Tercio | |
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Descrizione generale | |
Attiva | XVI-XVII secolo |
Nazione | Impero spagnolo |
Servizio | Esercito |
Tipo | Fanteria |
Ruolo | truppe d'assalto, operazioni speciali, assedi |
Battaglie/guerre | Guerre d'Italia Guerra degli Ottant'anni Guerra dei Trent'anni |
Anniversari | 1534 (Fondazione ufficiale) |
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Un tercio (lett. "[un] terzo") era un'unità militare dell'esercito spagnolo durante il regno dei monarchi cattolici di Spagna e della Spagna asburgica al principio dell'Età Moderna. Erano le unità militari d'élite della monarchia spagnola e le componenti essenziali delle potenti forze terrestri dell'Impero spagnolo, talvolta disimpegnate anche come fanteria di marina.
I tercios spagnoli furono tra le migliori fanterie professionali al mondo per l'efficacia delle loro formazioni sul campo di battaglia e rappresentarono un passaggio cruciale nell'evoluzione degli eserciti europei moderni, composti da volontari professionisti e non coscritti di leva o mercenari come accadeva all'epoca nel resto d'Europa.
L'organizzazione amministrativa interna dei tercios e le loro formazioni e tattiche sul campo di battaglia nacquero dalle innovazioni di Gonzalo Fernández de Córdoba durante la conquista di Granada e le Guerre d'Italia negli anni 1490–1500. Tra i primi ad impiegare efficacemente la nuova tattica del "Pike and Shot", i tercios segnarono la rinnovata preminenza della fanteria sul campo di battaglia con un impatto paragonabile a quello della falange macedone e delle legioni romane.[N 1] Si distinsero anzitutto nella battaglia della Bicocca (1522) e nella battaglia di Pavia (1525). Dopo la loro fondazione ufficiale, datata al 1534, la reputazione del tercio si basò sul loro efficace addestramento e sull'alta percentuale di veterani (es. veteranos), insieme allo slancio particolare trasmesso dalla bassa nobiltà che li comandava. I tercios vennero definitivamente sostituiti dai reggimenti all'inizio del XVIII secolo.
A partire dal 1920, il nome tercio passò in uso alle formazioni della neonata Legione spagnola, un'unità professionale creata per combattere le guerre coloniali nel Nordafrica sul modello della Legione straniera francese: si trattò in realtà di reggimenti che portano tutt'oggi il nome di tercio quale titolo onorifico.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]L'origine dell'uso dell'etimo di lingua spagnola tercio, lett. "terzo", per indicare il quadrato di fanteria portante dell'esercito dell'Impero spagnolo è dubbia. Alcuni storici ritengono che il nome sia ispirato alla tercía, una legione romana della Hispania. Altri lo derivano dalla divisione in tre distinti corpi delle forze spagnole in Italia. Altri ancora riconducono il tutto alla presenza, in seno alla formazione, di tre distinti tipi di soldati (picchieri, archibugieri e moschettieri) come stabilito dall'ormai vecchia ordinanza per il "popolo di guerra" del 1497:
«Le pedine [la fanteria] erano divise in tre parti. Un terzo con lance, come le portavano i Germani, che chiamavano picche; l'altro aveva il nome di scudieri [gente di spade]; e l'altro di balestrieri e portatori di spiedi [poi sostituiti dagli archibugieri].»
Alcuni studiosi, infine, derivano il nome dai tremila uomini arruolati nelle prime unità. Quest'ultima spiegazione è supportata dal maestro di campo Sancho de Londoño in un rapporto al duca d'Alba nel XVI secolo:
«I tercios, benché siano stati istituiti ad imitazione delle legioni [romane], in poche cose possono essere paragonati ad esse, che il numero è la metà, e benché anticamente fossero tremila soldati, per cui erano chiamati tercios e non legioni, già si dice così anche se non hanno più di mille uomini.»
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origine
[modifica | modifica wikitesto]Durante la guerra di Granada (1482–1491), i soldati dei monarchi cattolici di Spagna furono divisi in tre classi: picchieri (su modello dei mercenari svizzeri), spadaccini con scudo e balestrieri equipaggiati però anche di archibugi, la prima arma da fuoco portatile massicciamente impiegata sul campo di battaglia d'Europa. Mentre gli scudi scomparivano e le armi da fuoco sostituivano le balestre, la Spagna ottenne una vittoria dopo l'altra nelle Guerre d'Italia che El Gran Capitán (it. "Il Gran Capitano") Gonzalo Fernández de Córdoba (1453–1515) combatté contro gli allora temuti eserciti francesi. I cambiamenti organizzativi e tattici apportati da Córdoba agli eserciti spagnoli sono considerati i precursori dei tercios. L'efficacia in combattimento degli eserciti spagnoli del Córdoba si basava su un sistema di armamento che univa efficacemente la picca alla potenza di fuoco compatta dell'archibugio (v.si "Pike and Shot") e sulla capacità di dividersi in unità mobili e persino in mischia individuale senza perdere coesione, superando così il modello compatto della falange elvetica che aveva ispirato il Capitano.
