Federico Lancetti

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Federico Lancetti (Bastia Umbra, 1814Perugia, 16 aprile 1899[1]) è stato un ebanista e intarsiatore italiano[2] , parente del meno conosciuto Lanciotto Lancetti[3].

Lancetti si forma all'Accademia di Belle Arti della città di Perugia, quindi si sposta a Roma, presso la bottega dell'ebanista tedesco Luigi Frantz in via Frattina[4] dove sosta quattro anni circa[5]. L'ebanista si sposta poi a Firenze (dove, a detta di Francesco Guarino, potrebbe aver conosciuto gli ebanisti Luigi e Angelo Frattini)[4], a Livorno e in altre città per tornare infine a Perugia[6].

Opere originali

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Una delle opere più giovanili note del Lancetti è un Tavolino intarsiato in legni vari e madreperla rinvenuto a Palazzo Pica Alfieri dell'Aquila e datato 1846[7].

Nel 1855, in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi, presenta un Pannello in madreperla, ebano, osso e avorio[5]. L'opera risale ai primi degli anni '50 del XIX secolo e oggi è conservata nel Victoria and Albert Museum di Londra, nella sezione dedicata ai mobili e agli artefatti lignei[8]

Nel successivo 1856, alla Mostra Provinciale di Belle Arti, Agricoltura ed Industria, espone nel Collegio IX (dedicato alle "opere affini alle Arti Belle") un Armadietto in ebano tarsito in legno a colori che colpisce la critica per il disegno, l'eleganza, il gusto delle forme e la precisione nell'esecuzione e che fa ottenere all'artista il Diploma di 1° Merito con Medaglia di 1a Classe[9][10].

L'abilità di Lancetti gli fa guadagnare un estimatore, il conte toscano Demetrio Finocchietti, che riporta come, nel 1861, l'artista di bastia partecipa all'Esposizione Nazionale di Firenze con una Tavola intarsiata in avorio e legni colorati che lo stesso Re d'Italia acquista[11]. Il conte sostiene che l'intarsiatore perugino non ha rivali in tutt'Italia, ad eccezione di un certo Gatti[12], di Faenza[13]. Lancetti, ottenuto il permesso dal Re, ripropone la medesima opera all'Esposizione Internazionale di Londra del 1862, dove riceve una Medaglia di Merito[11].

Nel mese di maggio del 1868 Lancetti espone una sua opera, uno Stipetto di avorio, ebano e madreperla, presso la Galleria delle Pietre Dure[14]. Anche quest'opera viene acquistata dal Re, che la colloca a Palazzo Pitti[15][16].

Del 1870 è un grande Armadietto-scrigno intarsiato dove l'artista impiega numerosi materiali: avorio, peltro, rame, osso, madreperla, legno di quercia, ebano e mogano[17].

All'Esposizione Universale di Vienna del 1873 Lancetti espone due opere: uno Stipo in avorio e madreperla e un Piano di tavola (simile a quello dell'esposizione londinese del 1862) che frutta all'ebanista-intarsiatore la Medaglia del Buon Gusto, seconda d'importanza solo al Diploma di Merito[15].

Nello stesso 1873, Tancredi VI (1803-1884) commissiona all'ebanista due librerie in legno di noce[18].

Nel 1878, alla stazione d'Assisi, gli alunni del Convitto Principe di Napoli offrono in dono al "principino" una "papeterie" uscita dall'officina d'intarsio del Lancetti[19].

L'artista realizza un Tavolo con scacchiera circolare che lo studioso Francesco Guarino ipotizza sia degli anni '70 del 1800[20].

Altra opera senza data è un tavolo della collezione Dean (Perugia) con riproduzioni della volta della Sala delle Udienze del Collegio del Cambio di Perugia[21].

Tornato a Perugia dopo il periodo di formazione, Lancetti si dedica anche al restauro di alcune opere locali. Lancetti interviene nei seguenti luoghi: sagrestia della Cattedrale di San Lorenzo (tarsie dei banconi)[5][22], Palazzo Pubblico di Perugia[5], Sala delle Udienze del Collegio della Mercanzia (rivestimento ligneo della sala)[5][23][24], San Pietro di Perugia (1854 "e seguenti", tarsie del coro ligneo)[25].

L'artista si spegne il 16 aprile 1889[1].

Un busto-ritratto scultoreo di Giuseppe Frenguelli è posto sulla tomba dov'è seppellito.

Per le numerose medaglie al merito raccolte (almeno 17), nel 1875 l'artista è nominato Cavaliere[15].

Egli è anche nominato Accademico di Merito all'Accademia di Belle Arti di Perugia[26][27] e Socio di Merito della Regia Accademia d'Urbino[27].

