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Virtù teologali
« Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! » ( 1Corinzi 13,13, su laparola.net.) |
Le virtù teologali (dal greco θεός, «Dio» e λόγος, «parola») nella dottrina cristiana sono: la fede, la speranza e la carità (quest'ultima anche detta amore).
Nella Bibbia
[modifica | modifica wikitesto]Fede operosa, carità impegnata e speranza costante sono menzionate in 1 Ts 1,2-3[1] (uno dei primi testi del Nuovo Testamento).
Significato teologico
[modifica | modifica wikitesto]Per la teologia cristiana le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio, rendono l'uomo capace di vivere in relazione con la Trinità e fondano ed animano l'agire morale cristiano, vivificando le virtù cardinali.
Nella dottrina della Chiesa cattolica queste virtù, a differenza delle virtù cardinali, non possono essere ottenute con il solo sforzo umano, ma sono infuse nell'uomo dalla grazia divina.
Le tre virtù teologali
[modifica | modifica wikitesto]Fede
[modifica | modifica wikitesto]La fede è la virtù per la quale l'uomo crede in Dio e a tutto ciò che egli gli ha rivelato e che la Chiesa gli propone a credere, perché secondo la dottrina cristiana cattolica Dio è la stessa Verità. Secondo la religione cristiana, con la fede l'uomo si abbandona liberamente e completamente a Dio per fare in pieno la sua volontà. La fede è associata nell'arte al colore bianco.[2]
Speranza
[modifica | modifica wikitesto]La speranza, per la dottrina cristiana, è la virtù per la quale l'uomo desidera e aspetta da Dio la vita eterna come sua felicità, riponendo la sua fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandosi "all'aiuto dello Spirito Santo" per meritarla e preservarla sino alla fine della vita terrena. La speranza è associata nell'arte al colore verde.[2]
Carità
[modifica | modifica wikitesto]La carità è la virtù per la quale l'uomo ama Dio al di sopra di tutto e il suo prossimo come se stesso per amore di Dio. Secondo i cristiani, Gesù fa di essa il comandamento nuovo, ovvero la pienezza della Legge di Dio. La carità è il vincolo di tutte le altre virtù, che anima, ispira e ordina, poiché la vera gratuità e lo spessore del vero amore è realizzato solo in nome di Cristo. Tutto è amato e accolto in nome Suo. Ciò che è amato al di fuori di lui è ugualmente un amore ma un amore imperfetto. La carità rimane l'unica opportunità per l'uomo d'oggi ovvero la sua trasformazione in homo novus, e nel contempo un monito, colmare il vuoto di carità per quel tanto di dolcezza che cade dal cielo con la luce del sole. La carità è associata nell'arte al colore rosso.[2]
Peccati contro le virtù teologali
[modifica | modifica wikitesto]- Peccati contro la fede:
- infedeltà;
- dubbio;
- incredulità (eresia, apostasia, scisma);
- indifferentismo.
- Peccati contro la speranza:
- disperare della salvezza;
- presunzione di salvarsi da sé;
- superstizione.
- Peccati contro la carità:
- indifferenza;
- ingratitudine;
- tiepidezza;
- accidia o pigrizia spirituale;
- odio verso Dio.
Controversie
[modifica | modifica wikitesto]Più di un vizio può essere considerato l'opposto di ciascuna virtù teologale:
- La mancanza di fede può dare adito all'incredulità (come nella bestemmia e nell'apostasia).
- La mancanza di speranza può dar adito alla disperazione o all'indifferenza.
- La mancanza d'amore può dar adito all'odio o all'ira.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 1 Ts 1,2-3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ a b c Simona Molari (a cura di), Le tre virtù Teologali nell’arte (PDF). URL consultato il 23 febbraio 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle virtù teologali
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