Affermazione
[modifica | modifica wikitesto]Dalla conquista di Granada (1492) alle campagne del Gran Capitán nel Regno di Napoli (1495), tre ordinanze gettarono le basi dell'amministrazione militare spagnola. Nel 1503, la Gran Ordenanza generalizzò il ricorso alla picca ed alla distribuzione della fanteria in compagnie specializzate su modello svizzero.[1] Nella conquista spagnola di Orano (1509), l'assalto della nuova fanteria spagnola, ancora non effettivamente organizzata come il tercio maturo, fu fondamentale e risolutivo per la presa della città algerina.[2]
Nel 1534, fu creato il primo tercio ufficiale, quello lombardo, che l'anno successivo contribuì alla conquista del Ducato di Milano (v.si battaglia). I tercios di Napoli, di Sardegna (Tercio de Cerdeña) e di Sicilia (Tercio viejo de Sicilia) furono creati nel 1536 con l'ordinanza genovese di Carlo V.[3]
Nella battaglia di Mühlberg (1547) che chiuse vittoriosamente per gli Asburgo la Guerra di Smalcalda (1546–1547)[4] il ruolo giocato dai tercios in supporto alle truppe cattoliche austro-tedesche fu fondamentale. Nel 1557, i tercios spagnoli annichilirono i francesi nella battaglia di San Quintino[5] e lo stesso fecero l'anno dopo nella battaglia di Gravelines, chiudendo in favore della Spagna la Guerra d'Italia del 1551-1559.
Inizialmente, il termine tercio non indicò un'unità di combattimento bensì amministrativa al di sotto dello stato maggiore che comandava guarnigioni in tutta Italia per battaglie su vari fronti tra loro distanti.[4] Questa peculiarità si mantenne anche quando fu mobilitato per combattere i ribelli protestanti nelle Fiandre nella Guerra degli ottant'anni. Il comando di un tercio e delle sue compagnie di soldati veniva concesso direttamente dal re e le compagnie potevano essere facilmente aggiunte o rimosse e spostate da e verso altri tercios. Verso la metà del XVII secolo, i tercios iniziarono ad essere arruolati a proprie spese dai nobili dell'Impero spagnolo (ispanici ma anche italiani o portoghesi) che devenivano così condottieri con il diretto controllo sui soldati e sui capitani che li comandavano, come avveniva in altri eserciti europei contemporanei: es. il Tercio di Castelvì, costituito per volere della famiglia di Castelvì, appartenente alla nobiltà feudale sarda, e guidato da don Jorge de Castelvì a Cartagena (1638), nelle Fiandre (1642), in Francia (1643), poi sciolto (es. reformado) nel 1647.[6]
Evoluzione
[modifica | modifica wikitesto]La prima vera sfida al predominio dei tercios spagnoli sul campo di battaglia avvenne nella battaglia di Nieuwpoort (1600). Il vincitore di Nieuwpoort, lo statolder olandese Maurizio, principe d'Orange, credeva di poter migliorare il tercio combinandone i metodi con l'organizzazione della legione romana. Queste formazioni lineari meno profonde consentivano di puntare contemporaneamente sul nemico una maggiore quantità di cannoni disponibili. Il risultato fu che i quadrati del tercio a Nieuwpoort furono gravemente danneggiati dal peso della potenza di fuoco olandese. Tuttavia, l'esercito spagnolo riuscì quasi a vincere, nonostante i dissensi interni che avevano compromesso il suo comando regolare. La Guerra degli Ottant'anni (1568–1648) nei Paesi Bassi continuò a essere caratterizzata da assedi di città e forti, mentre le battaglie campali rivestirono un'importanza secondaria. Le riforme di Maurizio non portarono a una rivoluzione nell'arte della guerra, ma egli creò un esercito in grado di affrontare alla pari le formazioni di battaglia dei tercios e che indicò la strada per gli sviluppi futuri. Durante la Guerra dei trent'anni (1618–1648), le formazioni di battaglia in stile tercio del Sacro Romano Impero subirono gravi sconfitte per mano di formazioni più lineari create e guidate dal re-soldato Gustavo II Adolfo di Svezia. Tuttavia, le tattiche collaudate e la professionalità dei tercios spagnoli giocarono un ruolo decisivo nella sconfitta dell'esercito svedese nella battaglia di Nördlingen.[8]
Nel corso della sua storia, la composizione dei tercios, le formazioni e le tattiche sul campo di battaglia si sono evolute per affrontare nuove sfide. Le classiche formazioni quadrate con picche e pallini schierate dai tercios spagnoli e il buon supporto della cavalleria continuarono a far vincere battaglie importanti nel XVII secolo, come a Wimpfen (1622), Fleurus (1622), Breda (1624), Nördlingen (1634), Thionville (1639) e Honnecourt (1641). Fu solo a Rocroi (1643) che la reputazione di invincibilità del tercio spagnolo in battaglia aperta venne infranta. Tuttavia, la sconfitta dei Rocroi fu accelerata dal crollo della cavalleria di supporto piuttosto che dal fallimento della fanteria dei tercios.[7] Anche allora, i tercios continuarono a vincere battaglie subito dopo Rocroi, come a Tuttlingen (1643) e Valenciennes (1656), sebbene la loro composizione e il loro stile di battaglia avessero continuato a evolversi. In questo periodo i costanti miglioramenti nelle armi da fuoco e nell'artiglieria da campagna favorirono sempre più lo stile lineare. Verso la fine del XVII secolo i tercios avevano adottato così tanto lo stile lineare che le loro formazioni e tattiche sul campo di battaglia spesso assomigliavano ben poco a quelle del secolo precedente.
