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1.- Calcutta Presidency, istituita nel 1700 che si estendeva sulla vasta regione del delta del Gange nel Bengala; |
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2.- Madras Presidency, istituita nel 1684 e che comprendeva un lungo tratto di [[costa del Coromandel]]; |
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3.- Bombay Presidency, istituita nel 1703 e comprendeva tutte le basi inglesi che si affacciavano sulle coste occidentali |
3.- Bombay Presidency, istituita nel 1703 e comprendeva tutte le basi inglesi che si affacciavano sulle coste occidentali indiane fino a Tellicherry. |
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Con l'inaugurazione di una nuova politica di vere annessioni territoriali e di conquiste militari la Compagnia |
Con l'inaugurazione di una nuova politica di vere annessioni territoriali e di conquiste militari la Compagnia costituì progressivamente un vero Stato britannico indiano (Raj). |
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Intorno al 1840 così si può parlare correttamente di "India britannica" a cui si affiancano centinaia di principati vassalli autoctoni, posti sotto la pesante tutela, prima di agenti della compagnia, poi del governo britannico (1858): |
Intorno al 1840 così si può parlare correttamente di "India britannica" a cui si affiancano centinaia di principati vassalli autoctoni, posti sotto la pesante tutela, prima di agenti della compagnia, poi del governo britannico (1858): |
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I possessi immediati britannici erano: |
I possessi immediati britannici erano: |
Versione delle 16:48, 15 gen 2015
Impero anglo-indiano - Raj Britannico | |
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Motto: Dieu et mon droit (Dio e il mio diritto) | |
Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Indian Empire, British Indian Empire, British Raj |
Lingue ufficiali | inglese, Hindi, Tamil, Urdu, Pashtu |
Lingue parlate | Inglese |
Inno | God Save the Queen (1858 - 1901) God Save the King (1901 - 1947) |
Capitale | Calcutta (1858 - 1912) |
Altre capitali | Nuova Delhi (1912 - 1947) |
Dipendente da | Regno Unito |
Politica | |
Forma di Stato | Monarchia parlamentare come Colonia britannica |
Imperatori dell'India | Imperatore/Imperatrice dell'India
|
Nascita | 2 agosto 1858 con Vittoria del Regno Unito |
Causa | Government of India Act 1858 |
Fine | 15 agosto 1947 con Giorgio VI del Regno Unito |
Causa | indipendenza di India e Pakistan |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | subcontinente indiano |
Territorio originale | Penisola Indiana |
Massima estensione | 5.171.061 km² nel 1909-1947 |
Popolazione | 228.003.116 ab. nel 1911 |
Economia | |
Valuta | Rupia indiana |
Risorse | carbone, ferro, calcare, argilla |
Produzioni | tessuti, ceramiche |
Commerci con | Impero britannico |
Esportazioni | cotone, tè, sale, frutti tropicali, spezie, zucchero |
Religione e società | |
Religioni preminenti | induismo, islamismo |
Religioni minoritarie | buddismo, anglicanesimo, cattolicesimo, sikhismo, zoroastrismo |
Evoluzione storica | |
Preceduto da | Impero Moghul Company Raj |
Succeduto da | Birmania britannica Dominion dell'India Dominion del Pakistan |
Con il termine di Impero anglo-indiano o Impero indiano (British Raj in inglese) si indica l'insieme di domini diretti e protettorati che il Regno d'Inghilterra e il Regno di Gran Bretagna prima, il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda poi accumularono e organizzarono nel subcontinente indiano, nel corso di tre secoli (dal XVII secolo al XX secolo); con l'indipendenza concessa nel 1947 (grazie alle campagne non violente di Gandhi) sui territori del cosiddetto Raj Britannico sorsero gli attuali stati di India, Pakistan (a sua volta diviso dopo l'indipendenza del Bangladesh nel 1971) e Birmania. Grazie a questi domini, dal tempo della regina Vittoria nel 1858, fino a Giorgio VI nel 1947, i sovrani britannici poterono fregiarsi del titolo di "imperatori d'India". Durante le due guerre mondiali il Raj fornì moltissime truppe che combatterono soprattutto in Medio Oriente e Nordafrica.
