Palazzo Amoretti | |
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Palazzo Amoretti | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Località | Portici |
Coordinate | 40°49′22.57″N 14°20′10.06″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Inaugurazione | 1744 |
Uso | Edificio scolastico |
Piani | 2 |
Realizzazione | |
Architetto | Giovanni del Gaizo |
Proprietario | Comune di Portici |
Committente | Giovanni Vincenzo Amoretti |
Il palazzo Amoretti è un edificio storico di Portici, sito in via Amoretti, ed appartenente al novero delle ville vesuviane del Miglio d'oro.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'area dove l'edificio sorge è stata di proprietà della famiglia Amoretti, ed in particolare del barone Francesco Antonio, fin dal 1701. Il legame della zona con la famiglia è testimoniato dal fatto che anche nella celebre Mappa del Duca di Noja essa era identificata come "luogo Amoretti".
L'origine del palazzo va fatta risalire al canonico Giovanni Vincenzo Amoretti, figlio di Francesco Antonio, e custode della cimelioteca del duomo di Napoli. L'area dove l'edificio sarebbe sorto era caratterizzata dalla presenza di lastre di lava solidificata e di vegetazione selvatica, e dovette essere quindi bonificata. Dopo tale intervento, si diede luogo alla costruzione di una serie di casali agricoli, collegati da diverse strade di nuova costruzione, i quali servirono da centro di piantumazione e gestione di vigneti.
Il palazzo fu realizzato nel 1744 ad opera dell'architetto Giovanni del Gaizo. L'edificio divenne il centro focale della zona, inserendosi a pieno titolo tra le dimore scelte dai numerosi viaggiatori stranieri che si recavano al Palazzo Reale di Portici e a villa d'Elboeuf per visitare le collezioni di reperti provenienti dagli scavi di Ercolano e di Pompei. In questo contesto si colloca la presenza nel palazzo dell'imperatore d'Austria Giuseppe II, il quale vi dimorò nel 1769 per quindici giorni, nell'ambito di una visita alla sorella Maria Carolina, sposa di Ferdinando IV delle Due Sicilie. L'amenità e le nobili frequentazioni dei luoghi sono inoltre testimoniate dalla presenza nella stessa strada delle settecentesche villa de Riso e villa Carrelli, nonché della villa dei Duchi di Vergara di Craco, luogo di morte dell'eminente fisico Macedonio Melloni, fondatore dell'Osservatorio vesuviano.
Alla morte di Giovanni Vincenzo Amoretti, avvenuta nel 1764, il palazzo divenne proprietà del fratello, e quindi, in mancanza di eredi, passò alla Congregazione delle Conferenze Spirituali di Napoli, che si servì delle sue rendite per Opere Pie. L'edificio divenne successivamente proprietà del cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst, prima di essere destinato in tempi più recenti a edificio scolastico. Palazzo Amoretti è attualmente di proprietà del Comune di Portici, ed è stato recentemente restaurato.
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio si sviluppa attorno a due cortili, ed è caratterizzato da una facciata decorata sobriamente a stucco in modo da mettere in risalto la parte centrale e il portale d'ingresso. Sono presenti due edicole votive, rispettivamente dedicate a San Nicola e alla Madonna Immacolata, nonché una cappella dedicata alla Concezione.
Il Nocerino riporta in particolare che la cappella sia stata costruita nel 1750, e che in origine avesse tre altari di cui però si è persa traccia. Del pari non vi è attualmente alcuna traccia della "sontuosissima farmacia" citata dalla grande lapide presente sulla facciata del palazzo. Quest'ultima, di valore celebrativo nei confronti di Giovanni Vincenzo Amoretti, elenca i vari interventi effettuati nella zona, che ne valsero la trasformazione da luogo selvatico ed inospitale ad una delle contrade più rinomate del Regno delle Due Sicilie.
Il palazzo ha subito nel corso del tempo numerosi rimaneggiamenti in risposta ai vari cambiamenti d'uso, che ne hanno in parte cancellata l'originaria configurazione. Resta però visibile lo scalone d'onore, anch'esso decorato a stucco, la cui funzione era quella di consentire l'accesso al piano nobile. Dall'altra parte della strada dove sorge il palazzo è tuttora visibile il corpo rustico, anticamente destinato all'alloggio dei contadini al servizio del canonico.
