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David Hockney
David Hockney (Bradford, 9 luglio 1937) è un pittore, disegnatore, incisore, fotografo e scenografo britannico.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]David Hockney è nato a Bradford, città della contea metropolitana del West Yorkshire, in Inghilterra, da Laura e Kenneth Hockney (che fu obiettore di coscienza nella seconda guerra mondiale), quarto di cinque figli. Ha studiato alla Wellington Primary School, alla Bradford Grammar School, al Bradford College of Art e al Royal College of Art a Londra. Qui partecipò alla mostra Young Contemporaries, insieme a Peter Blake, che preannunciò l'arrivo della Pop art. Venne considerato membro del movimento, nonostante i suoi lavori giovanili mostrino un carattere espressionista, come alcuni lavori di Francis Bacon.
Hockney è anche scenografo. Lavora all'Ubu re di Alfred Jarry, allestito al Royal Court Theatre di Londra nel 1963. Negli anni Settanta realizza le scenografie de La carriera di un libertino per il Glyndebourne Festival Opera del 1974, e de Il flauto magico al Metropolitan Opera di New York nel 1978. Nel 1994 disegna i costumi della Turandot messa in scena alla San Francisco Opera.
Il 16 novembre 2018 il suo dipinto Portrait of an Artist (Pool with Two Figures) è battuto all'asta da Christie's per la cifra record di 90,3 milioni di dollari, divenendo l'opera d'arte più costosa realizzata da un artista vivente[2], fino al 16 maggio 2019 quando la scultura Rabbit di Jeff Koons viene venduta a 91,1 milioni[3].
Hockney è apertamente gay, e nella sua ritrattistica ha più volte esplorato la natura dell'amore omosessuale.[4] Ad esempio il dipinto We Two Boys Together Clinging (1961), che prende il nome da una poesia di Walt Whitman, ha come oggetto l'amore per gli uomini.[5] Nel 1963, nel quadro Domestic Scene, Los Angeles ritrasse insieme due uomini mentre uno lava la schiena dell'altro. Nell'estate del 1966, mentre insegnava all'UCLA, incontró Peter Schlesinger, uno studente d'arte che posava per ritratti e disegni, e intrattenne con lui una relazione amorosa.[6][7]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ David Hockney BMW 850 CSi, 1995, su artcar.bmwgroup.com. URL consultato il 20 settembre 2017.
- ^ Alberto Custodero, Hockney all'asta per 90 milioni di dollari, record per un artista vivente. Le sue piscine icone dell'arte del XX secolon, su repubblica.it, 16 novembre 2018. URL consultato il 16 novembre 2018.
- ^ Il "coniglio" di Jeff Koons venduto a 91,1 milioni di dollari: è record per un artista vivente, su repubblica.it, 16 maggio 2019. URL consultato il 16 maggio 2019.
- ^ (EN) Portrait of the Artist as a Gay Man: David Hockney Documentary Comes to MFAH - OutSmart Magazine, su www.outsmartmagazine.com, 1º giugno 2016. URL consultato il 12 luglio 2023.
- ^ (EN) Edmund White, Sunlight, beaches and boys, in The Guardian, 8 settembre 2006. URL consultato il 12 luglio 2023.
- ^ Storie d’amore nella storia dell’arte, David Hockney e Peter Schlesinger e la loro relazione intensa, su ELLE, 26 maggio 2019. URL consultato il 12 luglio 2023.
- ^ (EN) Ed Helmore New York, $90m David Hockney is not a ‘break-up picture’, says ex-lover, in The Observer, 18 novembre 2018. URL consultato il 12 luglio 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su David Hockney
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su hockney.com.
- Hockney, David, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Alexandra Andresen, HOCKNEY, David, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992.
- (EN) David Hockney, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di David Hockney, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) David Hockney, su Discogs, Zink Media.
- (EN) David Hockney, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- David Hockney, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
- (EN) David Hockney, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) David Hockney, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) David Hockney, su filmportal.de.
- Profilo su florencebiennale.org, su florencebiennale.org. URL consultato il 17 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2012).
- Profilo su Thomas Dreher: David Hockney - Fotocollagen (PDF), su dreher.netzliteratur.net.
- Recensione di Stefano Jossa alla mostra alla Tate Britain (2017)
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