Geografia
L'Impero anglo-indiano si estendeva su tutte le regioni macrogeografiche dell'attuale India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Birmania. Inoltre, nelle diverse epoche, esso arrivò ad includere anche la Colonia di Aden (1858 - 1937), il Somaliland (1884 - 1898) e Singapore (1858 - 1867). La Birmania venne separata amministrativamente dall'Impero dal 1937 sino alla dichiarazione d'indipendenza del 1948. Gli Stati della Tregua del golfo Persico erano teoricamente stati principeschi dell'India britannica sino al 1946 e utilizzavano la rupia come unità monetaria. Dal 1876 l'estensione dell'Impero superava i 5 milioni di Km², il più vasto possedimento coloniale europeo in Asia.
Il Ceylon (oggi Sri Lanka) venne ceduto agli inglesi nel 1802 sulla base del trattato di Amiens. Il Ceylon fu sempre una colonia della corona e non entrò mai a far parte dell'India britannica. I regni di Nepal e Bhutan vennero riconosciuti come stati indipendenti.[1][2] Il Regno del Sikkim venne fondato nel 1861 tra gli inglesi e gli abitanti locali, anche se i termini di sovranità vennero lasciati in ambiguità.[3] Le Maldive furono protettorato britannico dal 1887 al 1965, ma anch'esse non furono parte dell'India britannica.
Inno nazionale e bandiera
Come tutte le altre colonie britanniche anche l'Impero indiano adottò come bandiera nazionale l'Union Jack britannica, essa campeggiava su tutti i palazzi istituzionali, le corti di giustizia, i municipi, i forti e i presidi militari e su ogni sede di amministrazione civile o militare. Come colonia, l'Impero indiano possedeva però anche una sua bandiera sul modello Red Ensign su sfondo rosso con la "Stella dell'India" al battente ma essa fu poco utilizzata favorendo invece il vessillo dei viceré. L'inno nazionale fu il God Save the King o God Save the Queen già dai tempi del controllo della Compagnia delle Indie orientali ufficializzato nel 1858 dopo il passaggio dell'amministrazione alla Corona. Dal 1858 al 1901 God Save the Queen in quanto l'imperatrice dell'India fu la regina Vittoria mentre dal 1901 al 1947 fu il God Save the King in quanto i sovrani furono Edoardo VII, Giorgio V e Giorgio VI. Il 15 agosto 1947 giorno dell'indipendenza indiana l'Union Jack venne calata definitivamente accompagnata dal God Save the King, fu l'ultima volta in cui la bandiera britannica e l'inno britannico rappresentavano l'India che perdette da quel giorno l'appellativo di "britannica". Il God Save the King tuttavia rimase "inno reale" per l'India dal 1947 al 1950 per il Pakistan dal 1947 al 1956 anno in cui divennero rispettivamente (1950) l'India e (1956) il Pakistan delle repubbliche indipendenti. L'Union Jack invece cessò di avere valenza "nazionale" dal 1947 venendo sostituita dalle bandiere di India e Pakistan.