Lapide commemorativa
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Come accennato, sulla facciata del palazzo è visibile un'ampia lapide marmorea, che celebra le opere del canonico Giovanni Vincenzo Amoretti. Si riporta di seguito il testo:
«REGIVM IMPERIVM AD SECVLI FELICITATEM
PENES CAROLVM HISPANIARVM INFANTEM
IOANNES VINCENTIVS AMORETTVS
EX CANONICIS NEAPOLITANIS CIMELIARCHA
LOCVM AERIS SOLISQVE PVRITATE SALVBERRIMVM
VESVVII AC CETERORVM MONTIVM
TOT VICINARVM VILLARVM
SECVRIQVE MARIS
HIC PRAESERTIM FESTIVA NEAPOLITANAE VRBIS FACIE
ORNATISSIMVM
IMPENSIS MAXIMIS
SIBI AD PVBLICA COMMODE PRONO
ADQVISIVIT
EXCISIS VNDEQVAQVE VESVVINIS PRAEGRANDIBVS SAXIS
MVLTAQVE LAPIDVM REIECTA CONGERIE
RECTVM TERNARVM VIARVM ITER
CONTRA TORTVOSA QVAEQVE AC CONFRAGOSA
CVRRIBVS APERVIT
IN EIVSQVE HAS AMPLISSIMAS DOMOS
SVIS CVM DIAETIS CCENATIONIBVS DORMITORIIS
CAVAEDIIS HILARISQVE AREIS
PATENTIBVS FENESTRIS
FAVONIOS EXCIPIENTIBVS AC REMITTENTIBVS
AEDIFICAVIT
PRO LVBENTI HOSPITVM AVT VNA
AVT SEORSVM VERSANDI VOLVPTATE DISTINCTAS
VMBROSIS TENERISQVE VINEIS HORTISQVE ADIACENTIBVS
ET LICET HAC AMOENITAS DEFICIATVR AQVA SALIENT
SINCERISSIMI HVMORIS PVTEOS SIVE FONTES PARAVIT
ADIECITQVE VITAE COMMODIS PROVIDENTISSIMVS
OMNE GENVS TABERNAS
ET SVMPTVOSISSIMA CVM TVTELA PHARMACOPOLIVM
PRAETER SACRAM AEDEM OPERIS CVLTORIS
AVGVSTISSIMI SACRIFICII SACRARVMQVE CONCIONVM
FREQVENTIA NOBILISSIMAM
HVIC AMORETTANO
TANTIS DOTIBVS COMMENDANDO
CVIVS NISI QVI NIMIVM VRBANVS EST
SECESSVM NON AMET
MAXIMA COMMENDATIO ACCEDET
SI BONORVM AC ELEGANTIVM VIRORVM
CONTVBERNIO SEMPER NITEAT»
«Avendo il regio imperio, per la felicità del secolo
Carlo Infante di Spagna
Giovanni Vincenzo Amoretti
già supervisore dei cimeli del Duomo di Napoli,
essendo votato al pubblico bene,
acquisì con grandi spese un luogo saluberrimo per la purezza dell'aria e del sole,
per il Vesuvio e gli altri monti
per le tante ville vicine
per il mare sicuro
e soprattutto bellissimo per la festosa vista della città di Napoli.
Rimosse dovunque grandissime rocce del Vesuvio
e un miscuglio di pietre eruttive;
aprì tre vie diritte per i carri
al posto di quella esistente, tortuosa e sdrucciolevole,
E qui non solo edificò questa sua grandissima dimora,
con sale da pranzo, stanze da letto,
grandi finestre
da cui entrano ed escono gli zefiri
per il diletto degli ospiti;
ma, per la voglia di migliorare,
piantò anche vigneti ombrosi ed ameni, ed orti adiacenti.
E dato che tanta bellezza mancava di acqua corrente,
costruì pozzi e fonti d'acqua buonissima.
Essendo poi provvidentissimo rispetto alle necessità della vita,
costruì con cura ogni genere di negozio ed una sontuosissima farmacia;
oltre alla cappella per le opere di culto,
nobilissima per la frequenza del sacrificio più alto
e di sermoni sacri.
Questo Amoretti, già lodevole per le tante doti,
poiché è troppo a modo,
non ama stare isolato;
e merita il più alto riconoscimento,
giacché l'amicizia degli uomini buoni ed eleganti
sempre risplende»
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Amoretti
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Dal sito ufficiale del Comune di Portici, su comune.portici.na.it.
- Ente per le Ville Vesuviane, su villevesuviane.net.
- Patto territoriale del Miglio d'oro, su migliodoro.it. URL consultato il 29 aprile 2019 (archiviato dall'url originale il 30 aprile 2012).