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Pierre Seel
Pierre Seel (Haguenau, 16 agosto 1923 – Tolosa, 25 novembre 2005) è stato uno scrittore francese.
Fu l'unico omosessuale francese ad avere testimoniato a viso aperto la deportazione delle persone omosessuali ad opera del nazismo.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato e cresciuto in Alsazia in una famiglia molto cattolica, nel 1939, a 16 anni, venne derubato dell'orologio in un parco noto come luogo d'incontro omosessuale. Quando denunciò il fatto al commissariato, il suo nome fu schedato a sua insaputa nell'elenco degli omosessuali tenuto dal commissariato. Con l'invasione tedesca della Francia, Seel aderì alla Resistenza contro il nazismo.
Qualche mese dopo l'invasione tedesca, nel 1940, a 17 anni Seel fu convocato (assieme ad altri omosessuali) dalla Gestapo, che aveva messo le mani sugli schedari del commissariato. Venne arrestato, interrogato e torturato per due settimane. Il 13 maggio 1941, fu deportato dai tedeschi e internato nel campo di concentramento di Vorbruck-Schirmeck, a trenta chilometri da Strasburgo, dove subì violenze e torture a causa del suo orientamento sessuale.
Dopo parecchi mesi passati in vari campi di concentramento, Seel fu arruolato a forza nell'esercito tedesco (come alsaziano, parlava sia tedesco sia francese) e mandato a combattere sul fronte russo. Alla Liberazione, come la maggior parte dei deportati, non poté parlare dell'inferno che aveva vissuto. Seel tornò in Francia, si sposò e mise al mondo tre figli, ma a lungo tenne solo per sé il dramma della sua deportazione.
La testimonianza
[modifica | modifica wikitesto]Dopo quasi trent'anni di silenzio, nel 1982, indignato dagli attacchi omofobi del vescovo di Strasburgo, decise infine di parlare e di rivelare perché fosse stato arrestato e incarcerato. Nonostante l'ostilità della famiglia (dopo la pubblicazione della biografia, non ha più potuto vedere i suoi nipoti), contribuì a fare luce su un dramma dimenticato, un tabù nascosto persino dalle democrazie europee del dopoguerra. E raccontò anche i momenti più drammatici della sua prigionia, come l'esecuzione del ragazzo che amava.
Cominciò da lì una battaglia lunga decenni per ottenere il riconoscimento di deportato omosessuale dallo stato francese. Come vittima dell'Olocausto era stato risarcito dall'Organizzazione internazionale per l'immigrazione, ma - ripeteva - finché non fosse stato riconosciuto come "vittima omosessuale" si sarebbe sentito sempre un "senza-permesso di soggiorno" (sans-papier).
La testimonianza di Seel è stata particolarmente preziosa in Francia, dove le associazioni di ex-deportati e di partigiani hanno rifiutato a lungo di ammettere gli esponenti del movimento di liberazione omosessuale alle cerimonie in memoria delle vittime del nazismo. Ci furono perfino episodi di distruzione delle corone di fiori portate dagli omosessuali in tali occasioni. Seel, con la sua testimonianza, stimolata in parte proprio da tali episodi d'intolleranza, contribuì notevolmente al processo che ha portato all'attuale dialogo fra movimento gay e associazioni di ex deportati e partigiani.
A partire dal 2001 anche le autorità hanno cominciato a invitarlo per celebrare la Giornata della Memoria e alla fine anche il presidente francese Chirac ammise l'esistenza della deportazione omosessuale, affermando in occasione della "Giornata nazionale del ricordo delle vittime e degli eroi della deportazione":
«In Germania, ma anche sul nostro territorio, coloro che la loro vita personale rendeva diversi, io penso qui agli omosessuali, erano perseguitati, arrestati e deportati.»
Pierre Seel è sepolto nel cimitero di Bram, nel dipartimento dell'Aude. La sua storia è raccontata nell'autobiografia Io, Pierre Seel. Deportato omosessuale, tradotta anche in tedesco e in inglese (con il significativo titolo La Liberazione era per gli altri). La sua testimonianza appare inoltre nel film Paragraph 175, prodotto da Jeffrey Friedman e Rob Epstein, e che si avvale della voce narrante di Rupert Everett..
Influenza culturale
[modifica | modifica wikitesto]Cinema
[modifica | modifica wikitesto]- Un amour à taire, regia di Christian Faure (2005) ispirato al libro di Pierre Seel.
- Il rosa nudo, regia di Giovanni Coda (2013) docufilm sulla biografia di Pierre Seel.
Pittura
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2015 l'artista Antonello Morsillo, nella mostra Shoah i risvolti del pregiudizio, ha, tra gli altri, omaggiato con la tela L'amore anonimo la figura di Jo il compagno di Pierre Seel ucciso nei lager.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Pierre Seel, Jean Le Bitoux, Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel, Calman-Lévy, 1994.
Pierre Seel, Io, Pierre Seel, deportato omosessuale, scritto in collaborazione con Jean Le Bitoux, Massari editore, 2020. Alcuni estratti sono online:
- Pierre Seel, Testimonianze di Pierre Seel;
- Pierre Seel, Testimonianza tratte dal libro di Pierre Seel;
- Pierre Seel: L'assassinio del suo amante.
- (FR) Jean Le Bitoux, Les Français inaptes au redressement national;
- (FR) Jean Le Bitoux, Les homosexuels à Buchenwald.
- De Pierre et de Seel, entretien avec Hervé Joseph Lebrun, Create Space, 2005
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Storia degli omosessuali nella Germania nazista e durante l'Olocausto
- Omosessualità nella storia
- Paragrafo 175
- Triangolo rosa
- Paragraph 175
- Il rosa nudo
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pierre Seel
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Triangles roses, su triangles-roses.org.
- (EN) Seel, Pierre (1923-2005), su glbtq.com. URL consultato il 29 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2017).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 114790538 · ISNI (EN) 0000 0001 1480 3048 · LCCN (EN) n94070963 · GND (DE) 118157795 · BNE (ES) XX1534571 (data) · BNF (FR) cb123769230 (data) · J9U (EN, HE) 987007267807605171 |
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