Pterothysanus laticilia
Pterothysanus laticilia | |
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Pterothysanus laticilia ♂ da "The Fauna of British India - Vol. 1" di Hampson (1892) | |
Stato di conservazione | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Lepidoptera |
Sottordine | Glossata |
Infraordine | Heteroneura |
Divisione | Ditrysia |
Superfamiglia | Calliduloidea |
Famiglia | Callidulidae |
Sottofamiglia | Pterothysaninae |
Genere | Pterothysanus |
Specie | P. laticilia |
Nomenclatura binomiale | |
Pterothysanus laticilia Walker, 1854 | |
Sinonimi | |
Pterothysanus lanaris |
Pterothysanus laticilia Walker, 1854[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Callidulidae, diffuso in Asia meridionale e sud-orientale.[2][3]
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'epiteto specifico trae origine dai termini latini lātus (ampio, esteso) e cĭlĭum (ciglio), con riferimento alle lunghe frangiature visibili sulle ali posteriori di questi lepidotteri.[4]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di una falena eteroneura appartenente ai Ditrysia, con un'apertura alare di circa 62 mm, e dalle abitudini sia diurne, sia notturne. L'aspetto generale è apparentemente simile a quello di una farfalla.[1][3][5][6][7]
Adulto
[modifica | modifica wikitesto]Capo
[modifica | modifica wikitesto]Il capo è ricoperto da scaglie piliformi di colore giallo-arancio.[1]
Gli occhi sono rossi e rivelano la presenza di minutissime setole interommatidiali; gli ocelli sono assenti, mentre i chaetosemata sono ben sviluppati.[1][3][5][7]
Nell'apparato boccale, i lobi piliferi sono presenti, come pure la spirotromba, non molto lunga e priva di scaglie.[7] I palpi mascellari sono ridotti. I palpi labiali sono giallastri, ascendenti e trisegmentati, col III articolo che termina con un organo di vom Rath ben definito.[1][3][5][7]
Le antenne sono rosse alla base, filiformi e molto corte, con lunghezza inferiore a un terzo di quella della costa dell'ala anteriore; i sensilli tricoidei sono di lunghezza ridotta.[1][3][5][7]
Torace
[modifica | modifica wikitesto]Nelle zampe, le tibie sono munite di spine e sono presenti speroni tibiali con formula 0-0-2; nel tarso delle zampe anteriori, il IV tarsomero è munito sulla superficie ventrale di una coppia di robuste spine apicali, mentre il distitarso ne è privo.[3][5][7]
L'ala anteriore presenta dorsalmente una colorazione di fondo nerastra, di solito unitaria a livello della costa, ma interrotta posteriormente da diverse macchie bianche, di forma e dimensioni molto variabili, che possono anche fondersi tra loro.[1] Per quanto riguarda le nervature, R parte dalla cellula discale ed è libera, come pure Rs1 ed Rs4, mentre Rs2 ed Rs3 si separano a partire da un'unica nervatura; M2 è posizionata nettamente più vicina a M3 che a M1; CuP è sostituita da una piega; 1A+2A è priva di biforcazione alla base.[3][5][7]
Nell'ala posteriore, si osservano tre distinte serie di macchie bianche, a livello basale, discale e post-marginale, talvolta unite in vere e proprie fasce irregolari che diventano predominanti sulla colorazione scura di fondo.[1] È visibile una sorta di sperone omerale su Sc+R; quest'ultima nervatura si avvicina fino a sfiorare Rs per un certo tratto, verso la metà della cellula discale; anche qui M2 risulta più vicina a M3 che non a M1; non si osserva CuP, sostituita da una plica.[3][5][7] Nei maschi sono presenti delle evidenti frangiature biancastre, costituite da scaglie piliformi disposte soprattutto lungo la parte posteriore del termen e il margine interno.[3]
Nel maschio manca un retinaculum sulla subcosta, mentre il frenulum è presente in entrambi i sessi;[3][7] la spinarea è assente.[3]
