Discussione:Titanio

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Nelle applicazioni c'era scritto che "il titanio è considerato fisiologicamente inerte". A me sembrava poco precisa come definizione: c'è un motivo ben preciso per cui ha questa proprietà (che è una proprietà e non un'impressione di qualcuno), che è appunto l'analoga porosità fra tessuti e materiale.

Hai fatto benissimo ad esplicitare meglio la definizione. Questo è lo spirito di Teknopedia. Benvenuto e grazie. --Paginazero - Ø 10:28, 21 nov 2005 (CET)[rispondi]

Ci sarebbe un'ulteriore fatto da notare, essendo stata citata la resistenza a molti acidi di varia natura: il Titanio risulta particolarmente sensibile all'acido fluoridrico. Inoltre alla voce "Produzione" sarebbe il caso di specificare che vengono prodotte leghe di Titanio monofasiche e bifasiche, tra cui la più famosa è senza dubbio Ti-6Al-4V (lega alfa-beta nota come grado 5), utilizzata sia in campo medicale che nella produzione di oggetti a scopo decorativo.

Altri usi dei composti del titanio

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Il carburo ed il nitruro di titanio (TiC e TiN) vengono utilizzati nella fabbricazione di inserti per utensili adatti al taglio dei metalli ad alta velocità, cioè i cosiddetti inserti in "metallo duro". In particolare il TiC viene utilizzato, insieme al WC, al Co ed ad altri carburi (di Niobio e di Tantalio) per realizzare il corpo degli inserti,mentre il TiN serve per il rivestimento superficiale degli inserti.

✔ Aggiunto --Aushulz (msg) 16:52, 13 feb 2009 (CET)[rispondi]

vi sono alcune imprecisioni nella descrizione dei decadimenti di isotopi del titanio: gli isotopi STABILI sono tali appunto perche' non decadono (contrariamente a quanto si potrebbe supporre da qunto scritto) e sono quelli con numero atomico A da 46 a 50. gli altri decadono con vite medie abbastanza corte minori di alcuni minuti tranne il 44Ti (T=63 anni), in generale per cattura elettronica (A<46) e per decadimento beta (A>50).

Se sei sicurissimo di ciò che dici, modifica pure la voce (magari inserendo una fonte), altrimenti segnala la questione alla pagina Discussioni progetto:Fisica. --Aushulz (msg) 20:54, 23 lug 2010 (CEST)[rispondi]

Dal latino

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"Titans" non è latino. Titanus-i lo è Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 85.62.99.137 (discussioni · contributi) 12:00, 21 ott 2010 (CEST).[rispondi]

Ho modificato in "Titanus" (nominativo singolare), anche se la forma che era presente era "Titanes", che è forse il nominativo plurale di Titanus. Ho comunque corretto perché suppongo che per i fini etimologici si faccia riferimento sempre alla forma al singolare. --Aushulz (msg) 14:46, 21 ott 2010 (CEST)[rispondi]
Solo per la cronaca: "Titanes" non è latino, è la traslitterazione del nome greco dei Titani (Τιτᾶνες) nel nostro alfabeto. --2.39.229.147 (msg) 14:00, 18 dic 2020 (CET)Patrizio[rispondi]

Collegamenti esterni modificati

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Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina Titanio. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 04:14, 2 nov 2017 (CET)[rispondi]

Caratteristiche

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Si dice che il titanio è l'unico elemento che brucia in atmosfera di azoto: anche litio e magnesio è noto che lo facciano, probabilmente anche altri. Credo poi che occorra che tutti siano finemente suddivisi.--5.95.105.48 (msg) 16:48, 9 nov 2020 (CET)Patrizio[rispondi]

Grazie per la segnalazione. In assenza di una fonte a sostegno, ho modificato la frase. Molti metalli bruciano in aria, in azoto puro invece mi pare un comportamento insolito. --Daniele Pugliesi (msg) 23:08, 4 dic 2020 (CET)[rispondi]
Solo per chiarire; dire che litio, magnesio e titanio bruciano in atmosfera di N2 è un po' come dire che la legna brucia all'aria (o anche in O2 puro): occorre prima accenderla, ossia portarla ad una T oltre la quale la combustione si autosostiene. Così per quei metalli e, specialmente per questi, un fattore di importanza decisiva è la suddivisione più o meno spinta del campione. Un altro fattore dipende dalla reciproca natura dello strato di ossido (o azoturo) che si forma sulla superficie e del metallo sottostante: se lo strato è congruente, esso isola il metallo sottostante da ulteriore attacco e la reazione si ferma quasi subito.--2.39.229.147 (msg) 14:34, 18 dic 2020 (CET)Patrizio[rispondi]
Ok, ma la combustione ha bisogno di 3 fattori (vedi Triangolo del fuoco): combustibile, comburente e innesco. Se non c'è ossigeno, quale sarebbe il comburente? --Daniele Pugliesi (msg) 16:17, 18 dic 2020 (CET)[rispondi]
L'azoto, lui sarebbe il comburente. Certo, non è come l'ossigeno e N2 con il carbonio penso che non ce la farebbe, ma con il litio o il magnesio sì. H2 gassoso brucia in atmosfera di F2 (o di Cl2, se c'è luce solare). Un getto di F2 gassoso diretto su dell'acqua, la incendia, formando principalmente HF e O2. Ah, a volte ne bastano 2 di quei fattori: l'innesco può non essere indispensabile; P2H4, quella dei fuochi fatui, si infiamma spontaneamente all'aria, PH3 da sola non ce la fa.--2.39.229.147 (msg) 17:04, 18 dic 2020 (CET)Patrizio[rispondi]
Ok, ho chiesto giusto per sicurezza. Non so se per i lettori è chiaro, forse andrebbe specificato che è l'azoto a reagire e non l'ossigeno (anche se un lettore con un minimo di conoscenza della chimica e di buon senso dovrebbe capire che se si parla di "azoto puro" non c'è ossigeno nel sistema e quindi l'azoto fa da comburente).
Nella chimica industriale, spesso l'azoto è definito un "gas inerte", per cui non ci si aspetta che reagisca, ma ciò succede anche in casi molto rappresentativi, ad esempio nella produzione di ammoniaca e nelle reazioni di combustione che danno come sottoprodotto NOx. Anche questo aspetto andrebbe chiarito meglio nelle voci che parlano di "gas inerti" e di azoto. --Daniele Pugliesi (msg) 19:56, 20 dic 2020 (CET)[rispondi]
dnfnndnndndnndndnd --79.30.169.82 (msg) 15:19, 7 dic 2021 (CET)[rispondi]