Amineh Kakabaveh
Amineh Kakabaveh | |
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Membro del Riksdag | |
In carica | |
Inizio mandato | 18 giugno 2008 |
Dati generali | |
Partito politico | Partito di Sinistra (fino al 2019) Indipendente (dal 2019) |
Università | Università di Stoccolma |
Amineh Kakabaveh ((in curdo ئامینە کاکەباوە; Saqqez, 6 dicembre 1970) è una politica svedese di origine curda-iraniana.[1] Essendo stata un membro della guerriglia curda Komalah[1] in Iran fin dalla sua giovinezza, si è rifugiata in Svezia all'età di 19 anni e nel giugno 2008 è stata eletta al Riksdag, il Parlamento svedese.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]È nata a Saqqez, in Iran, e aveva sette fratelli.[2] Da bambina ha lavorato per sostenere la sua famiglia.[2] All'età di tredici anni si unì al Komala curdo iraniano, dove fu addestrata come combattente.[3] Questa prima esperienza di assunzione di responsabilità e le fatiche della vita in montagna la resero più matura. Successivamente fuggì oltre la Turchia e la Grecia in Svezia.[1] Dopo aver trovato rifugio in Svezia a 19 anni, inizialmente ha lavorato come domestica di giorno e frequentato le scuole serali. Successivamente Kakabaveh si laureò presso l'Università di Stoccolma[4] in filosofia e scienze sociali.[1]
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Ispirandosi al movimento francese Ni putes ni soumises ("Né puttane né sottomesse"), Kakabaveh nel 2005 ha fondato l'organizzazione femminista e antirazzista Varken hora eller kuvad. Nelle elezioni parlamentari del 2008 è diventata membro del Parlamento svedese. Nel 2019 è stata minacciata di essere espulsa dal Partito della Sinistra, a causa di un prolungato conflitto con la dirigenza del partito. Prima che la questione fosse risolta, lasciò volontariamente il partito.
I membri del Parlamento non possono essere espulsi dai loro partiti, quindi è rimasta membro del Riksdag. Ma dopo le elezioni del 2018, la coalizione socialista con l'appoggio del Partito della Sinistra aveva un voto in più dell'opposizione, quindi quando Kakabaveh è diventata indipendente, il governo ha perso la maggioranza. Nella crisi del governo svedese del 2021, Kakabaveh avanzò alcune richieste riguardanti il sostegno ai curdi e le critiche al trattamento riservato ai curdi da parte di Recep Tayyip Erdogan; quando furono accolte decise di votare a favore del nuovo governo, guidato da Magdalena Andersson, che ottenne la maggioranza nel novembre 2021.
Dopo la domanda svedese alla NATO di cui la Turchia è membro, Erdogan ha chiesto l'estradizione di Kakabaveh per il suo sostegno alle organizzazioni curde.
Autobiografia
[modifica | modifica wikitesto]La sua autobiografia Amineh – inte större än en kalasjnikov ("Amineh - non più grande di un Kalashnikov") è stata pubblicata nel 2016, descrivendo in dettaglio il suo tempo con i Peshmerga.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (EN) Laying Kalashnikov to Rest, Amineh Kakabaveh fights on, in Rudaw Media Network. URL consultato il 1º novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2014).
- ^ a b (DE) Kurdo Baksy, Amineh Kakabaveh: Perschmerga im Parlament, in Der Freitag, 4 giugno 2022. URL consultato il giugno 2022.
- ^ (DE) Frühere Kurdenrebellin Schlüsselfigur im Streit um Nato-Erweiterung, su rnd.de. URL consultato il 29 giugno 2022.
- ^ (EN) Selay Dilaklı, "NATO has never brought safety to the world", su bianet.org, 19 maggio 2022.
- ^ (SV) Amineh – inte större än en kalasjnikov: från peshmerga till riksdagsledamot - Ordfront förlag, su ordfrontforlag.se. URL consultato il 12 luglio 2017 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2017).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Amineh Kakabaveh
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sveriges Riksdag: Amineh Kakabaveh
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