Il Santo, in lingua latina Sanctus o Tersanctus o Trisagio angelico, è un inno dell'ordinario della messa cattolica.
Esso è parte integrante del prefazio, del quale costituisce la conclusione, prima dell'inizio della preghiera eucaristica; esso viene cantato o recitato ad alta voce dal sacerdote insieme al popolo.
È usato in quasi tutti i riti delle liturgie cattoliche, ortodosse e in molte protestanti.
Quest'inno è un invito rivolto alla Chiesa terrestre ad unirsi ai cori celesti nella lode al Signore.
La prima parte del Sanctus è stata introdotta nella liturgia cattolica alla fine del IV secolo.[1]
Il testo della seconda parte, il Benedictus, è tratto dal Vangelo secondo Matteo (21,9[2]), nel contesto del racconto dell'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme la domenica delle palme.
L'affermazione solenne della santità e trascendenza di Dio dell'universo è completata da questa affermazione al Cristo re che cita il salmo della messa del giorno di Pasqua (117,6[3]). Questa seconda parte è attestata nella Messa romana solo nel VII secolo.[4][5]
Il santo è stato spesso musicato insieme alle altre parti della Messa.
Testo della preghiera
[modifica | modifica wikitesto]Missale Romanum, editio typica tertia (2002)
Sanctus, sanctus, sanctus Dominus Deus Sabaoth. |
Messale Romano III edizione in lingua italiana (2020)
Santo, santo, santo il Signore Dio dell'universo. |
Il testo latino è immutato rispetto a quello della Messa tridentina. L'unica differenza è che il celebrante e i fedeli nella Messa tridentina compiono un segno di croce alla parola Benedictus.
Il Sanctus gregoriano
[modifica | modifica wikitesto]Il Sanctus è uno dei brani contenuti nel Kyriale, compare un Sanctus musicalmente diverso, ma con testo identico, in ciascuna delle 18 messe e altre tre versioni sono incluse nei canti ad libitum.
Nel repertorio del canto gregoriano il Sanctus XVIII è fra quelli più antichi. Esso è abitualmente cantato nelle ferie dell'Avvento, della Quaresima e delle Messe dei defunti e si distingue per la sua semplicità.
Melodicamente è in forma di salmodia sillabica e la sua ornamentazione si trova a metà strada tra i recitativi del prefazio e del canone, dove è stato collocato.
Le altre melodie sono state elaborate in maniera progressiva, soprattutto a partire dall'XI secolo e vi sono rappresentati quasi tutti i modi. Alcuni sono in forma sillabica, altri in forma ornata.
Nella Bibbia e nelle preghiere
[modifica | modifica wikitesto]Il santo segue il carattere generale del prefazio, che è una preghiera di lode, con le parole dell'"inno dei serafini", udito nel tempio di Gerusalemme dal profeta Isaia (6,3[6]) nella visione inaugurale del suo ministero. La parte iniziale è riferita anche nell'Apocalisse (4,8[7]).
Fra le preghiere più importanti della Chiesa cattolica e rivolte a San Michele Arcangelo, l'Exorcismus in Satanam et angelos apostaticos (papa Leone XIII, 1884), come in Apocalisse, afferma che la parte iniziale della preghiera è cantata a Dio:
«[...] Humiliare sub potenti manu Dei. contremísce et effuge, invocato a nobis sancto et terribili Nomine Iesu, quem inferi tremunt, cui Virtutes coelorum et Potestates et Dominationes subiectae sunt; quem Cherubim et Seraphim indefessis vocibus laudant, dicentes: Sanctus, Sanctus, Sanctus, Dominus Deus Sabaoth. .[...]
[Traduzione:] Umíliati sotto la potente mano di Dio, trema e fuggi alla nostra invocazione del santo e terribile Nome di Gesù che fa tremare l’inferno e a cui sono sottomesse le Virtù dei cieli, le Potenze e le Dominazioni, e che i Cherubini e i Serafini lodano incessantemente, dicendo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio [e Re] degli Eserciti.»
Come era noto nella tradizione medioevale, l'esorcismo ribadisce che nella gerarchia in Paradiso, il canto è riservato agli angeli della classe più alta, che sono i cherubini e i serafini.
I primi versi del Santo ricalcano la preghiera ebraica della Qedushah: Kadosh Kadosh Kadosh Adonai Tz'vaot M'lo Khol Ha'aretz K'vodo ("Santo, Santo, Santo, il Signore degli Eserciti il Mondo intero è pieno della Sua Gloria"), Baruch K'vod Adonai Mim'komo ("Benedetta è la Gloria del Signore nella sua Sede").
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ D. Saulnier.
- ^ Mt 21,9, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Sal 117,6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ D. Saulnier, p. 97.
- ^ J.A. Jungmann, p. 45, n. 41.
- ^ Is 6,3, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
- ^ Ap 4,8, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Joseph-Andrè Jungmann, Missarum sollemnia, Parigi, Aubier, 1953, ISBN non esistente.
- (IT, LA) Commissione Episcopale per la Santa Liturgia (a cura di), Messale Romano latino-italiano per le domeniche e le feste, Torino, Marietti, 1965, ISBN non esistente.
- Conferenza Episcopale Italiana (a cura di), Messale Romano, 2ª edizione, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, 1983, ISBN 88-209-1445-X.
- Dom Daniel Saulnier, Il Canto Gregoriano, Casale Monferrato, Piemme, 1998, ISBN 978-88-384-9337-9.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sanctus, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Santo, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
- (EN) Santo, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.