Vicario è l'organo incaricato in via preventiva e generale di esercitare, quale supplente, le competenze spettanti a un altro, a seguito dell'impossibilità di quest'ultimo di funzionare, per assenza o impedimento del suo titolare[1]. Di solito, oltre a esercitare le competenze di un altro organo in qualità di supplente, il vicario ha anche competenze proprie; spesso è subordinato all'organo che sostituisce o lo coadiuva nell'esercizio delle sue funzioni.
Varianti
[modifica | modifica wikitesto]L'organo vicario è frequentemente designato anteponendo il prefisso vice alla denominazione di quello che sostituisce (ad esempio: viceprefetto; ortograficamente è corretta anche la grafia staccata, come in vice prefetto). A volte, tuttavia, il prefisso ha un significato diverso (o ulteriore), equivalente a quello del prefisso sotto, designando il funzionario o il grado che nella gerarchia è immediatamente inferiore a quello alla cui denominazione è anteposto.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]In passato il termine vicario aveva un significato più ampio, designando anche il funzionario che rappresentava il sovrano o, in generale, un'autorità superiore, specialmente in una parte del territorio; ad esempio, nell'Impero romano, dopo la riforma di Diocleziano, il vicarius era l'alto funzionario al quale era affidata l'amministrazione civile di una diocesi.
A partire dal Medioevo, il titolo di vicario venne attribuito a vari funzionari, ma andò radicandosi soprattutto nel clero. Viceversa, per gli ordinamenti laicali si andò diffondendo, per esprimere il medesimo concetto, l'appellativo locum tenens da cui, in ambito militare, discende il termine luogotenente.
Nella gerarchia cattolica
[modifica | modifica wikitesto]Tuttora nell'ordinamento canonico sopravvive la terminologia che utilizza questo sintagma: al riguardo si possono ricordare il vicario generale, il vicario episcopale, il vicario apostolico, il vicario parrocchiale ecc.
Nell'Islam
[modifica | modifica wikitesto]Il termine arabo equivalente di "vicario" è khalif, che deriva da un verbo il cui significato è "rilevare, venire dopo" e, nel sostantivo, "successore, vicario, luogotenente"[2].
Nello Stato islamico disegnato da Maometto, questi indicò il Califfato, che designa coloro che via via esercitarono le funzioni politiche ed istituzionali del profeta[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il rapporto di supplenza intercorre tra organi monocratici poiché, con riferimento agli organi collegiali, non si pone il problema di sostituire l'intero organo ma, semmai, i singoli membri dello stesso: v. il caso dei giudici popolari supplenti nelle Corti d'assise.
- ^ Hanza R. Piccardo, Il Corano, Sura IV-Al Nasa, v. 19, Newton & Compton (collana Newton Biblios), 21 marzo 2001, p. 30, ISBN 88-8289-223-9.
- ^ La narrazione della Sura II prosegue con la cacciata di Adamo e dei demoni dal Paradiso, conclusa dalla promessa di una guida che toglierà le afflizioni dei suoi discendenti.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) vicar, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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