Nel 1704, i tercios spagnoli regolari furono trasformati in reggimenti e il picchiere, come tipologia di fante, fu abbandonato. Quelle delle riserve e della milizia si sarebbero poi trasformate in organizzazioni analoghe.
Composizione e caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Sebbene altre potenze adottarono le formazioni di battaglia e le tattiche perfezionate dai tercios, i loro eserciti non raggiunsero la temibile reputazione dell'esercito spagnolo, costruita grazie ad un nucleo di soldati professionisti esperti.[9] Quest'esercito fu ulteriormente integrato da «diverse nazioni», cioè truppe provenienti dagli stati tedesco e italiano e dai Paesi Bassi spagnoli, nonché da unità più piccole provenienti da paesi ancor più lontani come l'Irlanda. Nel 1621, ad esempio, le 47 unità militari dell'esercito spagnolo comprendevano i grandi tercios spagnoli, olandesi ed italiani unitamente a più piccoli reggimenti tedeschi, borgognoni e irlandesi.[10] Solo sette di queste unità erano composte da truppe iberiche.[11] Tali raduni internazionali erano comunque caratteristici della guerra europea prima delle leve delle guerre napoleoniche. Tuttavia, il nucleo delle truppe spagnole era composto da sudditi spagnoli, ammirati per la loro coesione, la disciplina superiore e la professionalità complessiva.[12]
Organizzazione
[modifica | modifica wikitesto]Prima della fondazione ufficiale dei tercios nel 1534, l'organizzazione della fanteria riformata dal Córdoba era ancora variabile. Alla presa di Orano (1509), la fanteria, 12.000 uomini in tutta, fu organizzata in sette coronelias (lett. "colonnellerie") con altrettanti coronels (it. "colonnelli", anche se in realtà da intendersi come un moderno tenente colonnello) a cui riportava un numero variabile di capitani (tra 5 e 16) e un numero variabile di soldati per ciascun capitanato (tra 100 e 300) per un totale variabile tra i 1.000 e i 2.700 uomini complessivi per ogni coronelia.[1]
Dal 1534, ogni tercio in Italia e nei Paesi Bassi spagnoli era organizzato in:
- 10 compagnie di 300 soldati ciascuna guidata da capitani, in cui:
- 8 erano compagnie di picchieri; e
- 2 erano di compagnie di archibugieri.
Le compagnie furono poi ridotte a 250 uomini e il rapporto tra archibugieri (poi moschettieri) e picchieri aumentò costantemente in favore dei primi.
Durante le prime operazioni nelle Fiandre, i tercios furono riorganizzati in tre coronelias, ciascuna composta da un'unità quartier generale e quattro compagnie ciascuna (i predecessori degli odierni battaglioni) ma, nel complesso, continuarono ad essere suddivise nelle 10 compagnie standard da 250 uomini ciascuna: 2 di archibugieri e 8 di picchieri. I coronels, come il Maestre de campo a cui riportavano, erano di nomina reale.
Personale di campo
[modifica | modifica wikitesto]- Maestre de Campo – maestro di campo, equiparabile ad un colonnello moderno
- Coronel – tenente colonnello (lett. "colonnello")
- Sargento mayor – maggiore
- Furriel mayor – quartiermastro
- Capellán mayor – cappellano
- Pifano mayor – pifferaio maggiore
- Tambor mayor – tamburo maggiore
Personale di compagnia
[modifica | modifica wikitesto]- 1 Capitán – capitano
- 1 Alférez – alfiere, equiparabile ad un tenente moderno
- Abanderado – portabandiera
- Sargento – sergente
- Capellán – cappellano
- Furriel – quartiermastro
- Tambor – tamburino
- Pifano – pifferaio
- Barbero – cerusico
- Cabos de escuadra – caporali
- 150 piqueros – picchieri
- 100 arcabuceros - archibugieri (poi moschettieri)
- 40 coseletes – uomini con spada e scudo
Corpo ufficiali
[modifica | modifica wikitesto]Similarmente ad una moderna unità militare, il tercio era guidato da un ufficiale comandante di nomina regia, il <i>Maestre de campo</i>, equivalente di un moderno colonnello, con una guardia d'onore di otto alabardieri/trabanti. Ad assistere il Maestre c'erano il Sargento mayor ed il Furriel mayor responsabili della logistica e degli armamenti. Le compagnie erano guidate da un Capitán, sempre di nomina regia, e dall'alfiere (es. Alférez) incaricato di custodire i colori della compagnia.