Addome
[modifica | modifica wikitesto]L'addome, biancastro ma un po' più scuro nei maschi, è privo di organi timpanici, così come il torace; i bordi laterali del I tergite sono connessi anteriormente al II sternite attraverso uno sclerite tergosternale completo; i tergiti III-VI sono più ristretti di quanto si possa osservare nelle Callidulinae e nelle Griveaudiinae.[3]
Nell'apparato genitale maschile, le valve sono unite ventralmente rispetto alla juxta; non si osserva uno gnathos completo, mentre l'uncus appare ristretto nella parte distale, quasi a formare una sorta di uncino; l'edeago presenta un piccolo coecum penis.[3]
Nel genitale femminile, l'ostium bursae è situato proprio in prossimità del margine anteriore arcuato dell'VIII sternite; le apofisi sono alquanto pronunciate; l'ovopositore appare appiattito e quadrilobato.[3]
Uovo
[modifica | modifica wikitesto]L'uovo è provvisto di un chorion liscio, e risulta alquanto appiattito.[3][5][7]
Larva
[modifica | modifica wikitesto]Non sono state descritte le larve di questa specie.[3][5][7]
Pupa
[modifica | modifica wikitesto]Non si conoscono le pupe delle specie di Pterothysanus, sebbene in base alla descrizione di una crisalide di Caloschemia (l'altro genere delle Pterothysaninae), eseguita da Joël Minet nel 1987,[6] si suppone che possano essere anch'esse obtecte e prive di cremaster, quindi presumibilmente ipogee.[3][5][7]
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]Si possiedono pochissime informazioni riguardo alla biologia della specie. Gli adulti sono attivi sia di giorno, sia di notte.[3][5][7]
Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Non si conoscono le piante nutrici per le specie delle Pterothysaninae, sebbene si ritenga che, come per le altre Callidulidae, questi bruchi possano essere pteridofagi, ossia si alimentino di foglie di felce.[5][3][7]
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]Il taxon è presente, nell'ecozona orientale e in particolare in India, Bangladesh, Birmania, Thailandia, Cambogia e Vietnam.[3][5][7]
L'habitat è rappresentato dal sottobosco della foresta pluviale.[5]
Tassonomia
[modifica | modifica wikitesto]Pterothysanus laticilia Walker, 1854 - List Spec. Lepid. Insects Colln Br. Mus. 2: 401 - locus typicus: Sylhet, Bangladesh.[1]
Sottospecie
[modifica | modifica wikitesto]Non sono state individuate sottospecie.[2]
Sinonimi
[modifica | modifica wikitesto]Sono stati riportati i seguenti sinonimi:[2]
- Pterothysanus lanaris Butler, 1884 - Ann. Mag. nat. Hist. (5) 14(84): 406 - locus typicus: incerto (Himalaya, India settentrionale?)[8]
- Pterothysanus noblei Swinhoe, 1889 - Proc. Zool. Soc. Lond. 1889: 401, tav. 44, fig. 3 - locus typicus: Prome, Birmania.[9]
- Pterothysanus orleans Oberthür, 1893 - Ét. ent. 17: 15, tav. 4, fig. 37 - locus typicus: Tonchino settentrionale, Vietnam.[10]
Va inoltre detto che, secondo alcune fonti, il genere Pterothysanus sarebbe da considerarsi monotipico; in tal caso andrebbe attribuito lo status di sinonimi di P. laticilia anche alle seguenti specie:[2]
- Pterothysanus atratus Butler, 1885 - Ann. Mag. nat. Hist. (5) 16(95): 346, tav. 8, fig. 3 - locus typicus: Assam, India.[11]
- Pterothysanus pictus Butler, 1884 - Ann. Mag. nat. Hist. (5) 14(84): 407 - locus typicus: isola di Elephanta, Mumbai, Maharashtra, India.[8]
Conservazione
[modifica | modifica wikitesto]La specie non è stata inserita nella Lista rossa IUCN.[12]
Note
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pterothysanus laticilia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) ADW - Animal Diversity Web, su animaldiversity.org. URL consultato il 17 aprile 2017.
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