Giulio Tarro

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Giulio Filippo Tarro (Messina, 9 luglio 1938) è un medico e virologo italiano.

Fu allievo di Sabin fino a che questi prese le distanze da lui, sul piano personale e professionale, quando si accorse che i risultati ottenuti da Tarro non erano scientificamente riproducibili, ritirando la sua firma dagli studi che stavano realizzando insieme.[1][2][3][4]

Il suo nome compare sulla stampa alla fine degli anni '70 per aver studiato il "male oscuro" che colpì Napoli in quegli anni,[5] e torna alla ribalta mediatica nel 2020, in occasione della diffusione in Italia della pandemia di COVID-19,[6] per le sue esternazioni contrarie agli indirizzi consolidati della comunità scientifica[7][8] e per le incongruenze emerse nel suo curriculum vitae.[9]

Nel suo curriculum pubblicato sul proprio sito internet, si legge che ha conseguito il diploma di maturità classica al Liceo Maurolico di Messina, la laurea in Medicina e Chirurgia cum laude nel 1962 e la specializzazione cum laude in Malattie Nervose e Mentali nel 1968, entrambe presso l'Università degli Studi di Napoli.[10]

Dopo avere conseguito la laurea in medicina, vince il "premio Sabin" messo in palio dalla casa farmaceutica Sclavo, che gli permette di andare negli Stati Uniti nel 1965 per studiare al fianco di Albert Sabin,[11][3] noto per aver ideato il vaccino antipoliomielite circa dieci anni prima;[12] nel 1972 torna negli Stati Uniti per proseguire altre ricerche con Sabin che però decise di ritirare il suo nome dai lavori pubblicati con Tarro accusandolo di aver costruito forzatamente dei dati.[11]

Nel 2009 si è iscritto all'albo dei giornalisti come giornalista pubblicista.[13]

A fine luglio 2020 viene nominato presidente onorario del partito Alleanza di Centro, ed espone le sue opinioni a sostegno di Stefano Caldoro durante la campagna elettorale delle elezioni regionali in Campania del 2020.[14][15]

L'insegnamento e la ricerca

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Nel suo curriculum si legge che Tarro è diventato assistente di patologia medica all'Università di Napoli dal 1964 al 1966; relativamente al periodo trascorso negli Stati Uniti d'America grazie al premio della casa farmaceutica, scrive inoltre di essere stato, dal 1965, assistente della divisione di virologia e ricerca per il cancro del Children's Research Foundation di Cincinnati (l'istituto guidato da Sabin) insegnando per un anno ricerche pediatriche dal 1968 al 1969.[10] Ottiene poi la libera docenza italiana in Virologia nel 1970[16] o nel 1971[17][18] (a seconda dei curriculum), sostenendo di essere diventato professore di virologia oncologica (la prima cattedra di virologia oncologica in Italia) presso la I Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Napoli dal 1975 al 1985, oppure dal 1971 al 1985[16], ma da ricerche giornalistiche non compare nei registri online dell'Università di Napoli, mentre risultano brevi corsi tenuti negli anni settanta.[10][19] Sempre nel suo curriculum, Tarro scrive di essere stato ricercatore presso l'allora Centro Nazionale delle Ricerche dal 1966 al 1975, e quindi ricercatore senior del Public Health Service al Cancer Center del National Cancer Institute di Frederick nel 1973, diventandovi direttore di progetto dal 1971 al 1975.[10]

Negli anni Ottanta, interessato dal siero di Bonifacio, un composto a base di feci e urina di capra diventato celebre nel 1969 (nato dall'errata convinzione che le capre non si ammalassero di cancro), su cui era stata effettuata una sperimentazione clinica autorizzata dal Ministro della Sanità Ripamonti con risultati deludenti, Tarro volle condurre nuovi studi al riguardo, sul quale si riconfermò però l'inefficacia.[20][21]

Attività clinica

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È stato primario di virologia presso l'Ospedale Cotugno dal 1973 al 2006,[3][22] nonché direttore di Dipartimento dei Servizi Diagnostici dell'ospedale dal 2003 al 2006,[23] quando è stato proclamato Primario Emerito del nosocomio.[24]

Ha condotto progetti diagnostici e terapeutici durante l'epidemia di colera in Italia del 1973,[4][25] nonché su epatiti ed AIDS, e più recentemente anche relativi alla SARS, all'influenza aviaria e all'influenza suina.[22]

All'inizio degli anni 1980 Tarro fu coinvolto in un'inchiesta della magistratura di Napoli, per truffa ed estorsione ai danni della soubrette Stefania Rotolo, ammalata di cancro all'utero.[26] Secondo l'accusa avrebbe tentato di vendere 10 fiale di un farmaco a base di interferone per 40 milioni di lire, che in realtà si era rivelato essere solo acqua distillata.[26] Tarro viene assolto con formula piena per non aver commesso il fatto,[27] mentre il suo assistente Antonio Battista viene condannato a sei anni di reclusione.[21]

