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Movimento d'indipendenza indiano
Il termine movimento d'indipendenza indiano comprende un ampio spettro di organizzazioni politiche, filosofie e movimenti che avevano l'obiettivo comune di porre fine in primo luogo alla Compagnia Inglese delle Indie Orientali e quindi al Raj Britannico autorità presenti in alcune parti dell'Asia del Sud. Il termine incorpora diverse campagne nazionali e regionali, agitazioni e gli sforzi di gruppi non violenti e di militanti per l'indipendenza dell'India.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il primo movimento organizzato nacque in Bengala, ma successivamente entrò nella scena politica sotto forma di un movimento di massa che andò a costituire il Congresso Nazionale Indiano (INC), con importanti leader moderati che cercarono solo i loro diritti di base a favore dei cittadini più umili e indifesi e alla classe dei contadini. L'inizio del 1900 vide un approccio più radicale verso l'indipendenza politica proposta da leader come Lal Bal Pal e Sri Aurobindo. Nel primo decennio del XX secolo si fece luce anche il Movimento rivoluzionario per l'indipendenza indiana guidato da Bagha Jatin che sfociò nel fallito patto indo-germanico durante la prima guerra mondiale.
Le ultime fasi della lotta per la libertà avvennero negli anni 1920 che videro il Congresso, guidato da Mohandas Karamchand Gandhi, che riuscì a creare un'alleanza tra indù e musulmani (grazie ad un accordo con il Movimento Khalifat, in funzione di difesa dell'Impero ottomano) e quindi ad adottare con successo politiche di non violenza e numerose campagne di resistenza civile. Personalità come Subhas Chandra Bose, arrivarono in seguito ad adottare un approccio militare al movimento e altre come Swami Saraswati Sahajanand che, insieme alle libertà politiche, chiedevano libertà economiche per i contadini e per tutte le masse lavoratrici del paese. La seconda guerra mondiale vide il picco dei movimenti, come il Movimento per la liberazione dell'India guidato da Gandhi, l'Indian National Army (INA) guidato da Subhas Chandra Bose e il Movimento Khaksar di Allama Mashriqi.
Questi movimenti portarono alla formazione dei Domini di India e Pakistan[1], entrambi proclamati nel 1947.[2][3] L'India rimase dominio della Corona fino al 26 gennaio 1950, quando adottò la sua Costituzione e si proclamò Repubblica e il Pakistan si proclamò Repubblica nel 1956. Nel 1971 scoppiò la guerra civile pachistana che successivamente portò alla guerra indo-pakistana del 1971 che vide la frammentazione del Pakistan orientale nella nazione del Bangladesh.
Il movimento d'indipendenza indiano era un movimento di massa che comprendeva varie sezioni della società del tempo, subendo inoltre un processo di costante evoluzione ideologica.[4] Anche se l'ideologia di base del movimento era anti-coloniale, fu sostenuto da una visione di sviluppo economico capitalista indipendente accoppiato con una visione politica laica, democratica e repubblicana[5]. Dopo gli anni 1930, il movimento prese una direzione verso il socialismo, dovuto all'aumento della influenza dell'ala sinistra del movimento e alla crescita del Partito Comunista d'India.[4]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La copertina, in la Repubblica, 5 agosto 2007, p. 30.
- ^ L'India ha raggiunto la sua indipendenza, in La Stampa, 15 agosto 1947, p. 1.
- ^ Federico Rampini, La mezzanotte della libertà che cancellò l'era coloniale, in la Repubblica, 5 agosto 2007, pp. 29-30.
- ^ a b Bipan Chandra, Mridula Mukherjee, Aditya Mukherjee, Sucheta Mahajan, K.N. Panikkar, India's Struggle for Independence, New Delhi, Penguin Books, 1989, p. 26, ISBN 978-0-14-010781-4.
- ^ Bipan Chandra, Mridula Mukherjee, Aditya Mukherjee, Sucheta Mahajan, K.N. Panikkar, India's Struggle for Independence, New Delhi, Penguin Books, 1989, p. 521, ISBN 978-0-14-010781-4.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Library of Congress, su lcweb2.loc.gov.
- G W Forest, The Indian Mutiny 1857–1858, Delhi, Low Price Publications, 2000, ISBN 81-7536-196-4.
- Larry Collins e Dominique Lapierre, Freedom at Midnight, London, HarperCollins, 1997, ISBN 0-00-638851-5.
- Bipan Chandra, Mridula Mukherjee, Aditya Mukherjee, Sucheta Mahajan, K.N. Panikkar, India's Struggle for Independence, New Delhi, Penguin Books, 1989, p. 600, ISBN 978-0-14-010781-4.
- Peter Heehs, India's Freedom Struggle: A Short History, Delhi, Oxford University Press, 1998, p. 199, ISBN 978-0-19-562798-5.
- Sumit Sarkar, Modern India: 1885-1947, Madras, Macmillan, 1983, p. 486, ISBN 0-333-90425-7.
- Richard J Popplewell, Intelligence and Imperial Defence: British Intelligence and the Defence of the Indian Empire 1904-1924., Routledge, 1995, ISBN 978-0-7146-4580-3.
- Peter Hopkirk, Like Hidden Fire: The Plot to Bring Down the British Empire., Kodansha Globe, 1997, ISBN 1-56836-127-0.
- Hew Strachan, The First World War. Volume I: To Arms, Oxford University Press. USA., 2001, ISBN 0-19-926191-1.
- Sir Verney Lovett, A History of the Indian Nationalist Movement, New York, Frederick A. Stokes Company, 1920, ISBN 81-7536-249-9.
- R.C. Majumdar, History of the Freedom movement in India, ISBN 0-8364-2376-3.
- Amales Tripathi, Barun De, Bipan Chandra, Freedom Struggle, 1994, ISBN 81-237-0249-3.
- Philip Mason, A Matter of Honour: An Account of the Indian Army, its Officers and Men
- Mohandas Gandhi, An Autobiography: The Story of My Experiments With Truth, Boston, Beacon Press, 1993, ISBN 0-8070-5909-9.
- Malcolm Chandler e John Wright, Modern World History, 2ª ed., Heinemann Educational publishers, 2001, ISBN 0-435-31141-7.
- Nigel Collett, The Butcher of Amritsar: General Reginald Dyer, Hambledon & London, 2007, ISBN 1-85285-575-4.
- Gianni Sofri, Gandhi and India: A Century in Focus, traduzione di Janet Sethre Paxia, Gloucestershire, The Windrush Press, 1995–1999, ISBN 1-900624-12-5.
- Anil Seal, Emergence of Indian Nationalism: Competition and Collaboration in the Later Nineteenth Century, London, Cambridge U.P., 1968, ISBN 0-521-06274-8.
- Brown, Judith M., 'Gandhi and Civil Resistance in India, 1917-47', in Adam Roberts and Timothy Garton Ash (eds.), Civil Resistance and Power Politics: The Experience of Non-violent Action from Gandhi to the Present. Oxford & New York: Oxford University Press, 2009. ISBN 978-0-19-955201-6.
- Sam Ashman, India: Imperialism, partition and resistance, in International Socialism, n. 77, dicembre 1997. URL consultato il 23 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2020).
Voci correlate
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