanni XXIII. Il giuramento fu pronunciato da Adolfo Consolini, che in quell'occasione stabilì il record assoluto di partecipazioni olimpiche (quattro).
Avvenimenti principali
[modifica | modifica wikitesto]Il bel tempo aiutò il raggiungimento di buoni risultati tecnici, basta pensare ai venti primati olimpici e ai quattro primati mondiali migliorati nell'atletica leggera maschile e ai dodici olimpici e tre mondiali in quella femminile. Nelle gare veloci, dopo trent'anni di predominio gli statunitensi persero l'oro sui 100 metri consegnandolo al primatista tedesco Armin Hary; nella distanza doppia per la prima volta prevalse un mediterraneo, Livio Berruti, che eguagliò il record mondiale; nel salto in alto apparve il sovietico Valerij Brumel', che con la tecnica ventrale risulterà uno dei migliori esponenti in assoluto della disciplina; nella velocità femminile si mise in luce Wilma Rudolph (oro nei 100 metri piani, 200 metri piani e staffetta 4 x 100 metri) colpita da poliomielite nella prima infanzia e ricca di talento e volontà.
La stessa tendenza si ebbe nel nuoto, con tre record mondiali in campo maschile e quattro in quello femminile e con un dominio complessivo degli australiani e degli statunitensi.
Miglioramenti tecnici si ebbero anche nel sollevamento pesi, dove proseguì la supremazia della scuola dell'Europa orientale, e nel ciclismo su pista, dove gli italiani si misero in evidenza. La disputa della prima medaglia d'oro risultò fatale al venticinquenne ciclista danese Knud Enemark Jensen che durante la cronometro a squadre crollò a terra colpito da un'insolazione.[39]
Nella scherma, gli atleti sovietici si inserirono nella spartizione delle medaglie rompendo la tradizionale egemonia latina; l'introduzione del fioretto elettrico premiò qualità come la resistenza degli atleti a scapito dell'eleganza e dell'astuzia.[39]
Nella ginnastica si assistette al consueto dominio dello squadrone sovietico, contrastato efficacemente solo dai sorprendenti ginnasti giapponesi, che misero al collo ben quattro ori.
Venne scalfito, invece, il mito dell'invincibilità dei mediorientali nella lotta, dato che sia nella lotta libera sia in quella greco-romana le medaglie furono maggiormente ripartite fra occidentali, orientali e mediorientali.
Questa Olimpiade vide sfumare altre consuetudini come quella della vittoria dell'India nell'hockey su prato e quella dell'imbarcazione statunitense nell'otto del canottaggio; nel primo caso fu il Pakistan ad arrecare la prima delusione agli indiani, mentre nel secondo caso furono i tedeschi, in forte ascesa in questa disciplina, a soffiare l'oro agli statunitensi.
Una particolarità riguarda il cronometraggio, che solo in questa occasione non fu effettuato dalla Omega SA, ma dalla Federazione Italiana Cronometristi, con la presenza di 82 cronometristi provenienti da quasi tutta Italia (tra questi il futuro scrittore Luciano De Crescenzo) e che hanno rilevato e certificato le prestazioni degli atleti e i record nelle gare di atletica, nuoto, ciclismo, canottaggio, pugilato e sport equestri. Alcune apparecchiature "storiche" utilizzate nell'occasione sono conservate presso la sede della FICr a Roma e presso il Museo del Cronometraggio a Bari.