È stato presidente della Lega internazionale dei medici contro la vivisezione dal 1992 al 2012.[28] Dal 1995 al 1998 è stato membro del Comitato nazionale di bioetica.[29]

È presidente a vita della Fondazione Teresa e Luigi De Beaumont Bonelli, per le ricerche sul cancro,[30][31] e dal 2008 è presidente della Norman Academy, un'associazione no-profit della Florida che persegue lo scambio interculturale ed interreligioso tra i popoli.[32]

La presidente della Società Italiana di Immunologia Clinica e Allergologia ha dichiarato che, negli anni Ottanta, Tarro è stato espulso dall'associazione stessa, allora chiamata Gruppo di Cooperazione in Immunologia, a causa di «dubbia reputazione e scarsa rigorosità scientifica».[33][34]

È in corso giudizio al Tribunale di Napoli nei confronti della SIICA e della dott.ssa Angela Santoni per diffamazione a seguito delle gravi affermazioni contenute negli articoli della SIICA e della dott.ssa Angela Santoni quali "falso esperto, sciacallaggio, scienziato di modestissima caratura, autoproclamatosi candidato al premio nobel, che ha sostenuto cure senza fondamento scientifico, di dubbia reputazione e scarsa rigorosità scientifica, espulso dalla SIICA" come consultabili alle voci 33 e 34 sopra indicate.

Sostiene di essere stato professore di Microbiologia e di Immunologia applicata alla nefrologia presso la scuola di specializzazione in nefrologia medica (fino al 2006);[18] L'Espresso contesta che tale posizione strutturata tuttavia non risulti disponibile dal database CINECA, che è consultabile relativamente alle posizioni universitarie Italiane a partire dall'anno 2000.[20]

Nel 1999 Tarro sostiene una falsa cura nota come biocorrezione di Vitali Vassiliev ed insieme a lui pubblica un articolo; è una cura senza fondamento scientifico che promette di guarire da diverse malattie, che sembra essere praticata in alcune cliniche soprattutto in Israele, dai costi di decine di migliaia di euro.[35][21]

Tarro dichiara di essere anche presidente, dal 2007, di una Commissione sulle biotecnologie della virosfera alla World Academy of Biomedical Technologies, ente dell'UNESCO;[24][36] tale ente non risulta però esistere in seno all'UNESCO e lo stesso Ente ha dichiarato di non avere alcuna correlazione con la sua figura;[20] esiste invece un'associazione denominata WABT - Human Health Medicine e di cui Tarro risulta capo delegazione in Italia.[37]

Pubblicazioni e congressi

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Nel suo curriculum, ripreso da alcuni articoli di giornale, si attribuisce il merito di avere identificato, nel 1979 a Napoli, il virus respiratorio sinciziale come causa di un'epidemia tra i bambini, allora chiamata "male oscuro".[3][5] Questa scoperta è però controversa, in quanto la sua prima pubblicazione a riguardo è del 1984,[38][39] mentre già nel 1979 docenti dell'Università di Napoli avevano pubblicato articoli sull'isolamento e l'identificazione del virus, in cui egli non risulta tra gli autori né nelle fonti bibliografiche,[21] e tale scoperta risulta in definitiva attribuita ad un gruppo composto da ricercatori dell'Istituto di Patologia Generale dell'Università di Napoli e del Laboratorio di Malattie Batteriche e Virali dell'Istituto Superiore di Sanità.[20]

Nel corso della sua carriera professionale Tarro ha partecipato a numerose conferenze scientifiche, tra cui anche alcune organizzate da aziende (ad esempio OMICS, Conference Series e Pulsus) registrate a nome di Srinubabu Gedela, note nel mondo scientifico per essere organizzatrici di predatory conferences, convegni senza controllo editoriale, che traggono guadagno dalla presentazione e dall'eventuale pubblicazione su riviste associate (anch'esse senza controllo editoriale), con costo tra il centinaio e le migliaia di dollari.[40][21] La Federal Trade Commission ha intentato una causa contro il gruppo OMICS con l'accusa di ingannare accademici e ricercatori sulla natura delle pubblicazioni e nascondere i costi di pubblicazione; per lo stesso motivo nel novembre del 2017 Gedela e i suoi gruppi aziendali sono stati condannati dalla Corte Federale del Nevada.[21] Tarro stesso fa parte del comitato di redazione del Journal of Clinical Microbiology and Antimicrobials e di SciTechnol, riviste del gruppo OMICS.[21]

Inoltre Tarro ha pubblicato in prevalenza su riviste predatorie ad accesso libero, che non hanno un controllo editoriale e guadagnano dalle pubblicazioni dei ricercatori, ad esempio Scholarena, SOAOJ, Sci Forschen, Scientific Research Publishing.[21] Su una di queste riviste, International Journal of Recent Scientific Research, il 28 gennaio 2020 è stato pubblicato uno studio di Tarro sulla pandemia di COVID-19 nella città di Wuhan:[41][42] la rivista dichiara di averlo ricevuto il 14 ottobre 2019, più di due mesi prima della inizio dell'epidemia a Wuhan e quindi della scoperta dell'agente patogeno, ma l'articolo cita in bibliografia articoli pubblicati nel 2020 da Nature e The Lancet e riporta anche il numero di casi e decessi alla data del 4 febbraio 2020, cioè una data successiva di una settimana alla pubblicazione sulla rivista stessa.[43]