India britannica e stati principeschi
L'Impero indiano britannico era suddiviso in due parti distinte: India britannica e Stati principeschi o Stati nativi. Nell'Interpretation Act del 1889, il parlamento inglese adottò le seguenti definizioni per le due sezioni:
L'espressione "India britannica" indicherà tutti quei territori o luoghi in cui vige la sovranità di sua maestà e che sono quindi governati attraverso il governatore generale dell'India o un suo subordinato. L'espressione "India" indicherà l'India britannica unitamente agli altri territori dei principi o capi nativi. (52 & 53 Vict. cap. 63, sec. 18)[4]
In generale il termine "British India" è stato usato (e continua ad essere usato) in riferimento alle regioni sotto il controllo della Compagnia delle Indie Orientali dal 1600 sino al 1858.[5] Il termine è stato anche usato per indicare i "Britannici in India".[6]
La sovranità negli oltre 175 stati principeschi, molti di notevole estensione e rilievo politico, veniva esercitata (in nome della corona britannica) dal governo centrale dell'India britannica per mano del Viceré; i rimanenti circa 500 staterelli indipendenti dipendevano invece dal governo provinciale.[7] In realtà la differenza tra "dominio" e "sovranità" non venne mai completamente definita e questo fu spesso alla base di contrasti tra i locali e l'amministrazione britannica in India. In campo internazionale tuttavia solo il governo britannico dell'India veniva riconosciuto poiché come sopra descritto gli Stati principeschi e gli altri sultanati minori non godevano di una politica estera autonoma essendo questa gestita unilateralmente dal governo britannico in India.[7] Intorno al 1750, cioè quando ancora la "Compagnia delle Indie" inglese possedeva le basi commerciali nel sub-continente indiano, i territori britannici erano suddivisi in tre vasti distretti o governi generali: 1.- Calcutta Presidency, istituita nel 1700 che si estendeva sulla vasta regione del delta del Gange nel Bengala; 2.- Madras Presidency, istituita nel 1684 e che comprendeva un lungo tratto di costa del Coromandel; 3.- Bombay Presidency, istituita nel 1703 e comprendeva tutte le basi inglesi che si affacciavano sulle coste occidentali indiane fino a Tellicherry. Con l'inaugurazione di una nuova politica di vere annessioni territoriali e di conquiste militari la Compagnia costituì progressivamente un vero Stato britannico indiano (Raj). Intorno al 1840 così si può parlare correttamente di "India britannica" a cui si affiancano centinaia di principati vassalli autoctoni, posti sotto la pesante tutela, prima di agenti della compagnia, poi del governo britannico (1858): I possessi immediati britannici erano:
- A)- Calcutta Presidency con 11 province e 54 distretti -
- 1.- Bengala (1757; Calcutta) con 18 distretti e stati vassalli (Manipur, Tripura, Sikkim, Bhutan, Nepal, ecc.)
- 2.- Behar (1765; Patna) con 6 distretti e il principato di Cutch Behar (1772)
- 3.- Oudh (1771; Garakpore) con 1 distretto e il principato di Oudh (dal 1775 fino al 1856)
- 4.- Allahabad (1775) con 6 distretti e vari principati (Rewa, Benares, Bundelkhand, ecc.)
- 5.- Agra (1803) con 5 distretti e vari principati (Mewat, Bhartpur, Dholpur, ecc.)
- 6.- Delhi (1803) con 6 distretti e vari principati (Moghul Palace - Fort Red, Rewari, Rampur, Chtor)
- 7.- Orissa (1803; Cuttack) con 6 distretti e vari principati (Chota Nagpur, Bharatpur, ecc.)
- 8.- Ajmer (1818) con un distretto ed i vari principati dei Rajput (Jodhpur, Udaipur, Bikaner, ecc.)
- 9.- Gondwana (1818; Jubbolpore) con un distretto e vari principati (Nagpur, Gwalior, Indore, Bhopal, Ratlam, ecc.)
- 10.-Garhwal (1821; Srinagar) con 3 distretti e vari principati (Phulkian states, Tehri Garhwal, Ludhiana, ecc.)
- 11.-Assam (1826; Jorhat) con 1 distretto ed ex principati annessi (1802-1822)
- B)- Madras Presidency con 6 province e 20 distretti -
- 1.- Circars (1759; Vizianagram) con 5 distretti e alcuni principati (Hyderabad, Bijapur, Banganapalli, ecc.)
- 2.- Carnatic (1801; Madras) con 10 distretti e vari principati (Arcot, Pudukkottai, ecc.)
- 3.- Kanara (1801; Mangalore) con 1 distretto
- 4.- Balaghat (1801; Bellary) con 1 distretto
- 5.- Coimbatore (1803) con 2 distretti ed il principato vassallo del Mysore
- 6.- Malabar (1803;Calicut) con 1 distretto e vari principati (Cochin, Travancore, Coorg Mercara, Kerala, ecc.)
- C)- Bombay Presidency con 4 province e 13 distretti -
I rimanenti territori indiani costituivano il resto dei principati e canati ancora indipendenti.
