Indice
PalaDozza
PalaDozza | |
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Madison | |
Informazioni generali | |
Stato | Italia |
Ubicazione | Piazza Manfredi Azzarita 3, 40122 Bologna |
Inizio lavori | 1954 |
Inaugurazione | 1956 |
Proprietario | Comune di Bologna |
Progetto | Francesco Allegra |
Intitolato a | Giuseppe Dozza |
Informazioni tecniche | |
Posti a sedere | 5 570 |
Struttura | Arena coperta |
Mat. del terreno | parquet |
Uso e beneficiari | |
Pallacanestro |
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Mappa di localizzazione | |
Il PalaDozza (In passato Palazzo dello Sport[1], PalaAzzarita e poi Land Rover Arena) è un impianto sportivo polivalente di Bologna.
Per via della sua importanza come principale arena sportiva cittadina è stata definita come il salotto dello sport bolognese, e col tempo ha avuto vari soprannomi: la bombonera, piccolo Madison o Madison di piazza Azzarita, come è colloquialmente conosciuto data la somiglianza con l'impianto newyorchese.[1][2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I lavori iniziarono il 15 marzo del 1954 su progetto di Francesco Allegra, per essere conclusi due anni più tardi. Esteso su di un'area di 7.200 mq, all'epoca poteva contenere 7.500 spettatori seduti e 1.500 in piedi. Fu inaugurato il 9 agosto del 1956 alla presenza del sindaco Giuseppe Dozza e del presidente del CONI Giulio Onesti. L'impianto fu fortemente voluto dallo stesso Dozza poiché i vecchi spazi della Sala Borsa si rivelarono non più adatti al crescente pubblico delle partite di pallacanestro.[1][2]
Il 12 settembre 1956 si svolse il primo incontro, la partita Italia-Polonia conclusasi con risultato di 70-54, nell'ambito del trofeo internazionale Aldo Mairano. Sin da subito divenne la casa delle principali società cittadine come la Virtus Minganti e la Preti Gira, con il primo derby che si svolse il 29 ottobre con vittoria del Gira per 45 a 42.[1][2] Oltre al basket ospitò sin dai primordi altre manifestazioni sportive, come le attività di pallavolo della Virtus Pallavolo Bologna prima e della Zinella Volley Bologna poi, di pugilato, animati dal protagonista locale Francesco Cavicchi, ma anche hockey, tennis, pattinaggio, ginnastica e scherma.[3]
Dal 1966 l'impianto diventa il teatro di scontro tra la Virtus e la Fortitudo,[2] almeno fino ai tardi anni novanta, quando prima una e poi l'altra si trasferirono al PalaMalaguti (oggi Unipol Arena) di Casalecchio di Reno. Nel 1996 il palazzetto viene intitolato al sindaco Dozza, prendendo così il nome odierno.[1]
Nel 1999 la società Fortitudo ne ottenne la gestione ventennale. Dalla stagione 2005/2006 è stato sponsorizzato dalla Land Rover e indicato come Land Rover Arena. Con la ristrutturazione dell'impianto nel 2000, venne aggiunto sopra il parquet di gioco un maxischermo avveniristico tra i più grandi d'Europa che, durante le gare, mostrava le statistiche delle squadre in campo e le immagini della partita stessa. Nello stesso anno è stata eliminata la pista di atletica indoor[4] che correva nel seminterrato dell'impianto. La struttura disponeva anche di un maxischermo esterno che permetteva di assistere alle manifestazioni da Piazza Azzarita.
Nell'ottobre 2009 la Fortitudo ebbe problemi economici e il Comune di Bologna versò oltre 6 milioni di euro per sanare i debiti della società. Nel 2011 emise un'ordinanza di sgombero per il PalaDozza nei confronti della Fortitudo Pallacanestro Bologna S.r.l. per mancati pagamenti all'erario, richiedendo l'immediata riconsegna dell'impianto.[5]. Il 18 aprile 2011, Gilberto Sacrati, proprietario della Fortitudo, ha presentato un ricorso al TAR.[6]
Nel maggio 2011 il Comune ha espulso la società dal PalaDozza con la forza pubblica, cambiando le serrature e passando le nuove chiavi a Giulio Romagnoli, subentrato per ordine del Comune medesimo (tramite determina dirigenziale), alla gestione di Gilberto Sacrati presidente pro tempore della Fortitudo.[7]
Dal 2012 Il PalaDozza è tornato a completa gestione comunale.
Dalla stagione sportiva 2013-14 torna ad ospitare le partite casalinghe della Fortitudo Pallacanestro Bologna 103.
Viene scelto dalla Pallacanestro Reggiana per ospitare le Final Four di EuroChallenge del 2014.
Nella stagione 2014-15 ospita ancora la Reggiana in occasione delle sue partite casalinghe di EuroCup. A causa dei lavori di ristrutturazione del PalaBigi, la Pallacanestro Reggiana torna a giocare al PalaDozza anche per alcune partite di Serie A: le prime due gare casalinghe della stagione 2016-17, e la ventunesima giornata della stagione 2021-22.