I sottufficiali della compagnia erano sergenti (es. Sargentos), quartiermastri (es. Furrieles) e i caporali/capi-squadra (es. Cabos de escuadra). Un sergente era il secondo in comando di una compagnia e trasmetteva gli ordini del capitano. I quartiermastri fornivano armi e munizioni, nonché manodopera aggiuntiva. I caporali guidavano gruppi di 25 unità (simili ai plotoni odierni), sorvegliando eventuali disordini nell'unità.
Ogni compagnia aveva una banda di tamburini e pifferai che suonavano i richiami del servizio in battaglia, mentre il quartier generale disponeva dei suoi Tambor mayor e Pifano mayor.
Il personale del tercio comprendeva una componente medica (composta da un medico professionista, un barbiere e dei cerusici), cappellani e predicatori, un'unità giudiziaria e agenti militari che facevano rispettare l'ordine. Tutti rispondevano direttamente al maestro di campo.
I tercios e l'Impero spagnolo
[modifica | modifica wikitesto]I tercios vennero impiegati in tutta l'Europa degli Asburgo. Erano composti da volontari e costruiti su un nucleo di veterani, tutte truppe altamente addestrate. Questo almeno da principio. Quando il re Filippo II di Spagna, erede di Carlo V, necessitò di più truppe, rastrellò un tercio di criminali catalani per combattere nelle Fiandre,[13] ripetendo oltretutto questa coscrizione forzata, sempre con una predilezione per i catalani, per il resto del suo regno.[14] Una larga parte dell'esercito spagnolo, che nella seconda metà del XVI secolo era interamente composto da unità tercio (il Tercio di Savoia e il Tercio di Sicilia furono schierati nei Paesi Bassi per sedare la ribellione protestante sempre più difficile contro gli Asburgo. Ironicamente, molte unità dei tercios divennero parte del problema quando giunse il momento di pagarle: con le casse spagnole prosciugate da una guerra costante, le unità non pagate spesso s'ammutinavano. Ad esempio, nell'aprile del 1576, subito dopo aver ottenuto una vittoria importante, i tercios non pagati si ammutinarono e occuparono la città amica di Anversa, nella cosiddetta "Furia spagnola ad Anversa", e la saccheggiarono per tre giorni.[15] Completamente dipendente dalle sue truppe, il comandante spagnolo non poteva che obbedire.[16]
Tercios specializzati
[modifica | modifica wikitesto]Il 24 febbraio 1537 venne creato il Tercio de Galeras (lett. "Tercio delle Galere") di cui l'odierna Real Infantería de Marina si considera erede, cosa che la rende la più antica unità di marina attualmente operativa al mondo.[17] C'erano altre unità di tercios navali come il Tercio Viejo de Armada (it. "Vecchia Tercio di Marina") o il Tercio Fijo de la Mar de Nápoles (it. "Tercio giovane/figlio di Marina di Napoli): unità create per gestire la lunga guerra anfibia e di corsa che gli Asburgo combatterono contro l'Impero ottomano nel Mar Mediterraneo.
Convenzioni di denominazione
[modifica | modifica wikitesto]La maggior parte dei tercios prendeva il nome dal sito d'arruolamento o dal primo fronte d'impiego: erano quindi Tercio de Sicilia, de Lombardía, de Nápoles (it. "Tercio di Sicilia, di Lombardia, di Napoli") ecc. Altri tercios presero il nome dal loro comandante, come il Tercio de Moncada dal nome del suo comandante Miguel de Moncada (il cui soldato più famoso fu Miguel de Cervantes). Alcuni tercios erano poi identificati dalla loro funzione principale, come i predetti Tercios di Marina.
Accademia Reale Militare e Matematica di Bruxelles
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1675 la prima moderna accademia militare spagnola, la Academia Militar del Ejército de los Países Bajos, fu fondata a Bruxelles da Don Sebastián Fernández de Medrano su richiesta del governatore dei Paesi Bassi spagnoli, Carlos de Aragón de Gurrea, IX duca di Villahermosa, al fine di correggere la carenza di artiglieri e ingegneri dei tercios.[18]
Fu un'istituzione educativa per formare ingegneri militari con vari campi di istruzione come aritmetica, geometria, artiglieria, fortificazione, algebra, cosmografia, astronomia, navigazione, ecc.[19] I cadetti furono selezionati tra gli ufficiali più distinti della penisola.[20]
L'accademia di Bruxelles fu rinomata per la provenienza eterogenea dei suoi cadetti ufficiali, per le caratteristiche innovative del suo piano di studi, elaborato da Sebastián Fernández de Medrano, per la base teorica e pratica del suo processo di apprendimento, oltre ai compiti rilevanti assegnati ai suoi cadetti ufficiali, noti anche come i "Grandi Maestri della Guerra", termine coniato dal trattatista Conte di Clonard.[20]
Tattica e armamento
[modifica | modifica wikitesto]Nel XVI e XVII secolo, la maggior parte delle azioni belliche non furono grandi battaglie ma un susseguirsi di colpi di mano, scaramucce, piccole battaglie e assedi. In tutti questi casi, i tercios si rivelarono molto efficienti, soprattutto negli attacchi a sorpresa, notturni o all'alba, che gli spagnoli chiamavano encamisada, lett. "incamiciata", perché effettuati dai soldati privi di corazza, coperti solo dalla camicia.
