Villa Pozzi | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Località | Busto Arsizio |
Indirizzo | Via Palestro, 2 |
Coordinate | 45°36′44.21″N 8°50′41.86″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1905-06 |
Uso | militare |
Realizzazione | |
Architetto | Silvio Gambini |
Ingegnere | Guglielmo Guazzoni |
Proprietario | Comune di Busto Arsizio |
Committente | Ercole Pozzi |
Villa Pozzi (nota anche come Villa Ercole Pozzi) è una villa di Busto Arsizio, edificata tra il 1905 e il 1906 su progetto dell'architetto Silvio Gambini. È sita all'angolo tra via Palestro e piazza Alessandro Manzoni, appena al di fuori del centro storico della città; oggi ospita la Guardia di Finanza.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio, che presenta richiami all'architettura medievale, risale a un periodo durante il quale, grazie allo sviluppo dell'industria tessile, la città di Busto Arsizio era in forte espansione, con la necessità di costruire anche al di fuori dell'originario nucleo storico. Fu proprio appena fuori dall'antico terrapieno difensivo che l'imprenditore Ercole Pozzi - figlio dell'ex sindaco e industriale Pasquale Pozzi - fece realizzare la villa[1].
Dopo essere stata abitata dalla famiglia Pozzi venne donata da Maria, figlia di Ercole e Carolina Bellingardi, alla Congregazione delle Figlie di Nostra Signora di Lourdes Suore di Santa Marta, come testimonia la lapide datata 4 novembre 1958 presente all'interno della villa.
In seguito, sul finire degli anni '80, la villa venne ceduta al comune di Busto Arsizio, che attualmente la concede in affitto esclusivo al Ministero delle Finanze per ospitare la caserma del locale gruppo della Guardia di Finanza.
Nel 2024 la caserma è stata intitolata all'appuntato Giulio Massarelli, decorato con la medaglia di Giusto tra le Nazioni "per aver personalmente contribuito, in molteplici circostanze, durante il periodo di occupazione nazista del Nord Italia, al salvataggio di numerosi ebrei, accompagnandoli al confine con la Svizzera e, mettendo in grave pericolo la propria vita, aiutandoli all’espatrio fino alla Liberazione d’Italia".[2]
Nell'ottobre dello stesso anno, la villa è stata eccezionalmente aperta al pubblico, in occasione delle Giornate d'Autunno organizzate dal FAI.[3]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il fabbricato principale presenta due livelli che poggiano su uno zoccolo in pietra grezza che arriva in altezza fino alla corrispondenza con il pavimento del piano rialzato. L'accesso è garantito da una scala monumentale che conduce a un portico loggiato con soffitto a cassettoni, dal quale un tempo si accedeva anche alla cappella privata. La facciata principale si articola in due volumi (uno dei quali culminante in una torretta e dotato di balconi), collegati da un corpo centrale con decorazioni a graffito al primo piano. Simili decorazioni si trovano anche in altri punti, al di sotto della gronda[1].
I ferri battuti dei cancelli e delle inferriate sono ben lavorati e tipici degli edifici progettati da Silvio Gambini. L'originale cinta in ferro, invece, venne fusa durante la Seconda guerra mondiale.
Nel giardino della villa, affacciati su via Palestro, si trovano alcuni corpi accessori, un tempo utilizzati come rimessa per cavalli e carrozze, che riprendono alcune caratteristiche dell'edificio principale[4]. È inoltre presente una piccola grotta votiva, ad uso della famiglia e situata in corrispondenza della grotta della chiesa di San Michele, dall'altro lato della strada.
Al piano terreno, che oggi ospita degli uffici, sono conservati i soffitti originali, nonché un caminetto decorato e alcuni affreschi alle pareti.
Galleria d'immagini
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Veduta di Villa Pozzi dalla strada
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Facciata della villa
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La torretta della Villa
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Dettaglio del cartiglio Virtus Labor Familia
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Lo stemma di Busto Arsizio
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Ingresso principale loggiato
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Atrio dell'ingresso principale loggiato con gli stemmi della famiglia Pozzi e Bellingardi
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Interno della porta principale di ingresso con vetrate decorate
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Un camino affrescato all'interno della Villa
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Uno dei soffitti originali tuttora conservato
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Scala centrale interna
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Soffitto della scala centrale interna con cielo stellato
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La vetrata delle scale vista dall'interno
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Ringhiera della scala centrale in ferro battuto
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Retro della villa con trifora sulla scala centrale
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Spada, p. 87.
- ^ La Finanza intitola la caserma a Giulio Massarelli. A Busto salvò ebrei e antifascisti, su Malpensa 24, 30 aprile 2024. URL consultato il 26 ottobre 2024.
- ^ Giornate FAI d’autunno: più di 2000 le visite alle ville Pozzi e Ottolini-Tosi, su comune.bustoarsizio.va.it.
- ^ Spada, p. 91.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Busto Arsizio: architetture pubbliche, a cura di Augusto Spada, Busto Arsizio, Città di Busto Arsizio, 1997, pp. 86-91.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Villa Pozzi