Risultati
[modifica | modifica wikitesto]Medagliere
[modifica | modifica wikitesto]Posizione | Paese | Totale | |||
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1 | Unione Sovietica | 43 | 29 | 31 | 103 |
2 | Stati Uniti | 34 | 21 | 16 | 71 |
3 | Italia | 13 | 10 | 13 | 36 |
4 | Squadra Unificata Tedesca | 12 | 19 | 11 | 42 |
5 | Australia | 8 | 8 | 6 | 22 |
6 | Turchia | 7 | 2 | 0 | 9 |
7 | Ungheria | 6 | 8 | 7 | 21 |
8 | Giappone | 4 | 7 | 7 | 18 |
9 | Polonia | 4 | 6 | 11 | 21 |
10 | Cecoslovacchia | 3 | 2 | 3 | 8 |
11 | Romania | 3 | 1 | 6 | 10 |
12 | Gran Bretagna | 2 | 6 | 12 | 20 |
13 | Danimarca | 2 | 3 | 1 | 6 |
14 | Nuova Zelanda | 2 | 0 | 1 | 3 |
15 | Bulgaria | 1 | 3 | 3 | 7 |
16 | Svezia | 1 | 2 | 3 | 6 |
17 | Finlandia | 1 | 1 | 3 | 5 |
18 | Austria | 1 | 1 | 0 | 2 |
Jugoslavia | 1 | 1 | 0 | 2 | |
20 | Pakistan | 1 | 0 | 1 | 2 |
21 | Etiopia | 1 | 0 | 0 | 1 |
Grecia | 1 | 0 | 0 | 1 | |
Norvegia | 1 | 0 | 0 | 1 | |
24 | Svizzera | 0 | 3 | 3 | 6 |
25 | Francia | 0 | 2 | 3 | 5 |
26 | Belgio | 0 | 2 | 2 | 4 |
27 | Iran | 0 | 1 | 3 | 4 |
28 | Paesi Bassi | 0 | 1 | 2 | 3 |
Sudafrica | 0 | 1 | 2 | 3 | |
30 | Argentina | 0 | 1 | 1 | 2 |
Rep. Araba Unita | 0 | 1 | 1 | 2 | |
32 | Canada | 0 | 1 | 0 | 1 |
Ghana | 0 | 1 | 0 | 1 | |
India | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Marocco | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Portogallo | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Singapore | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Taiwan | 0 | 1 | 0 | 1 | |
39 | Brasile | 0 | 0 | 2 | 2 |
Indie Occidentali | 0 | 0 | 2 | 2 | |
41 | Spagna | 0 | 0 | 1 | 1 |
Iraq | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Messico | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Venezuela | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Totale | 152 | 149 | 160 | 461 |
Protagonisti
[modifica | modifica wikitesto]- Wilma Rudolph, statunitense, soprannominata in Italia la Gazzella Nera, gareggia con un piccolo apparecchio ortopedico ai piedi, retaggio della poliomielite. Questo però non le impedisce di trionfare nei 100 e 200 metri piani e nella staffetta 4x100 e di meritarsi il titolo di Regina delle olimpiadi romane.
- Cassius Clay, il futuro Muhammad Ali, vince la medaglia d'oro nei pesi mediomassimi del pugilato (chiamati all'epoca massimi-leggeri), anche se la Coppa Val Barker, che in ogni Olimpiade premia il pugile migliore per stile e qualità tecniche, viene assegnata all'azzurro Nino Benvenuti, vincitore dell'oro nei pesi welter e destinato anch'egli ad una grande carriera come professionista.
- La squadra maschile di ginnastica del Giappone vince il primo di cinque ori olimpici consecutivi.
- Il velocista Livio Berruti è il primo europeo nella storia delle olimpiadi a spezzare il dominio dei nordamericani nei 200 metri piani; dopo di lui tale impresa riuscirà solo a Valerij Borzov, a Pietro Mennea e al greco Konstadínos Kedéris. Sia in semifinale che in finale Berruti eguaglia il record del mondo (20"5).
- L'etiope Abebe Bikila, sergente della guardia del Negus, giunge a Roma da perfetto sconosciuto. Tagliò il traguardo della maratona da trionfatore sotto l'arco di Costantino, correndo a piedi scalzi su suggerimento del suo allenatore e stabilendo, con 2h15'16"2, il nuovo record olimpico.
- L'americano Rafer Johnson e il taiwanese Yang Chuan-kwang, compagni di università ad UCLA, danno vita ad una delle più combattute gare dell'Olimpiade, nel decathlon, che sarà vinta dal primo con un distacco di soli 63 punti.
- Nella lotta i Turchi su sedici specialità vincono ben 7 medaglie d'oro e due d'argento.
- Lo statunitense Glenn Davis bissa il successo dell'Olimpiade precedente nei 400 m ostacoli.
- Le sorelle sovietiche Irina e Tamara Press trionfano rispettivamente negli 80 m ostacoli e nel getto del peso. All'Olimpiade seguente Irina si imporrà nel pentathlon, e Tamara conquisterà l'oro nel peso e nel disco.