Formazioni di battaglia
[modifica | modifica wikitesto]All'interno del quadrato di un tercio, le file di picchieri si radunavano in un quadrato cavo di picche (es. cuadro) contenente spadaccini, solitamente con spada corta, scudo e giavellotti. Con l'avvento delle armi da fuoco, gli spadaccini vennero gradualmente eliminati. Gli archibugieri (in seguito moschettieri) erano solitamente divisi in diversi gruppi mobili chiamati manga (lett. "maniche"), solitamente schierati con una manga a ogni angolo del cuadro. In virtù di quest'approccio combinato, la formazione godeva simultaneamente della resistenza garantita dai picchieri, della potenza di fuoco degli archibugieri e della potenza d'urto corpo-a-corpo dei suoi spadaccini. La successiva evoluzione portò a ridurre il numero di spadaccini puri e ad aumentare il numero dei fucilieri, ormai spadaccini-fucilieri, in rapporto ai picchieri. Inizialmente impiegato per massimizzare le capacità difensive del quadrato di picche contro la cavalleria, il fuoco degli archibugi/moschetti, se spostato sui fianchi della formazione, si tramutava in un elemento d'attacco, facendo della formazione un accorgimento tattico molto versatile.
I quadrati erano solitamente disposti in formazione a denti di drago, sfalsati, con il bordo anteriore di un'unità allo stesso livello del bordo posteriore della precedente, in modo simile alla difesa del riccio. Ciò consentì la creazione di linee di fuoco d'infilata e, in un certo senso, defilava le unità dell'esercito stesso. Le unità dispari avanzavano, alternandosi con le unità pari che arretravano, creando varchi attraverso i quali un nemico ignaro poteva entrare ed esporre i fianchi al fuoco incrociato dei cannoni di tre quadrati separati. Il tercio e le sue compagnie svolgeva inoltre operazioni particolari indipendentemente dalle formazione principale.
Tipi di soldati ed armamento
[modifica | modifica wikitesto]Come anticipato, i tercios, raggruppamento di fanteria entro un esercito spagnolo che comprendeva anche, come armi distinte, la cavalleria e l'artiglieria, avevano tre classi di combattenti: picchieri, archibugieri e moschettieri. A loro volta, i soldati armati di picche erano divisi in coseletes (it. "corsaletti", i.e. "corazze") e picas secas (it. "picche secche", i.e. "picche disarmate").
I soldati ricevevano, all'arruolamento, una serie di armi corrispondenti alla loro mansione dagli ufficiali del re e che costituivano il loro equipaggiamento ufficiale o armas de munición (it. "armi di munizione").[21] L'importo stimato di queste armi era scontato dai pagamenti successivi. I soldati potevano acquisire e utilizzare altre armi, sia offensive (es. alabarde o partigiane) sia difensive (scudi, corazze, cotte di maglia), sia da privati sia dai furieri reali.
Tutti i soldati portavano la spada e la daga, di solito appese ad un'apposita cintura. La spada veniva usata negli assalti ma in poche battaglie furono usate. Normalmente era a doppio taglio e di solito non misurava più di un metro, quindi era più maneggevole rispetto alle lunghe spade d'uso civile in uso all'epoca.[22]
- Picchieri
I picchieri erano fanti equipaggiati ed addestrati all'uso della picca, lunga dai 3 ai 6 m. Portavano comunque anche la spada al fianco. Come anticipato, a seconda del loro equipaggiamento difensivo, erano divisi in picas secas privi di corazza e cosletets protetti da armatura a piastre quasi completa (corazza/corsaletto; scarsella, spallacci, vambraci). Tutti i picchieri portavano l'iconico elmetto ispanico, il morione (es. morrion), e una gorgiera. Come anticipato però i soldati del tercio compravano anche equipaggiamento di tasca propria, pertanto non era insolito che i picas secas fossero comunque protetti da un corsaletto comprato a proprie spese.[23]
- Archibugieri
Gli archibugieri erano soldati armati d'archibugio, la prima vera arma da fuoco portatile, di peso inferiore a 10 libbre (4,5 kg).[24] Il tipo più in uso era quello con l'innesco "a miccia", perché dimostratosi più affidabile, oltreché più economico da realizzare. Gli archibugieri erano equipaggiati con una bandoliera contenente la fiaschetta per trasportare la polvere da sparo, le pallottole e la miccia di ricambio. Proteggevano la testa con un morione, come i picchieri, o un elmetto del tipo celata. Nei primi decenni del XVI secolo, potevano indossare anche una gorgiera di maglia metallica.
