Gaetano Stammati
Gaetano Stammati | |
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Ministro del commercio con l'estero | |
Durata mandato | 21 marzo 1979 – 4 aprile 1980 |
Presidente | Giulio Andreotti Francesco Cossiga |
Predecessore | Rinaldo Ossola |
Successore | Enrico Manca |
Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 13 marzo 1978 – 21 marzo 1979 |
Presidente | Giulio Andreotti |
Predecessore | Antonino Pietro Gullotti |
Successore | Francesco Compagna |
Ministro del tesoro | |
Durata mandato | 30 luglio 1976 – 13 marzo 1978 |
Presidente | Giulio Andreotti |
Predecessore | Emilio Colombo |
Successore | Filippo Maria Pandolfi |
Ministro delle finanze | |
Durata mandato | 12 febbraio 1976 – 30 luglio 1976 |
Presidente | Aldo Moro |
Predecessore | Bruno Visentini |
Successore | Filippo Maria Pandolfi |
Senatore della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 luglio 1976 – 11 luglio 1983 |
Legislatura | VII, VIII |
Gruppo parlamentare | Democrazia Cristiana |
Circoscrizione | Roma I |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | Docente universitario |
Gaetano Stammati (Napoli, 4 ottobre 1908 – Roma, 11 febbraio 2002) è stato un politico e dirigente pubblico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio primogenito di una famiglia numerosa, nonostante la precoce morte del padre, consegue la laurea in Giurisprudenza nel 1930 e supera poco dopo il concorso per entrare nella pubblica amministrazione. A partire dal dopoguerra assume incarichi di grosso rilievo: direttore generale e più volte capo di gabinetto[1],e, a partire dal 1962, direttore generale del ministero del Tesoro,[2] e quindi consigliere d'amministrazione dell'IRI.[3] Nel 1967 è nominato Ragioniere Generale dello Stato, carica ricoperta fino al 1972, anno in cui assume la presidenza della Banca Commerciale Italiana.[4]
Fu professore incaricato di politica economica alla facoltà di Statistica dell'università La Sapienza di Roma.
Schierato politicamente con la Democrazia Cristiana, alla quale però non si iscrisse mai, preferendo restare indipendente, è nominato Ministro delle finanze nel governo Moro V. Eletto senatore come indipendente per la Dc nel 1976 e confermato nel 1979, ricoprì la carica di Ministro del tesoro nel governo Andreotti III, di Ministro dei lavori pubblici nel governo Andreotti IV e di Ministro per il commercio con l'estero nel governo Andreotti V e nel governo Cossiga I fino al 1980.
Il 20 maggio 1981 il nome di Stammati compare nella lista dei 962 iscritti alla loggia massonica P2 di Licio Gelli.[5] Da quel momento si ritira dalla vita politica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Guido Melis, Giovanna Tosatti (a cura di), Il potere opaco. I gabinetti ministeriali nella storia d'Italia., Il Mulino, 2020, pp. 27 - 34.
- ^ Legislatura 14º - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 119 del 12/02/2002
- ^ 347.pdf (PDF), su web.senato.it. URL consultato il 4 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2014).
- ^ Banca Intesa
- ^ leg09.pdf
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gaetano Stammati
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Stammati, Gaetano, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Gaetano Stammati, su Senato.it - VII legislatura, Parlamento italiano.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 73031415 · ISNI (EN) 0000 0000 2983 4026 · SBN DDSV197238 · BAV 495/23230 · LCCN (EN) n91042693 · GND (DE) 1276956673 · J9U (EN, HE) 987007271989605171 |
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