Maggiori province
Al XX secolo l'India britannica era composta di otto province, ciascuna amministrata da un proprio governatore o luogotenente-governatore. La tabella seguente indica la loro area la popolazione (ma non include gli stati nativi) al 1907 circa:[8]
Province dell'India britannica[8] | Area (in chilometri quadrati) | Popolazione | Ufficiale capo dell'amministrazione |
---|---|---|---|
Burma | 440.000 km² | 9.000.000 | Luogotenente governatore |
Bengala (inclusi attuali Bangladesh, Bengala Orientale, Bihar e Orissa) | 390.000 km² | 75.000.000 | Luogotenente governatore |
Madras | 370.000 km² | 38.000.000 | Governatore |
Bombay | 320.000 km² | 19.000.000 | Governatore |
Province Unite (attuali Uttar Pradesh e Uttarakhand) | 280.000 km² | 48.000.000 | Luogotenente governatore |
Province Centrali (inclusa Berar) | 270.000 km² | 13.000.000 | Commissario Capo |
Punjab | 250.000 km² | 20.000.000 | Luogotenente governatore |
Assam | 130.000 km² | 6.000.000 | Chief Commissioner |
Durante la divisione del Bengala (1905–1911), venne creata la nuova provincia di Assam e Bengala Orientale con a capo un luogotenente governatore. Nel 1911, il Bengala Orientale venne riunito al Bengala, e le nuove province orientali divennero: Assam, Bengala, Bihar e Orissa.[8]
Province minori
Oltre a quelle sopra citate vi erano molte province minori amministrate da commissari capi:[9]
Provincia minore | Area (in chilometri quadrati) | Popolazione | Ufficiale capo dell'amministrazione |
---|---|---|---|
Provincia della Frontiera del Nord-Ovest | 16.000 km² | 2.125.000 | Commissario Capo |
Balucistan | 46.000 km² | 308.000 | Agente Politico Britannico nel Baluchistan in servizio ex-officio come Commissario Capo |
Coorg | 1.600 km² | 181.000 | Residente Britannico a Mysore in servizio ex-officio come Commissario Capo |
Ajmer-Merwara | 2.700 km² | 477.000 | Agente Politico Britannico nel Rajputana in servizio ex-officio come Commissario Capo |
Isole Andamane e Nicobare | 3.000 km² | 25.000 | Commissario Capo |
Stati principeschi
Uno Stato principesco, indicato anche coi nome di stato nativo o Stato indiano, era uno Stato nominalmente sovrano all'interno del governo britannico in India e come tale non era governato direttamente dagli inglesi, ma da sovrani locali (maharaja, raja, nababbi, nizam, ecc.). Inizialmente gli agenti britannici della Compagnia delle Indie esercitavano csu tali sovrani un controllo principalmente militare ed economico. La politica di annessioni, esercitata nella prima metà del XIX secolo dei principati che rimanevano privi di eredi diretti, creò un clima di alta tensione che fu una delle cause della rivolta dei Sipays e la soppressione della Compagnia come entità politica. Le province e conseguentemente gli stati indiani vassalli passarono sotto il governo britannico (1859). Ad ogni modo gli inglesi vi controllavano le risorse militari, gli affari esteri e le comunicazioni. Vi era un totale di 565 stati principeschi nel subcontinente indiano che divennero poi indipendenti nell'agosto del 1947.[10]
Organizzazione
-
Charles Wood, I visconte Halifax, che fu President of the Board of Control della Compagnia delle Indie Orientali dal 1852 al 1855 e che emanò l'Education Dispatch of 1854 modellato sulla politica di educazione britannica in India, fu anche Segretario di Stato per l'India nei primi anni del governo della Corona.
-
Robert Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury fu Segretario di Stato per l'India in due occasioni prima di prestare servizio come Primo Ministro del Regno Unito per un totale di tredici anni.
-
Charles Canning, I conte Canning, l'ultimo governatore generale dell'India sotto il governo della Compagnia delle Indie orientali e primo viceré d'India sotto il governo della Corona britannica.