- Moschettieri
L'introduzione del moschettiere nel tercio data al 1567 e fu un'innovazione del duca d'Alba, anche se il suo uso è noto nelle terre barbaresche, nel Nord Africa, almeno dalla cima del Peñón de Vélez de la Gomera nel 1564.[25]
I moschettieri utilizzavano il moschetto, un'arma simile all'archibugio ma più grande, del peso di 15–20 libbre (6,8–9,1 kg), con gittata e calibro maggiori.[24] Dato il suo grande peso, era necessario appoggiarlo su una forcella piantata a terra. Invece del morione indossavano un berretto o un cappello, anche se è possibile vedere illustrazioni di moschettieri che indossano un morione. La portata maggiore del moschetto rispetto all'archibugio permetteva ai moschettieri di sparare e tornare entro il quadrato quando il nemico era ancora lontano. Il moschetto rappresentava un notevole aumento della potenza di fuoco delle unità, dovuto soprattutto alla capacità di penetrazione dei proiettili sparati e alla loro gittata, doppi rispetto a quella dell'archibugio, mantenendo una precisione sufficiente per colpire un bersaglio di 50 cm a 100 m di distanza.[26][27]
Con il passare degli anni, mentre nei tercio il numero di uomini per ogni compagnia diminuiva, aumentava la proporzione di archibugieri e moschettieri rispetto a quella dei picchieri. L'esercito spagnolo fu uno di quelli che adottò più rapidamente le armi da fuoco nelle sue unità, anche se in seguito la sua proporzione rimase stabile. Il numero di soldati armati di fucile, archibugio o moschetto che fosse, aumentò nei tercio ma non si fece mai a meno delle picche, considerate necessarie per la difesa.[28]
Uniforme
[modifica | modifica wikitesto]Fino al 1660, i soldati dei tercios vestivano con abiti adatti alla vita militare ma che mancavano di uniformità nella forma e nel colore. L'abbigliamento abituale consisteva in gambali, camicia e farsetto, accompagnati da un berretto, una cuffia o un cappello. I soldati di solito indossavano scarpe, anche se nelle zone mediterranee in estate era comune indossare espadrillas. In linea di principio, il soldato acquistava gli indumenti da solo ma a volte era l'esercito a fornirgli abiti confezionati o tessuti e panni per realizzarli. Come in ogni altro caso di materiale fornito dall'esercito, anche questo vestido de munición, si trattasse di vestiti veri e propri, semplici tessuti e calzature, erano detratti dal soldo del soldato.[29]
La vita nel tercio
[modifica | modifica wikitesto]Alimentazione
[modifica | modifica wikitesto]Quando in guarnigione presse le prigioni o le fortezze o in tempo di guerra, il soldato riceveva il cibo dall'esercito ma, in ragione della sua scarsità, i soldati, normalmente raggruppati in camerati, compravano il cibo nei mercati locali o dagli abitanti dei villaggi che seguivano l'esercito e lo rifornivano. La razione giornaliera in carico all'esercito era il c.d. "pane munizione", del pane preparato o acquistato dall'esercito che veniva distribuito ai soldati e detratto dal loro stipendio. Il pane costituiva la colonna portante nella dieta dei soldati che potevano però acquistare prodotti freschi nei mercati.[30]
Quando imbarcati su flotte da guerra o da trasporto nel Mediterraneo, i soldati ricevevano una razione giornaliera che poteva consistere in due libbre di focaccia al giorno, insieme ad una razione di riso o legumi (fagioli e ceci), nonché di pancetta o carne salata, formaggi e pesce in scatola come merluzzo, tonno, sarde o acciughe. Questi cibi venivano cucinati con olio, sale, aceto e aglio.[31]
Gli ufficiali ricevevano anche razioni per sfamare i servi che li accompagnavano.
Assistenza sanitaria
[modifica | modifica wikitesto]Ogni tercio aveva un medico, un chirurgo e un farmacista, mentre ogni compagnia aveva un barbiere per il primo soccorso. I feriti gravi venivano portati all'ospedale, ove c'erano infermieri, medici e chirurghi. Questo ospedale era gestito dagli stessi soldati attraverso la cosiddetta real de limosna (it. "elemosina reale"), una somma che veniva detratta dal loro stipendio, oltre alla vendita degli effetti personali dei pazienti deceduti senza fare testamento o le donazioni che qualcuno faceva volontariamente. C'era circa un medico/chirurgo ogni 2.200 soldati e, dopo una battaglia, i feriti potevano essere così tanti da sopraffare le loro capacità. Ne consegue che la maggior parte dei soldati veterani erano coperti di cicatrici e molti erano storpi o mutilati, ridotti a degli invalidi privi di assistenza di sorta una volta reintegrati nella vita civile. Alle amputazioni seguiva la cauterizzazione e le ferite venivano curate con macerazioni di vino o brandy e alcuni unguenti ma questo a volte non fermava l'infezione o le suppurazioni che finivano per degenerare in cancrena o altre malattie contagiose.[30]
Credo religioso
[modifica | modifica wikitesto]Anche se in teoria in ogni compagnia del tercio era presente un cappellano che assicurava l'assistenza religiosa dei soldati, non sembra che fino alla fine del XVI secolo questa norma fosse rispettata, e, in ogni caso, sembra che la qualità di tali cappellani fosse bassa. Questi cappellani assistevano i soldati amministrando sacramenti come la comunione, la confessione o l'estrema unzione, e potevano anche predicare loro e instillare la dottrina cattolica ma non c'è prova che i soldati avessero una pratica religiosa più o meno intensa rispetto ad altri ceti sociali.
