Vindiciae contra tyrannos | |
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Titolo originale | Vindiciae contra tyrannos, sive de Principis in populum populique in Principem legitima potestate |
Autore | Stephanus Junius Brutus Celta (pseudonimo) |
1ª ed. originale | 1579 |
Genere | saggio |
Sottogenere | pamphlet politico |
Lingua originale | latino |
Vindiciae contra tyrannos, sive de Principis in populum populique in Principem legitima potestate (in italiano: "Rivendicazioni contro i tiranni, ossia sul legittimo potere del Principe sul popolo e del popolo nei confronti del Principe") è un pamphlet contro l'assolutismo regio, pubblicato in latino, a Basilea, nel 1579, con lo pseudonimo latinizzato Stephanus Junius Brutus Celta[1].
La sua traduzione in francese uscì a Ginevra nel 1581, col titolo De la puissance légitime du prince sur le peuple et du peuple sur le texte (in latino: De principis in populum, populique in principem, legitima postestate).
Viene attribuito ai francesi Philippe Duplessis-Mornay, teologo protestante, e Hubert Languet, diplomatico protestante francese.[2][3]
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]I Vindiciae concludono la serie dei pamphlet pubblicati dopo il massacro della Notte di san Bartolomeo: la Franco-Gallia di François Hotman, l'anonimo Discours politiques de diverses puissances, il Réveille-Matin des François et de leurs voisins, il trattato Du droit des magistrats sur leurs sujets di Théodore de Bèze, la Résolution claire et facile di Odet de La Noue.
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Il piano dei Vindiciae è in quattro parti. Ognuno di loro risponde a una domanda:
- Se i sudditi sono tenuti a obbedire a un principe che comanda loro di violare la legge di Dio;
- Se essi possono resistere e come;
- Se riescono a resistere a un principe che viola la legge civile;
- Se i principi vicini, in entrambi i casi, hanno il diritto o il dovere di intervenire.
Le prime due questioni sono trattate vivacemente e riguardano se i sudditi sono tenuti a obbedire o sono in grado di resistere al loro re, quando infrange la legge divina.
La terza e più lunga questione considera se le persone possono resistere a un re con la motivazione che sta distruggendo la convivenza civile nella società. La risposta a ciascuna di queste domande è affermativa e il lavoro è interessante per i motivi che esso fornisce per giustificare la resistenza popolare. Il lavoro unisce la visione teologica di alleanza con la comprensione giuridica del contratto per dimostrare perché la resistenza può essere giustificata agli occhi della legge. Tuttavia, si ferma prima di invitare una persona a giudicare un re. Piuttosto, gli individui possono solo prendere le armi se sono guidati da un magistrato inferiore (così chiamato per distinguerli dal magistrato superiore, vale a dire, il re). Questo dimostra una notevole moderazione, sulla scia del massacro di San Bartolomeo, in confronto ad altri pensatori riformati, come Christopher Goodman e John Knox.
La quarta questione si chiede se i principi stranieri possono legalmente sostenere una sollevazione popolare contro un re alle condizioni previste per le prime tre domande.
Pseudonimo
[modifica | modifica wikitesto]Lo pseudonimo Stephanus Junius Brutus evoca molti personaggi dell'antichità:
- Sanctus Stephanus, uno dei sette primi diaconi e primo martire della cristianità;
- Lucius Junius Brutus, il leggendario fondatore della repubblica romana;
- Marcus Junius Brutus, figlio adottivo e assassino di Giulio Cesare.
Coautori presunti
[modifica | modifica wikitesto]L'autore presunto di Vindiciae è Hubert Languet (1518-1581), diplomatico francese al servizio di Augusto I Elettore di Sassonia. Ugonotto, era scampato a fatica dal massacro della notte di san Bartolomeo, a Parigi, tra il 24 e il 25 agosto 1572.
Come presunto editore e coautore dell'opera è indicato Philippe Duplessis-Mornay.
Secondo l'autorevole studioso Robert M. Kingdon, Languet avrebbe steso una prima bozza, che avrebbe poi passato al giovane amico Duplessis-Mornay, affinché la completasse[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Vindiciae contra Tyrannos-A Defence of Liberty against Tyrants Archiviato il 24 febbraio 2004 in Internet Archive., University of Wisconsin History Department: brani estratti da una traduzione in inglese del 1648
- ^ John Acton, The Huguenots and the League, in Lectures on Modern History, Macmillan, 1906, p. 164.
- ^ Ernest Baker, The Authorship of the Vindiciae Contra Tyrannos, in Cambridge Historical Journal, vol. 3, n. 2, Cambridge University Press, 1930, pp. 164–181, JSTOR 3020705.
- ^ Robert M. Kingdon, Calvinism and Resistance Theory, 1550-1580, in The Cambridge History of Political Thought 1450-1700, Cambridge University Press, 2008 (1991), p. 212.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- John Acton, The Huguenots and the League. Lectures on Modern History. Macmillan, 1906 (Testo su Wikisource)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Testo integrale in inglese, sulla base di una pubblicazione del 1660 ad Amsterdam (Valckenier).
- (FR) Brutus, Stephanus Junius, Revendications contre les tyrans forme courante français - Vindiciae contra tyrannos, record d'autorità dalla Biblioteca nazionale di Francia
Controllo di autorità | VIAF (EN) 292378971 · BNF (FR) cb12008464q (data) |
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