A seguito dei moti indiani del 1857, l'Act for the Better Government of India (1858) apportò dei cambiamenti nel governo dell'India a tre livelli: nel governo imperiale a Londra, nel governo centrale a Calcutta e nei governatorali provinciali.[11]
A Londra venne composto un gabinetto di governo presieduto dal Segretario di Stato per l'India e da quindici membri del Consigli d'India che avessero trascorso almeno dieci anni in India.[12] Anche se il Segretario di Stato comunicava direttamente col governatorato indiano, spesso egli si serviva del proprio Consiglio ma soprattutto in materia economica.[11] Dal 1858 al 1947 vennero nominati ventisette Segretari di Stato per l'India tra i quali ricordiamo Sir Charles Wood (1859–1866), Robert Arthur Talbot Gascoyne-Cecil, III marchese di Salisbury (1874–1878) (poi Primo Ministro del Regno Unito), John Morley (1905–1910) (iniziatore delle Minto-Morley Reforms), E. S. Montagu (1917–1922) (vero artefice delle Montagu-Chelmsford reforms) e Frederick Pethick-Lawrence (1945–1947) (capo del gabinetto indiano). La grandezza del consiglio venne ridotta nel corso delle differenti epoche ma i poteri rimasero gli stessi. Nel 1907, per la prima volta, due indiani vennero nominati nel consiglio.[13]
A Calcutta, il governatore generale rimase a capo del governo indiano ed ottenne il nome di Viceré in quanto rappresentante effettivo del sovrano britannico che deteneva la sovranità sull'India britannica; egli, ad ogni modo, era responsabile del proprio operato presso il Segretario di Stato a Londra e quindi verso il parlamento inglese. Un sistema di "doppio governo" era già stato del resto messo alla prova dal ministro Pitt con l'India Act of 1784.[13] Il governatore generale si trovava nella capitale Calcutta, i governatori risiedevano nelle province più importanti (Madras o Bombay) mentre gli ordini venivano impartiti direttamente da Calcutta ove aveva sede anche il consiglio.[13] Ad ogni modo il consiglio aveva un valore consultivo sin dalla sua fondazione nel 1858 e le decisioni più importanti venivano ad ogni modo prese dall'esecutivo centrale così come stabilito dall'Indian Councils Act of 1861.
Governatori Generali e Viceré d'India (1858–1947)
# | Nome | Immagine | Dal | Al |
---|---|---|---|---|
1 | Charles Canning, I Conte Canning[14] | 1º novembre 1858 | 21 marzo 1862 | |
2 | James Bruce, VIII conte di Elgin | 21 marzo 1862 | 20 novembre 1863 | |
3 | Robert Napier, I barone Napier di Magdala (formalmente) |
21 novembre 1863 | 2 dicembre 1863 | |
4 | Sir William Denison (formalmente) |
2 dicembre 1863 | 12 gennaio 1864 | |
5 | John Lawrence, I barone Lawrence | 12 gennaio 1864 | 12 gennaio 1869 | |
6 | Richard Bourke, VI conte di Mayo | 12 gennaio 1869 | 8 febbraio 1872 | |
7 | Sir John Strachey (formalmente) |
9 febbraio 1872 | 23 febbraio 1872 | |
8 | Francis Napier, X Lord Napier (formalmente) |
24 febbraio 1872 | 3 maggio 1872 | |
9 | Thomas Baring, I conte di Northbrook | 3 maggio 1872 | 12 aprile 1876 | |
10 | Robert Bulwer-Lytton, I conte di Lytton | 12 maggio 1876 | 8 giugno 1880 | |
11 | George Robinson, I marchese di Ripon | 8 giugno 1880 | 13 dicembre 1884 | |
12 | Frederick Hamilton-Temple-Blackwood, I marchese di Dufferin e Ava | 13 dicembre 1884 | 10 dicembre 1888 | |
13 | Henry Petty-Fitzmaurice, V marchese di Lansdowne | 10 dicembre 1888 | 11 ottobre 1894 | |