Nonostante ciò, esistono prove della religiosità di molti soldati, espressa nelle elemosine concesse nei testamenti o nell'esistenza di confraternite religiose che difendevano diversi patroni e vergini, come quella del Rosario o quella della Concezione (es. Concepción). Il nome del santo patrono di Spagna, Santiago, era usato anche come motto guerriero. In molti casi, i soldati si confessavano prima della battaglia, per non morire in peccato mortale, e prima del combattimento venivano celebrate messe solenni, alle quali partecipavano religiosi con stemmi cattolici che passavano tra i combattenti, tanto quanto tra i feriti ed i moribondi.[32]
Le ordinanze degli eserciti mettevano in guardia contro peccati comuni come la blasfemia, e imponevano punizioni severe contro il furto di strumenti liturgici o la violenza nei luoghi sacri o contro i membri del clero e degli ordini religiosi di ambo i sessi.
Colori
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LaCroce di Borgognafu adottata come simbolo dei Tercios e dell'Impero spagnolo.
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Tercio de la Liga (1571)
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Bandiera sconosciuta del Tercio (appare vicino al comandante Ambrogio Spinola nel dipinto "La resa di Breda" di Diego Velázquez)(1621)
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Tercio de Alburquerque (1643)
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Tercio Morados Viejos (1670)
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Tercio Amarillos Viejos (1680)
I terços portoghesi
[modifica | modifica wikitesto]Il Regno del Portogallo adottò il modello spagnolo del tercio nel XVI secolo, chiamandolo terço. Nel 1578, nell'ambito della riorganizzazione dell'esercito Exército Português condotta dal re Sebastiano I, furono istituiti quattro terços : il Terço di Lisbona, il Terço di Estremadura, il Terço di Alentejo e il Terço di Algarve, ognuno composto da circa 2.000 uomini, divisi in 8 compagnie. La fanteria dell'esercito organizzato per la spedizione in Marocco nel 1578 era composta da questi quattro terços insieme al Terço degli Avventurieri (composto interamente da giovani nobili), tre terços mercenari (il tedesco, l'italiano e il castigliano) e un'unità di tiratori scelti della guarnigione portoghese di Tangeri. Questa era la forza portoghese che combatté nella Battaglia di Alcazarquivir.
Durante il periodo in cui l'Unione iberica fuse il Portogallo alla Corona di Spagna (1580–1640), il Portogallo mantenne l'organizzazione dei terços, nonostante il declino dell'esercito. Diversi tercios spagnoli furono inviati in Portogallo: il principale, il Tercio de la Ciudad de Lisbona, occupò le principali fortezze della capitale portoghese. In questo periodo venne creato il Terço della Marina della Corona del Portogallo, antenato della moderna Marina portoghese.
Dopo il ripristino della sovranità portoghese nel 1640, l'esercito venne riorganizzato dal re Giovanni IV. I terços rimasero le unità base della fanteria portoghese. Furono organizzati due tipi di terços: i terços pagati (unità permanenti di prima linea) e i terços ausiliari (unità di milizia di seconda linea). Grazie a questi terços i lusitani vinsero la Guerra di restaurazione portoghese.
Alla fine del XVII secolo, i terços erano già organizzati come reggimenti moderni. Tuttavia, i terços di prima linea furono trasformati in reggimenti solo nel 1707, durante la Guerra di successione spagnola, dopo che i tercios spagnoli erano stati trasformati in reggimenti nel 1704. I terços di seconda linea furono trasformati in reggimenti di milizia solo nel 1796. Alcuni degli antichi terços sono gli antenati diretti dei moderni reggimenti dell'esercito portoghese.
