Walter C. McCrone (Wilmington, 9 giugno 1916 – Chicago, 10 luglio 2002) è stato un chimico microscopista statunitense. È noto soprattutto per i suoi studi su due oggetti estremamente controversi: la Sindone di Torino e la Mappa di Vinland.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]McCrone si è laureato in chimica nel 1938 alla Cornell University, e nel 1942 ha conseguito il dottorato in Chimica organica, sempre a Cornell. Dopo alcuni anni di lavoro nell'ambito universitario, ha fondato nel 1956 il laboratorio di ricerca McCrone Associates Inc., e nel 1960 il McCrone Research Institute, di cui è stato a lungo direttore.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro nel campo della microscopia.
La Mappa di Vinland
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1973, McCrone e i suoi colleghi hanno analizzato la Mappa di Vinland e concluso che si tratta di un falso[1] in base all'esame dell'inchiostro con cui è disegnata. Essi hanno rilevato la presenza di anatasio (una forma di ossido di titanio) in particelle di dimensione micrometrica, e lo hanno identificato con il pigmento noto come bianco di titanio la cui invenzione risale al 1920. McCrone ne ha dedotto che la mappa sia stata disegnata da un falsario nella prima metà del XX secolo.
Le risultanze di McCrone sono state in tempi recenti confermate[2] da altri studi scientifici[3].
La Sindone
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1978 il cardinale di Torino Anastasio Alberto Ballestrero consentì allo STURP (Shroud of Turin Research Project) di analizzare la sindone. Furono premute strisce adesive sulla sindone per asportare delle particelle e furono prelevati alcuni fili[4]. Nel 1980 Walter McCrone, allora consulente dello STURP, presentò due lavori: sulla base di osservazioni microscopiche e analisi chimiche, egli annunciò che sia l'immagine sia le macchie di sangue presentavano tracce di ocra rossa, cinabro (solfuro di mercurio, un colorante rosso molto diffuso nel Medioevo) e alizarina (un pigmento rosato di origine vegetale, al giorno d'oggi prodotto sinteticamente)[5][6]. Stando alle risultanze di McCrone, l'immagine sembrava costituita con una tecnica simile all'acquerello[4]. I due lavori furono tuttavia respinti dallo STURP che espulse McCrone[7]. Nel 2000 per il suo lavoro sulla sindone McCrone verrà premiato dall'American Chemical Society[8][9][10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Walter C. McCrone e Lucy B. McCrone, The Vinland Map Ink, in Geographical Journal, vol. 140, 1974, pp. 212-214, DOI:10.2307/1797078.
- ^ Katherine L. Brown e Robin J. H. Clark, Analysis of Pigmentary Materials on the Vinland Map and Tartar Relation by Raman Microprobe Spectroscopy, in Analytical Chemistry, vol. 74, 2002, pp. 3658-3661, DOI:10.1021/ac025610r. URL consultato il 26 ottobre 2007.
- ^ Kirsten A. Seaver, Maps, Myths and Men, Stanford, CA, Stanford University Press, 2004, ISBN 0-8047-4963-9.
- ^ a b Micromega, 4/2010, Articolo di Luigi Garlaschelli, pag. 27 e ss.
- ^ McCrone, Walter C, "Microscopical study of the Turin Shroud", Wiener Berichte über Naturwissenschaft in der Kunst. 1987
- ^ Scandals and Follies of the 'Holy Shroud', articolo di Joe Nickell da Skeptical Inquirer, settembre 2001
- ^ Relics of the Christ, Joe Nickell, University Press of Kentucky, 2007, ISBN 0813124255, 9780813124254
- ^ Sullo Scepdic, su skepdic.com. URL consultato il 16 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).
- ^ Sul sito del Cicap
- ^ Sito ufficiale del premio Archiviato il 7 novembre 2012 in Internet Archive.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su mccrone.org.
- (EN) Walter McCrone, su mcri.ot.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 38099363 · ISNI (EN) 0000 0001 0965 0980 · LCCN (EN) n50007471 · GND (DE) 133168506 · J9U (EN, HE) 987007462922605171 |
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