- Nel nuoto Australia e Stati Uniti fanno la parte del leone con 4 medaglie d'oro per nazione; l'unico titolo non conquistato dagli australiani e dagli statunitensi è quello sui 200 rana femminile, che va alla britannica Lonsbrough.
- L'americana Chris von Saltza trionfa con ben 3 medaglie d'oro nel nuoto (400 stile libero, staffette 4x100 stile libero e mista).
- La nuotatrice statunitense Carolyn Wood, durante la gara dei 100 m farfalla, ingoiò per errore dell'acqua, rischiando l'annegamento. Venne squalificata, dopo aver toccato la linea che separava la sua corsia da quella di una sua avversaria.
- Il ginnasta sovietico Boris Šachlin conquista 4 medaglie d'oro, 2 d'argento e 1 di bronzo: un'impresa storica. L'URSS si afferma trionfalmente nella ginnastica femminile: sulle 15 medaglie in palio, 14 sono sovietiche. La ginnasta russa Larisa Latynina vince 2 ori e sale sul podio in tutte le specialità.
- L'ungherese Aladár Gerevich conquista nella sciabola a squadre la sua settima medaglia d'oro (la prima l'aveva vinta alle Olimpiadi di Los Angeles del 1932).
- Inaspettata sorpresa azzurra nella pallanuoto: l'Italia, 12 anni dopo Londra, si aggiudica la medaglia d'oro davanti a Unione Sovietica e Ungheria. Nel ciclismo, su 6 gare gli Azzurri se ne aggiudicarono 5.
- Nella scherma le medaglie d'oro per l'Italia furono 2: nella spada individuale con Delfino, e nella spada a squadre, con un sestetto di cui faceva parte anche Edoardo Mangiarotti, alla sua ultima Olimpiade. Nell'equitazione i fratelli Raimondo e Piero D'Inzeo (già rispettivamente argento e bronzo ai Giochi del 1956) conquistarono rispettivamente la medaglia d'oro e quella d'argento nel concorso a ostacoli individuale.
Citazioni e riferimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Lo scrittore contemporaneo Niccolò Ammaniti, nel suo libro Che la festa cominci, immagina che un gruppo di atleti sovietici partecipanti a questa olimpiade, per sfuggire dall'oppressione del regime comunista, si sia rifugiato per decenni nelle catacombe romane per paura di essere trovati dal KGB.
- La serie tv Raccontami, trasmessa in due stagioni da Rai 1, ha come punto di partenza gli ultimi preparativi in vista di queste Olimpiadi.
- La grande olimpiade di Romolo Marcellini, è un film documentario dell'Istituto Luce sull'evento.
- Le olimpiadi dei mariti di Mario Bianchi è un film commedia con Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi ambientato durante le Olimpiadi di Roma, ma gli sport sono assenti.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Past Olympic host city election results, su gamesbids.com, GamesBids. URL consultato il 17 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2011).
- ^ Arnaldo Romani Brizzi, Ludovico Pratesi, Cantieri Romani. Gangemi Editore, 2001. ISBN 88-492-0151-6
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab ac ad ae af ag ah ai aj ak al am an ao ap aq ar as at au av aw ax ay az ba bb bc (EN) Official report of the Games of the XVII Olympiad, su digital.la84.org, vol. 2. URL consultato il 30 marzo 2019 (archiviato il 30 marzo 2019).
- ^ a b c d e f Tribune provvisorie per l'evento.
- ^ Prova di maratona maschile. cfr. Arco di Constantino, Roma
- ^ Prova della fossa olimpica. cfr. Campo di Tiro a Volo Lazio, Roma
- ^ Prove di corsa individuale e a squadre. cfr. Circolo del Golf di Roma Acquasanta, Roma
- ^ Prova individuale su strada. cfr. Circuito Grottarossa, Roma
- ^ Prova della cronometro a squadra su strada. cfr. Viale Oceano Pacifico, Roma
- ^ Prove di scherma individuale e a squadre. cfr. Palazzo dei Congressi, Roma
- ^ Palazzo dei Congressi, Roma
- ^ Prove di salto individuale, dressage individuale, concorso individuale e concorso a squadre. cfr. Piazza di Siena, Villa Borghese, Roma
- ^ Prova di Carabina 300 m tre posizioni. cfr. Scuola di Fanteria dell'Esercito Italiano, Cesano
- ^ Prove di tiro individuale e a squadre. cfr. Poligono Umberto I, Roma
- ^ Prove di pistola 25 m, pistola 50 m, carabina 50 m a terra e carabina 50 m tre posizioni cfr. Poligono Umberto I, Roma
- ^ Dal 12 settembre 2013 denominato Stadio dei Marmi Pietro Mennea.