Dalla stagione 2017-18 la Virtus Pallacanestro Bologna torna a giocare le partite casalinghe al PalaDozza. Vi rimarrà due stagioni, prima di spostarsi alla neonata Virtus Arena.
Dal 2018 il palazzetto è coinvolto in progetti di rinnovamento che comprendono una nuova superficie in parquet e la realizzazione di un Museo del Basket, promosso dal comune e dalla Federazione Italiana Pallacanestro.[3][8][9]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'arena copre una superficie utilizzabile di 1200 mq circondata da un anello di gradinate diviso nei quattro settori Azzarita, Calori, Graziano e Nannetti. Sopra il campo è posto uno schermo a forma quadrangolare che proietta le immagini dell'evento a 360°.[10]
Servizi
[modifica | modifica wikitesto]- 3 Bar durante le manifestazioni
- 2 Sale di socializzazione
- Sala convegni
- Fortitudo point
- Galleria d'arte Space Off
- Centro medico
Eventi sportivi
[modifica | modifica wikitesto]- 1966 - Basket: Final Four di Coppa dei Campioni FIBA (31 marzo e 1º aprile)
- 1971 - Tennis: WCT Bologna Indoor 1971 (14 novembre)
- 1974 - Tennis: WCT Bologna Indoor 1974 (11 febbraio – 17 febbraio)
- 1975 - Tennis: WCT Bologna Indoor 1975 (6 febbraio – 12 febbraio)
- 2014 - Basket: Final Four di EuroChallenge (25 e 27 aprile)
- 2018 - Pallavolo: Mondiali maschili 2018 (21 settembre – 23 settembre)
Eventi extrasportivi
[modifica | modifica wikitesto]Il PalaDozza ha ospitato nel tempo numerose manifestazioni musicali e di spettacolo. Non sono mancate neppure grandi assemblee di tipo politico. Segue un elenco non esaustivo di questi eventi.
Anni cinquanta
[modifica | modifica wikitesto]- 1957 - Holiday on Ice (24-30 maggio)
- 1959 - II Festival Internazionale del Jazz (2-3 ottobre)
Anni sessanta
[modifica | modifica wikitesto]- 1963 - Adriano Celentano (23 marzo)
- 1966 - VIII Festival Internazionale del Jazz (12-13 maggio)
- 1967 - The Who (24 febbraio)
- 1967 - The Rolling Stones (5 aprile) Primo concerto in Italia degli Stones
- 1968 - Jimi Hendrix (26 maggio)
- 1969 - XII congresso del PCI (8-15 febbraio)
Anni settanta
[modifica | modifica wikitesto]- 1971 - James Brown (aprile)
- 1971 - Deep Purple
- 1971 - XII Festival Internazionale del Jazz (15-16 ottobre)
- 1971 - Uriah Heep (dicembre)
- 1972 - Jethro Tull (2 febbraio)
- 1972 - XIII Festival Internazionale del Jazz (9-10-11 novembre)
- 1973 - Jethro Tull (17 e 19 marzo)
- 1973 - Miriam Makeba (7 novembre)
- 1975 - XVI Festival Internazionale del Jazz (13-14-15-16 novembre)
- 1977 - Area - Eugenio Finardi - Alberto Camerini (Marzo)
- 1977 - Movimento del Settantasette (23-25 settembre)
- 1978 - Lucio Dalla (17 aprile)
- 1978 - Edoardo Bennato (24 aprile)
- 1979 - Fabrizio De André e PFM (15-16 gennaio)
- 1979 - Bologna Rock: Dalle cantine all'asfalto (2 aprile)
- 1979 - Peter Tosh (12 luglio)
- 1979 - La Carovana del Mediterraneo (3 dicembre)
Anni ottanta
[modifica | modifica wikitesto]- 1980 - Devo (20 giugno)
- 1980 - Roxy Music (10 luglio)
- 1980 - Talking Heads (16 dicembre)
- 1981 - Iggy Pop (18 giugno)
- 1981 - Iron Maiden prima apparizione di Bruce Dickinson in live Killers World Tour (26 ottobre)
- 1981 - Ultravox
- 1982 - Franco Battiato (15 febbraio)
- 1982 - Jethro Tull (3 maggio)
- 1982 - Franco Battiato (14 settembre)
- 1982 - John Mayall (29 novembre)
- 1985 - Luca Carboni
- 1986 - Jazz Bologna ‘87: Miles Davis (13 novembre)
- 1986 - Europe
- 1987 - Depeche Mode (26 ottobre)
- 1989 - JazBo (30-31 gennaio)
- 1989 - Pino Daniele
- 1989 - R.E.M. (16 giugno)
- 1989 - David Byrne (27 novembre)
Anni novanta
[modifica | modifica wikitesto]- 1990 - XIX (ed ultimo) congresso del PCI (7-11 marzo)
- 1991 - Litfiba (4 marzo)
- 1991 - UB40 (22 aprile)
- 1991 - Billy Idol - Cradle of love tour
- 1991 - Ligabue (2 dicembre)
- 1992 - Luca Carboni (15 aprile)
- 1993 - Jovanotti (15 e 16 febbraio)
- 1995 - Megadeth (8 aprile)
- 1996 - Sting (1º maggio)
- 1997 - Francesco Guccini (13 dicembre)