Battaglie famose
[modifica | modifica wikitesto]Vittorie
[modifica | modifica wikitesto]- Pre-fondazione ufficiale
- Cerignola (1503)
- Garigliano (1503)
- Mers-el-Kébir (1505)
- Orano (1509)
- La Motta (1513)
- Noáin (1521)
- Bicocca (1522)
- Romagnano/Sesia (1524)
- Pavia (1525)
- Roma (1527)
- Landriano (1529)
- Vienna (1529)
- Post-fondazione ufficiale
- Tunisi (1535)
- Serravalle (1544)
- Muhlberg (1547)
- San Quintino (1557)
- Gravelines (1558)
- Malta (1565)
- Lannoy (1566)
- Dahlen (1566)
- Oosterweel (1567)
- Jemmingen (1568)
- Jodoigne (1568)
- Lepanto (1571)
- Mons (1572)
- Goes (1572)
- Haarlem (1573)
- Mook (1574)
- Valkenburg (1574)
- Schoonhoven (1575)
- Oudewater (1575)
- Zierikzee (1576)
- Gembloux (1578)
- Borgerhout (1579)
- Maastricht (1579)
- Noordhorn (1581)
- Ponta Delgada/Terceira (1582)
- Eindhoven (1583)
- Steenbergen (1583)
- Empel (1585)
- Anversa (1585)
- Neuss (1586)
- Sluis (1587)
- Rheinberg (1590)
- Parigi (1590)
- Craon (1592)
- Doullens e Groenlo (1595)
- Lippe (1595)
- Calais (1596)
- Groenlo (1606)
- Oppenheim (1620)
- Bacharach (1620)
- Jülich (1621)
- Wimpfen (1622)
- Fleurus (1622)
- Heidelberg (1622)
- Höchst (1622)
- Mannheim (1622)
- Breda (1625)
- Cadice (1625)
- Genova (1625)
- Salvador de Bahia (1625)
- Nordlingen (1634)
- Lovanio (1635)
- Somme (1636)
- Venlo (1637)
- Kallo (1638)
- Thionville (1639)
- Honnecourt (1642)
- Tuttlingen (1643)
- Valenciennes (1656)
Sconfitte
[modifica | modifica wikitesto]- Ravenna (1512)
- Castelnuovo (1539)
- Algeri (1541)
- Ceresole (1544)
- Leida (1574)
- Rijmenam (1578)
- Alcácer Quibir (1578)
- Arques (1589)
- Ivry (1590)
- Caudebec (1592)
- Siege of Coevorden
- Morlaix (1594)
- Fort Crozon (1594)
- Fontaine-française (1595)
- Amiens (1597)
- Turnhout (1597)
- Zaltbommel (1599)
- Nieuwpoort (1600)
- Kinsale (1601)
- Sluis (1603)
- Les Avins (1635)
- Tornavento (1636)
- Schenkenschans (1636)
- Torino (1640)
- Montjuïc (1641)
- Leida (1642)
- Rocroi (1643)
- Lens (1648)
- Arras (1654)
- Le Dune (1658)
- Le Linee di Elvas (1659)
- Ameixial (1663)
- Castel Rodrigo (1664)
- Monte Chiaro (1665)
I tercios e la "Leggenda nera spagnola"
[modifica | modifica wikitesto]La cattiva reputazione dei tercios è parte inscindibile della Leggenda nera spagnola (es. La Leyenda Negra) diffusa dalla storiografia anglosassone, francese e olandese per nuocere all'immagine politica della Spagna a partire dal regno di Filippo II. Tali pregiudizi si fondano su fatti certamente incresciosi che furono opera dei soldati rozzi e feroci in alcuni episodi di disordini e saccheggi indiscriminati accompagnati da crudeli stragi, es. la sopracitata "Furia spagnola di Anversa", sebbene di entità inferiore a quanto riportato. Durante lo svolgimento dell'incarico di capo dei tercio da parte del Duca d'Alba, l'odio si acuì, soprattutto a causa della pesante politica repressiva promossa dal nuovo governatore, ancora oggi considerato una vera e propria bestia nera dal popolo fiammingo e dai protestanti olandesi.
Fin dal principio della Guerra degli Ottant'anni, i fiamminghi fecero ampio uso della propaganda anti-spagnola, approfittando della loro fiorente industria editoriale, in quella che gli spagnoli chiamarono Guerra de Papel, it. "Guerra della Carta".[33] Non a caso, sin dall'estate nel 1567, poco dopo il suo arrivo nelle Fiandre, il duca d'Alba prese il controllo dell'industria locale del libro: diversi stampatori vennero banditi e almeno uno venne giustiziato. Librai e stampatori vennero perseguiti e arrestati per aver pubblicato libri vietati, molti dei quali vennero aggiunti all'Indice dei libri proibiti.
Attivi diffamatori della Spagna furono il pittore Lucas de Heere, il poeta Van der Noot, il geografo Ortelius e molti altri.[34] Uno dei principali propagandisti fu Filippo di Marnix di San Aldegonde, teologo strettamente legato a Calvino, che più tardi andrà a lavorare per Guglielmo d'Orange. Marnix, che era stato in Germania, utilizzò tutte le risorse a sua disposizione: i crimini delle truppe spagnole nella guerra di Smalcalda, la somiglianza tra spagnoli e turchi, suggerendo un'alleanza tra i due, la malvagità del duca d'Alba, ecc., affermazioni che avrebbe ripetuto alla Dieta di Worms nel 1578.[35]
Gli opuscolisti fiamminghi fecero appello anche alla paura dell'Inquisizione spagnola, affermando che Re Filippo voleva introdurla nei Paesi Bassi, utilizzando elementi di opere critiche precedentemente pubblicate per spiegare cosa accadrebbe in un caso del genere.[36] Fu addirittura pubblicato un falso documento del Sant'Uffizio che dichiarava tutti gli olandesi colpevoli di lesa maestà e minacciava una vasta confisca dei beni; documento considerato autentico dagli storici olandesi fino al XIX secolo.[37]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (ES) Fernand Braudel, El Mediterráneo y el mundo mediterráneo en la época de Felipe II, FCE, 1976, p. 28.«... y, con el Gran Capitán, la aparición ni más ni menos que del tercio español, de algo que equivale en la historia universal al nacimiento de la falange Macedonia o de la legión romana.»
Bibliografiche
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Voci correlate
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (ES) Tercios.org. URL consultato il 18 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
- (EN) Spanish Tercio Tactics, su forum.milua.org, 28 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2011).
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- (ES) Storia del Tercio de Cerdeña, su elgrancapitan.org.
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