- ^ Struttura realizzata per 8 000 spettatori ma aumentata temporaneamente a 20 000 durante i Giochi.
- ^ a b c Stadio Olimpico del Nuoto, Roma
- ^ Prove di nuoto individuale e a squadre. cfr. Stadio Olimpico del Nuoto, Roma
- ^ In disuso dal 2012.
- ^ a b Stadio Olimpico, Roma
- ^ Tutte le prove, tranne la maratona maschile. cfr. Stadio Olimpico, Roma
- ^ Prova di salto a squadre. cfr. Stadio Olimpico, Roma
- ^ Demolito nel 2008.
- ^ Prove su pista. cfr. Velodrome Olimpico, Roma
- ^ Velodrome Olimpico, Roma
- ^ Dal 1991 denominato Stadio Artemio Franchi.
- ^ Dal 2003 denominato Stadio Carlo Zecchini.
- ^ Dagli anni sessanta denominato Stadio Tommaso Fattori.
- ^ Dal 1990 denominato Stadio Armando Picchi.
- ^ L'impianto è spesso indicato come localizzato a Passo Corese, poiché in adiacenza al centro abitato di questa località del comune di Fara in Sabina. Però ricade nel comune di Montelibretti.
- ^ Prove di equitazione individuale e a squadre. cfr. Centro Federale, Passo Corese
- ^ Dal 2008 denominato Stadio Adriatico-Giovanni Cornacchia.
- ^ Prove di concorso individuale e concorso a squadre. cfr. Centro Equestre Federale, Pratoni del Vivaro
- ^ a b Attualmente rinominato Stadio Nando Martellini.
- ^ Attualmente rinominato Stadio Alfredo Berra.
- ^ a b c d e f g LA TORCIA OLIMPICA.
- ^ a b c d e LA TORCIA OLIMPICA.
- ^ a b c "Storia delle Olimpiadi" di Antonino Fugardi, Universale Cappelli, 1972, pag.155-167
- ^ a b c d e f g Roma 1960 Le medaglie.
- ^ a b c d https://www.leolimpiadiditalia.it/partecipanti.html.
- ^ a b https://www.leolimpiadiditalia.it/medaglie-d-oro.html.
- ^ Alessandra Cori Il cinema di Romolo Marcellini tra storia e società dal colonialismo agli anni '70, Le mani-Microart's, 2009. ISBN 978-88-8012-488-7
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Comitato Organizzatore, The XVII Olympiad - Rome 1960 - Volume One, 1963 (versione digitalizzata Archiviato il 27 agosto 2006 in Internet Archive.)
- Comitato Organizzatore, The XVII Olympiad - Rome 1960 - Volume Two part 1, 1963 (versione digitalizzata Archiviato il 27 maggio 2008 in Internet Archive.)
- Comitato Organizzatore, The XVII Olympiad - Rome 1960 - Volume Two part 2, 1963 (versione digitalizzata)
- Augusto Frasca, Vanni Lòriga, Roma Olimpica. La meravigliosa estate del 1960, Vallardi, Milano, 2010
- ENIT, Olimpiade 1960: Giochi della XVII olimpiade ROMA MCMLX, Roma.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giochi della XVII Olimpiade
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Rome 1960 Summer Olympics, su olympic.org. URL consultato il 15 luglio 2017.
- (EN) 1960 Rome Summer Games, su sports-reference.com. URL consultato il 15 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2020).
- Olimpiadi estive: Roma 1960, su Enciclopedia dello sport Treccani. URL consultato il 15 luglio 2017.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 154878478 · LCCN (EN) n88172480 · GND (DE) 2049805-6 · J9U (EN, HE) 987011427044905171 |
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