L'annata, che sancirà la seconda retrocessione nella storia della Sampdoria, non si aprì sotto i migliori auspici. In sede di mercato i tifosi sperarono fino all'ultimo giorno nell'arrivo dell'attaccante avellinese Musiello, ma la speranza non si concretizzò poiché il centravanti passò alla Roma. Anzi, nell'ultimo giorno di mercato i tifosi blucerchiati videro partire destinazione Firenze uno dei migliori giocatori della rosa: il terzino Marco Rossinelli. Per sostituirlo la società blucerchiata prelevò Vito Callioni dal Vicenza, mentre a "rafforzare" l'attacco arrivo Gianluigi Savoldi (fratello minore di Beppe Savoldi).
Le opache prestazioni in Coppa Italia (4 sconfitte su 4) contribuirono a far lievitare il malumore della piazza. L'inizio del campionato rivelò che i timori dei tifosi erano fondati. Neanche l'arrivo, durante il mercato di riparazione, del centravanti Bresciani (prelevato dalla Fiorentina) migliorò la precaria situazione di classifica. Nonostante una fragorosa tripletta al Verona il giovane attaccante non riuscì a risolvere i problemi realizzativi che affliggevano l'undici blucerchiato. Dopo la sconfitta nel derby di ritorno la Sampdoria si lanciò nella solita rimonta di primavera che però si fermò alla penultima giornata.
In un drammatico spareggio salvezza giocato al Dall'Ara di Bologna, i blucerchiati (seguiti da oltre diecimila tifosi) naufragarono al cospetto dei felsinei che andarono in rete per tre volte nella prima mezzora. L'ultima partita giocata a Marassi contro la Juventus vide una Samp generosa e sciupona (incredibili i gol sbagliati da Bresciani e De Giorgis) punita da una Juventus reduce il mercoledì precedente dal trionfo in Coppa Uefa sul campo di Bilbao. Il 2-0 finale (Bettega e Boninsegna) assegnò matematicamente lo scudetto ai bianconeri e sancì la seconda, amara, retrocessione dei blucerchiati.