Villa Giulia | |
---|---|
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XVIII |
Villa Giulia (o De Gregorio di Sant'Elia o San Nicandro ) è una delle ville storiche di Napoli; è locata nel quartiere di Barra e fa parte delle ville vesuviane del Miglio d'oro.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'antica struttura, una delle più belle della zona, è ricordata già nella famosa Mappa del Duca di Noja (XVIII secolo).
La struttura, a quel tempo, denominata "villa e delizia di San Nicandro", era composta dal solo cortile di fabbrica, orfana del vasto emiciclo aggiunto in seguito.
Rilevanti fonti dicono che nella forma attuale sia stata progettata dal celebre architetto Luigi Vanvitelli[1].
I lavori del cantiere furono seguiti da Francesco Collecini, Pietro e Carlo Vanvitelli, che nel giugno 1760 presero le misure della piazza irregolare e della facciata e riportarono la pianta su una tavoletta pretoriana. In altre missive al fratello Urbano, Vanvitelli raccontò dell'episodio di tonsillite che colpì Carlo e il 14 febbraio 1761 Pietro e Marcello Fonton compirono un sopralluogo che sarà ripetuto tre giorni dopo; Vanvitelli fu accompagnato da Pietro al cantiere per piantare la facciata. Il Vanvitelli in queste ultime fasi, secondo le lettere spedite al fratello, intervenne più volte al cantiere per inesperienza dei figli, allora poco più che ventenni ed avviati immediatamente alla professione.
Fu fatta modificare da don Domenico Cattaneo Della Volta, III principe di San Nicandro, aio del re di Napoli Ferdinando IV, trasformando un casino di campagna, acquistato dal nonno Domenico, in "villa" per seguire il Re quando la corte si trasferiva nella Reggia di Portici, in occasione della caccia. La villa fu chiamata Giulia in onore della moglie del principe di San Nicandro: Giulia di Capua, principessa di Roccaromana e duchessa di Termoli. Il principe Domenico negli ultimi anni della sua vita si ritirò nella sua villa di Barra, oramai ristrutturata, dove morì nel 1782 e nel 1785 la sua salma fu traslata nella chiesa di S. Maria della Stella attigua al palazzo del Principe di San Nicandro.
La villa fu ampliata dall'architetto Nicola Breglia nel 1886 e trasformata secondo il gusto dell'epoca, per volere della duchessa Giulia Cattaneo Pignatelli, dama di corte di casa Savoia, moglie di Diego Pignatelli Aragona Cortes, duca di Monteleone. Da Donna Giulia Cattaneo Pignatelli la Villa fu lasciata a Diego de Gregorio di Sant'Elia, che aggiunse il cognome Cattaneo per volontà testamentaria, ed è tutt'oggi di proprietà dei discendenti de Gregorio Cattaneo principi di Sant'Elia.
Da menzionare soprattutto l'appartamento storico, arredato e decorato in stile eclettico da Ignazio Perricci e Salvatore Cepparulo, ed il vasto giardino che mostra ancora le specie dell'antico parco, con le camelie e varie statue allegoriche.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Romano Marino, Cari paesani, edizione 2007, stampa in proprio. L'autore assegna tale costruzione a Vanvitelli, traendo conferma dalle lettere che l'architetto inviava a Roma a suo fratello Urbano. Le lettere in tutto sei sono riportate nell'opera citata di Franco Strazzullo, alle pagine 528-706.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Yvonne Carbonaro, Le ville di Napoli, Tascabili Economici Newton, Newton e Compton Ed. 1999 Roma, ISBN 88-8289-179-8
- Salvatore Costanzo, La Scuola del Vanvitelli. Dai primi collaboratori del Maestro all'opera dei suoi seguaci, Clean edizioni, Napoli, 2006.
- Almerinda Di Benedetto, "Artisti della decorazione", Electa Napoli, Napoli, 2006 p. 158-189
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Ente per le Ville Vesuviane, su villevesuviane.net.
- Patto territoriale del Miglio d'oro, su migliodoro.it. URL consultato il 13 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2012).