L'indice H di Tarro a febbraio 2019 era 9, ad aprile 2020 era 10,[7] ritenuti valori bassi: su Pubmed risultavano 67 pubblicazioni tra 1961 e 2019, di cui 29 su riviste in lingua italiana; su Scopus 87 documenti con un totale di 344 citazioni,[21] numeri alla stregua di un ricercatore agli esordi.[33][44]

Cura dei tumori

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Tarro avrebbe scoperto la TLP (Tumor Liberated Protein), una proteina che attraverso la vaccinazione avrebbe stimolato e potenziato la risposta immunitaria dei malati di tumore;[19][3] questa scoperta generò anche dissidi con Liborio Bonifacio, convinto che la TPL derivasse in realtà dal suo siero.[senza fonte] Le ricerche sulla TLP vengono attualmente finanziate dalla Fondazione Teresa e Luigi De Beaumont Bonelli, di cui Tarro è presidente a vita, ma le uniche pubblicazioni a riguardo sembrano provenire da riviste di tipo predatory.[21]

Asseriti riconoscimenti

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È stato spesso dichiarato che Tarro sia stato candidato più volte al Premio Nobel,[45] evento festeggiato anche dal Lions Clubs nel 2015, ma le effettive candidature prese in considerazione dalla Fondazione Nobel sono segrete e vengono pubblicate solo dopo cinquant'anni dall'anno in questione, come è stato anche dichiarato dalla Fondazione stessa.[21][40][46]

Sul suo curriculum, Tarro aggiunge di essere membro del Senato Accademico dell'Università Costantiniana di Providence dal 1990, e dell'Università Pro Deo di New York dal 1994, nonché accademico onorario dell'Università Sancti Cyrilli di Malta dal 2001 e rettore onorario dal 2003 dell'Università Ruggero II dello Stato della Florida;[10] la giornalista Sylvie Coyaud sostiene però che si tratti di false università, che vendono diplomi e onorificenze, che infatti non compaiono nel database pubblico degli istituti autorizzati a operare negli USA.[21] Non si trova nemmeno evidenza della laurea honoris causa in Medicina ottenuta alla stessa Università Pro Deo di Albany nel 1989,[21] che egli ha inserito nel suo curriculum.[10]

La laurea honoris causa in Bioetica conferitagli dall'Università Costantiniana di Cranston nel 1996, riportata nel curriculum,[10] proviene da un ente filantropico autoproclamatosi di livello universitario.[20] Parimenti la laurea honoris causa in Immunologia alla Accademia Santa Teodora di New York ottenuta nel 1991,[10] risulta provenire da un ente morale autoproclamatosi accademia, non avente riconoscimento universitario in Italia,[47] né negli USA.[48]

Tarro viene spesso presentato negli ultimi anni come "il miglior virologo del mondo" o come "il migliore virologo dell'anno",[4] persino snobbato in Italia a fronte dei riconoscimenti internazionali, principalmente a seguito di un premio come "miglior virologo dell'anno" ricevuto nel 2018 dalla International Association of Top Professionals (IAOTP, Associazione Internazionale dei Migliori Professionisti). In ambito scientifico questi premi sono però noti come predatory prize, in quanto vengono solitamente assegnati a seguito di e-mail o telefonate promozionali che spingono a pagare per ottenere queste targhe commemorative o premi.[21][45][40]

Posizioni sui vaccini

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Tarro è critico nei confronti dell'obbligo vaccinale in Italia; ha partecipato al convegno Vaccinare in Sicurezza organizzato dall'Ordine nazionale dei biologi con figure di spicco del mondo antivaccinista italiano. Nel suo libro 10 cose da sapere sui vaccini Tarro dedica un capitolo in difesa di Roberto Gava, medico radiato nel 2017 dall'Ordine dei medici.[21]

È presidente della sezione medico-scientifica della Società Scientifica per il principio di precauzione;[49] questa è considerata un'associazione che pubblica studi antiscientifici, di cui è membro (presidente onorario della sezione medico-scientifica) anche il senatore Vincenzo D'Anna, presidente dell'ordine dei biologi, ritenuto personaggio controverso nella comunità scientifica relativamente all'antivaccinismo, alla pandemia di COVID-19, e inventore di una fake news su Roberto Saviano.[20]

Nel febbraio 2019 Tarro dichiara di avere presentato querela per diffamazione alle due testate giornalistiche che hanno eccepito riguardo alla sua carriera accademica, al premio dell'IAOTP, alla validità di alcune pubblicazioni e alla sua partecipazione al congresso sui vaccini.[18]

Grande Ufficiale della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— 14 ottobre 1999[53]
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Collegamenti esterni

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