Smeringurus mesaensis

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Smeringurus mesaensis
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
SuperphylumProtostomia
(clade)Ecdysozoa
PhylumArthropoda
SubphylumChelicerata
ClasseArachnida
OrdineScorpiones
SuperfamigliaChactoidea
FamigliaVaejovidae
GenereSmeringurus
SpecieS. mesaensis
Nomenclatura binomiale
Smeringurus mesaensis
(Stahnke, 1957)
Sinonimi

Paruroctonus mesaensis
Stahnke, 1957

Smeringurus mesaensis (Stahnke, 1957) è uno scorpione appartenente alla famiglia Vaejovidae[1][2][3].

Mediamente, un esemplare è lungo 72 mm e pesa 2 grammi, con le femmine tipicamente più grandi dei maschi, che però hanno pedipalpi più grossi; è di colore beige/sabbia, tanto chiaro da apparire leggermente traslucido, con le scaglie dorsali bruno-grigiastro e parti delle zampe anche più scure[3].

Gli esemplari sono fossori, ossia passano gran parte del tempo (dal 92 al 97% della loro esistenza) rintanati in buchi scavati nel terreno. Emergono in genere solo per quattro ore alla sera o alla notte per cacciare, anche se il metodo primario per procurarsi le prede è attenderle immobili all'ingresso della tana, e catturarle velocemente paralizzandole con il veleno del pungiglione[3]; le prede vengono localizzate tramite le vibrazioni della sabbia[4]. Sono scorpioni dotati di un buon senso dell'orientamento, e si possono allontanare fino a otto metri dalla tana; durante l'inverno restano inattivi. Sono solitari (anche se i giovani possono rimanere assieme per un periodo dopo aver lasciato la madre), aggressivi, specie verso altri scorpioni, ed è attestato il cannibalismo[3].

Sono documentate oltre 125 specie predate, in massima parte artropodi di vario tipo, anche se esemplari particolarmente grossi possono nutrirsi pure di piccoli serpenti o altri rettili quali Rena humilis. A sua volta, S. mesaensis è predato da piccoli mammiferi (ad esempio Onychomys sp.), uccelli, lucertole, rane, rospi o altri artropodi[3].

Durante il periodo dell'accoppiamento, tra agosto e settembre, i maschi diventano vivaci ed essenzialmente nomadi; l'accoppiamento avviene in genere nelle notti di luna nuova. La femmina produce feromoni per attirare il maschio, ed è essa ad avviare il rituale nuziale, eseguendo una specie di "attacco" contro di lui, avvicinandosi velocemente e colpendolo con la coda (ma non col pungiglione), dopodiché quindi il maschio sobbalza e si scuote violentemente avanti e indietro. La sequenza, ripetuta più volte, termina quando il maschio afferra la femmina per la danza nuziale, che può durare dai 5 ai 35 minuti, durante la quale "massaggia" i suoi cheliceri con i propri (riducendo la sua aggressività) e la conduce in cerca di un substrato adatto su cui depositare gli spermatofori, alle volte spostandosi fino a 25 metri di distanza[3].

Dopo che la femmina ha assorbito lo sperma, fertilizzando le uova, il maschio si sgancia da lei e cerca di allontanarsi il più velocemente possibile; se la fuga riesce esso più accoppiarsi ancora, mentre nel caso contrario la femmina lo colpisce con il pungiglione, paralizzandolo, e quindi lo divora[3].

La specie è vivipara; le uova vengono sviluppate internamente per 10-14 mesi dalla femmina, che quindi partorisce dai 9 ai 53 piccoli (in media 33) al riparo nella sua tana; questi rimangono aggrappati al dorso della madre per circa dodici giorni, fino alla prima muta, dopodiché si disperdono; dopo questo momento la madre perde ogni istinto materno e all'occasione, se i piccoli non si allontanano, potrebbe anzi predarli. Nei successivi 19-24 mesi, a seguito di altre sei mute, i giovani scorpioni raggiungono l'età adulta. La durata media della vita di questa specie va dai 5 ai 7 anni[3].

Distribuzione e habitat

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Un lecca lecca della Hotlix al gusto mela, contenente un esemplare di S. mesaensis

È una specie neartica, diffusa nel deserto degli Stati Uniti sudoccidentali (aree meridionali di California e Arizona) e del Messico (specialmente in Baja California)[2][3]; il nome comune in inglese è dune scorpion ("scorpione delle dune") o giant sand scorpion ("scorpione gigante delle sabbie").

Nelle aree in cui è presente, S. mesaensis è in genere la specie dominante di scorpione, e può raggiungere densità che vanno dai 1300 ai 4000 individui per ettaro[3].

Rapporto con l'uomo e usi commerciali

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S. mesaensis può attaccare l'uomo se disturbato o minacciato, e la puntura è equivalente circa a quella di un calabrone[3]. Esemplari di questa specie possono essere tenuti in cattività, mantenendoli da soli in un terrario e nutrendoli con insetti[3].

Negli Stati Uniti sono in vendita, prodotti dall'azienda Hotlix, dei lecca lecca di vario gusto con all'interno un esemplare di S. mesaensis; nella preparazione il pungiglione viene rimosso, anche se la FDA non lo ritiene necessario[5].

  1. ^ (EN) Smeringurus mesaensis (Stahnke, 1957), su Catalogue of Life. URL consultato il 22 luglio 2024.
  2. ^ a b (EN) Smeringurus mesaensis (Stahnke, 1957), su Gbif. URL consultato il 22 luglio 2024.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Smeringurus mesaensis, su ADW. URL consultato il 22 luglio 2024.
  4. ^ (EN) Philip Brownell e Roger D. Farley, Prey-localizing behaviour of the nocturnal desert scorpion, Paruroctonus mesaensis: Orientation to substrate vibrations, in Animal Behaviour, vol. 27, 1979, pp. 185-193.
  5. ^ (EN) Jason Vaughn, Everything You Wanted to Know About Scorpion Candy, su bon appétit, 19 novembre 2014. URL consultato il 22 luglio 2024.

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