Lancetti è nominato dal Re Vittorio Emanuele II "Intagliatore della Real Casa"[2].

  1. ^ a b Angelo Lupattelli, Il civico cimitero di Perugia nel 70° anniversario dalla sua costruzione ed inaugurazione (1849-1919). Appunti storici., Perugia, Tip. Perugina già Santucci, 1920, p. 93.
  2. ^ a b Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 5.
  3. ^ Angelo de Gubernatis (a cura di), Dizionario degli artisti italiani viventi. Pittori, scultori e architetti, Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, 1889, pp. 604-605.
  4. ^ a b Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 14.
  5. ^ a b c d e Francesco Guarino, Un artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 6.
  6. ^ Angelo de Gubernatis (a cura di), Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, 1889, p. 602.
  7. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 9.
  8. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 10.
  9. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, pp. 6-7.
  10. ^ A. Bruschi, Giornale scientifico-letterario-agrario di, Perugia, Tipografia di Vincenzo Bartelli, 1857, p. 490.
  11. ^ a b Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 7.
  12. ^ Trattasi forse del cav. Giovan Battista Gatti, intarsiatore: https://books.google.it/books?id=tsssAAAAYAAJ&pg=PA169&dq=gatti+faenza+legno&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjP2sfC0OiHAxVphv0HHdTlJakQ6AF6BAgJEAI#v=onepage&q=gatti%20faenza%20legno&f=false e https://books.google.it/books?id=hnYfAAAAMAAJ&pg=PA597&lpg=PA597&dq=Giovanni+Battista+Gatti&source=bl&ots=qkIKGz1GIp&sig=ACfU3U3LddiJrIC_oFNeQuT-p3DdaxgQeA&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjn95vg0eiHAxU38LsIHb0mJZg4HhDoAXoECBEQAw#v=onepage&q=Giovanni%20Battista%20Gatti&f=false; quest'opera è dedicata al Gatti: https://books.google.it/books?id=7Q7PenZOAaYC&printsec=frontcover&dq=faenza&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwi24bD56eiHAxUZhf0HHWkWClAQ6AF6BAgFEAI#v=onepage&q=giambattista&f=false.
  13. ^ Relazioni dei giurati italiani sulla Esposizione Universale di Vienna del 1878. Fascicolo VII. Gruppo VIII. - Industria del legno. Id. Scultura in legno. Gruppo XIII. - Carrozze., Milano, dalla Regia Stamperia, 1878, pp. 45-46.
  14. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, pp. 7-8.
  15. ^ a b c Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 8.
  16. ^ Illustrazione dell'opera: L'arte in Italia rivista mensile di Belle Arti, Carlo Felice Biscara, Luigi Rocca (direzione), p. 76
  17. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 13.
  18. ^ Laura Zazzerini, La biblioteca della "Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation", in Biblioteche nobiliari e circolazione del libro tra Settecento e Ottocento, Pendragon, 2002, pp. 383-384.
  19. ^ Gazzetta ufficiale del Regno d'Italia, 16 novembre 1878, p. 4545.
  20. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 11.
  21. ^ Francesco Guarino, Un grande artista dimenticato: Federico Lancetti di Bastia Umbra (1817-1892), ebanista-intarsiatore, Bastia Umbra, Cicero Pro Domo Sua, 2017, p. 12.
  22. ^ Demetrio Carlo Finocchietti, Della scultura e tarsia in legno dagli antichi tempi ad oggi. Notizie storico-monografiche, collana Annali del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Firenze, Tipografia di G. Barbèra, 1873, p. 144.
  23. ^ Giovanni Battista Rossi Scotti, Guida illustrata di Perugia, III edizione, Perugia, Tip. di G. Boncompagni e C., 1878, p. 23.
  24. ^ Antonio Briganti e Magno Magnini, Perugia, Gubbio, Todi, Montelabbate, Deruta, Bettona, Castelrigone, Passignano, Cerqueto, Castiglione del Lago. Guida Storico-Artistica, Perugia, Stabilimento tipografico V. Bartelli & C., 1910.
  25. ^ Giovanni Battista Rossi Scotti, Guida illustrata di Perugia, III edizione, Perugia, Tip. di G. Boncompagni e C., 1878, p. 12.
  26. ^ Atti della Accademia di Belle Arti di Perugia. Anno scolastico 1897-98, Perugia, Tipografia di V. Santucci, 1898, p. 32.
    «Lancetti Cav. Federico di Bastia, intarsiatore (1875)»
  27. ^ a b Angelo de Gubernatis, Dizionario degli artisti italiani viventi, pittori, scultori e architetti, Firenze, coi tipi dei successori Le Monnier, 1889, p. 602.
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