14 | Victor Bruce, IX conte di Elgin | 11 ottobre 1894 | 6 gennaio 1899 | |
15 | George Curzon, I marchese Curzon di Kedleston[15] | 6 gennaio 1899 | 18 novembre 1905 | |
16 | Gilbert Elliot-Murray-Kynynmound, IV conte di Minto | 18 novembre 1905 | 23 novembre 1910 | |
17 | Charles Hardinge, I barone Hardinge di Penshurst | 23 novembre 1910 | 4 aprile 1916 | |
18 | Frederic Thesiger, I visconte Chelmsford | 4 aprile 1916 | 2 aprile 1921 | |
19 | Rufus Isaacs, I marchese di Reading | 2 aprile 1921 | 3 aprile 1926 | |
20 | E. F. L. Wood, I conte di Halifax | 3 aprile 1926 | 18 aprile 1931 | |
21 | Freeman Freeman-Thomas, i marchese di Willingdon | 18 aprile 1931 | 18 aprile 1936 | |
22 | Victor Hope, II marchese di Linlithgow | 18 aprile 1936 | 1º ottobre 1943 | |
23 | Archibald Wavell, I conte Wavell | 1º ottobre 1943 | 21 febbraio 1947 | |
24 | Louis Mountbatten, I conte Mountbatten di Burma | File:Mountbatten.jpg | 21 febbraio 1947 | 15 agosto 1947 |
Storia
Seguito della ribellione del 1857: critiche indiane e risposta inglese
-
Rani Lakshmibai, Rani di Jhansi, uno dei principali capi di Moti indiani del 1857, che precedentemente aveva perso il proprio regno come risultato della Dottrina della decadenza inaugurata da James Broun-Ramsay, I marchese di Dalhousie.
-
La proclamazione "Ai principi, capi e popolo d'India" pubblicata dalla Regina Vittoria il 1º novembre 1858. "Ci impegnamo solennemente a rispettare i territori nativi che noi ci arroghiamo di ritenere soggetti."
-
Sir Syed Ahmed Khan fondatore del Muhammedan Anglo-Oriental College, poi Aligarh Muslim University, scrisse una delle prime critiche all'azione britannica, Cause dei Moti Indiani.
-
Souvenir del 1887 consistente in un ritratto della Regina Vittoria come Imperatrice d'India a 30 anni dalla rivolta indiana.
Anche se la grande ribellione indiana del 1857 aveva scosso il governo britannico, non lo aveva disarcionato. Dopo la ribellione, gli inglesi divennero più circospetti ma divenne chiara la necessità di coinvolgere maggiormente gli indiani nell'amministrazione del governo, senza tuttavia concedere loro eccessivo spazio. L'esercito indiano venne completamente riorganizzato e venne privato delle unità di Musulmani e Bramini delle province di Agra e Oudh che erano stati il cuore della ribellione.[16] L'esercito indiano non subì ulteriori cambiamenti sino al 1947.[17] Il censimento del 1861 rilevò che la popolazione di nazionalità inglese in India ammontava a 125.945, di cui 41.862 civili e 84.083 militari.[18] Nel 1880 l'esercito stabile presente in India era composto da 66.000 soldati inglesi, 130.000 soldati indiani e 350.000 soldati indiani negli eserciti degli stati principeschi.[19]
Vennero siglate in questo periodo anche delle leggi che garantirono grandi benefici all'agricoltura ed ai contadini.[17]
Cambiamenti economici e tecnologici: 1858-1905
-
Mappa delle ferrovie indiane nel 1909 quando l'India aveva la più grande rete ferroviaria del mondo, la cui costruzione ebbe inizio nel 1853.
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"The most magnificent railway station in the world." Immagine stereografica del Victoria Terminus di Bombay, che venne completato nel 1888.
-
Il Canale di Agra (c. 1873) un anno dopo il suo completamento. Venne chiuso alla navigazione nel 1904 di modo da incrementare l'irrigazione e prevenire carestie.