- 1998 - Consorzio Suonatori Indipendenti (25 febbraio)
- 1998 - "Taratata" - Claudio Baglioni (6 ottobre)
- 1998 - "Taratata" - Pras, Anouk, Elisa, Articolo 31 (20 ottobre)
- 1998 - "Taratata" - Vasco Rossi (10 novembre)
- 1998 - "Taratata" - Luca Carboni (9 settembre)
- 1998 - "Taratata" - Bruce Springsteen (11 dicembre) (a porte chiuse)
- 1998 - "Taratata" - Alanis Morissette (15 dicembre)
- 1999 - "Taratata" - R.E.M. (28 febbraio)
- 1999 - "Taratata" - Blur (1 marzo)
- 1999 - "Taratata" - The Cranberries (19 marzo)
- 1999 - "Taratata" - Skunk Anansie Piero Pelù (31 marzo)
Anni duemila
[modifica | modifica wikitesto]- 2000 - Francesco Guccini (3 aprile)
- 2002 - Elio e le Storie Tese (5 maggio)
- 2002 - Francesco Guccini (13 dicembre)
- 2003 - Muse (30 ottobre)
- 2004 - Blink 182 (15 febbraio)
- 2004 - Francesco Guccini (3 dicembre)
- 2005 - Franco Battiato (1º febbraio)
- 2005 - Antonello Venditti (21 marzo)
- 2005 - The White Stripes (21 ottobre)
- 2005 - Giorgia (22 novembre)
- 2006 - Negramaro (18 febbraio)
- 2006 - Aldo, Giovanni e Giacomo (1,2 e 3 aprile)
- 2007 - Stadio (13 aprile)
- 2007 - Luca Carboni (17 aprile)
- 2007 - Dream Theater (25 ottobre)
- 2008 - Francesco Renga (11 marzo)
- 2008 - Pooh (9 aprile)
- 2008 - Orchestra Mozart (dir. Claudio Abbado) (25 ottobre)
- 2008 - Francesco Guccini (5 dicembre)
- 2009 - Gigi Proietti (22 e 23 aprile)
- 2009 - Corrado Guzzanti (9 maggio)
- 2009 - Giorgia (10 maggio)
- 2009 - Marco Carta (11 giugno)
- 2009 - Deep Purple (16 dicembre)
Anni duemiladieci
[modifica | modifica wikitesto]- 2010 - Raiperunanotte condotto da Michele Santoro (25 marzo)
- 2011 - Alessandra Amoroso (21 aprile)
- 2011 - Marco Mengoni (7 dicembre)
- 2012 - Giorgia (8 marzo)
- 2012 - Fiorella Mannoia (23 marzo)
- 2012 - Antonello Venditti (14 aprile)
- 2012 - Noel Gallagher's High Flying Birds (6 ottobre)
- 2012 - Cesare Cremonini (9, 16 e 17 novembre)
- 2012 - Emma (30 novembre)
- 2013 - Colorado Tour (25 maggio)
- 2013 - Paramore (10 settembre)
- 2013 - Nick Cave & the Bad Seeds (29 novembre)
- 2013 - Luca Carboni concerto per il trentennale della carriera (20 dicembre)
- 2014 - Editors (28 febbraio)
- 2014 - Giorgia (7 maggio)
- 2014 - Morrissey (17 ottobre)
- 2014 - Stefano Bollani e Hamilton de Holanda (16 novembre)
- 2014 - Zubin Mehta con l'Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino (11 dicembre)
- 2015 - Beppe Grillo is back (16 febbraio)
- 2015 - Lo Stato Sociale (21 novembre)
- 2015 - Editors (28 novembre)
- 2019 - The Zen Circus (12 Aprile)
- 2019 - Matteo Salvini (14 Novembre)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Il nuovo Palazzo dello Sport, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Salaborsa. URL consultato il 15 marzo 2022.
- ^ a b c d La storia, su paladozza.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
- ^ a b Bologna Welcome.
- ^ atletica indoor Archiviato il 5 novembre 2013 in Internet Archive.
- ^ La Cancellieri ha deciso, Sacrati sarà sfrattato Romagnoli si prepara a gestire il Madison
- ^ Sacrati: "PalaDozza, io vado al Tar perché sospenda lo sfratto"
- ^ PALADOZZA, IL TAR RESPINGE LA RICHIESTA DI SOSPENSIVA
- ^ Per un Museo Nazionale del Basket, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 2 giugno 2022.
- ^ Museo del Basket, su paladozza.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
- ^ La struttura, su paladozza.org. URL consultato il 2 giugno 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su PalaDozza
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su paladozza.org.
- PalaDozza, su bolognawelcome.com. URL consultato il 2 giugno 2022.
- La storia del Bologna Jazz Festival, su bolognajazzfestival.com, Associazione Culturale Bologna In Musica. URL consultato il 14 aprile 2019.
- Luca Sancini, PalaDozza, mezzo secolo di gloria, in la Repubblica, 9 agosto 2006. URL consultato il 15 aprile 2019.
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