-
George Robinson, I marchese di Ripon, il Viceré d'India che istituì il "Famine Code"
Nella seconda metà del XIX secolo, l'amministrazione britannica iniziò una vera e propria rivoluzione industriale in India che ebbe grandi effetti sulle economie della stessa India e del Regno Unito.[20] Gran parte dei cambiamenti a livello economico e sociale erano già iniziati prima dei Moti del 1857, quando Lord Dalhousie aveva esportato le tecnologie occidentali nel paese. Collegamenti telegrafici, ferrovie, strade, canali e ponti vennero rapidamente costruite di modo che materie prime come cotone e tè potessero essere trasportate in maniera più efficiente ai porti come Bombay e poi esportate nel Regno Unito.[21] I materiali grezzi venivano quindi lavorati e poi ritrasportati in India per essere venduti.[22] L'India veniva sfruttata essenzialmente per il grande bacino di tassazione e per i prodotti agricoli.[23] Nel 1920 venne completata la rete ferroviaria indiana, la più grande al mondo in quel momento, la cui realizzazione era durata oltre 60 anni. Solo il 10% degli incarichi di responsabilità nella società costruttrice furono affidati a cittadini indiani.[24]
Note
- ^ "Nepal." Encyclopædia Britannica. 2008.
- ^ "Bhutan." Encyclopædia Britannica. 2008.
- ^ "Sikkim." Encyclopædia Britannica. 2007. Encyclopædia Britannica Online. 5 August 2007 .
- ^ Imperial Gazetteer of India vol. IV, pp. 59–60
- ^ 1. Imperial Gazetteer of India, volume IV, published under the authority of the Secretary of State for India-in-Council, 1909, Oxford University Press. page 5. Quote: "The history of British India falls, as observed by Sir C. P. Ilbert in his Government of India, into three periods. From the beginning of the seventeenth century to the middle of the eighteenth century the East India Company is a trading corporation, existing on the sufferance of the native powers and in rivalry with the merchant companies of Holland and France. During the next century the Company acquires and consolidates its dominion, shares its sovereignty in increasing proportions with the Crown, and gradually loses its mercantile privileges and functions. After the mutiny of 1857 the remaining powers of the Company are transferred to the Crown, and then follows an era of peace in which India awakens to new life and progress." 2. The Statutes: From the Twentieth Year of King Henry the Third to the ... by Robert Harry Drayton, Statutes of the Realm - Law - 1770 Page 211 (3) "Save as otherwise expressly provided in this Act, the law of British India and of the several parts thereof existing immediately before the appointed ..." 3. Edney, M.E. (1997) Mapping an Empire: The Geographical Construction of British India, 1765-1843, University of Chicago Press. 480 pages. ISBN 978-0-226-18488-3 4. Hawes, C.J. (1996) Poor Relations: The Making of a Eurasian Community in British India, 1773-1833. Routledge, 217 pages. ISBN 0-7007-0425-6.
- ^ Imperial Gazetteer of India vol. II, p. 463,470 Quote1: "Before passing on to the political history of British India, which properly begins with the Anglo-French Wars in the Carnatic, ... (p.463)" Quote2: "The political history of the British in India begins in the eighteenth century with the French Wars in the Carnatic. (p.471)"
- ^ a b Imperial Gazetteer of India vol. IV, p. 60
- ^ a b c Imperial Gazetteer of India vol. IV, p. 46
- ^ Imperial Gazetteer of India vol. IV, p. 56
- ^ Kashmir: The origins of the dispute, BBC News, 16 January 2002
- ^ a b Moore, pp. 424–426
- ^ Moore, p. 424
- ^ a b c Moore, p. 426
- ^ Creato conte Canning nel 1859.
- ^ Oliver Russell, II barone Ampthill fu di fatti governatore generale nel 1904
- ^ Spear, p. 147
- ^ a b Spear, pp. 147–148
- ^ European Madness and Gender in Nineteenth-century British India. Social History of Medicine 1996 9(3):357-382.
- ^ Robinson, Ronald Edward, & John Gallagher. 1968. Africa and the Victorians: The Climax of Imperialism. Garden City, N.Y.: Doubleday [1]
- ^ Template:Harv, Template:Harv
- ^ Template:Harv, Template:Harv
- ^ Template:Harv
- ^ Template:Harv
- ^ Template:Harv
Voci correlate
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Impero anglo-indiano
- Wikiquote contiene citazioni di o su Impero anglo-indiano
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Impero anglo-indiano
Collegamenti esterni
- British India Website
- Images of Empire Library, Bristol, UK
- The New Student's Reference Work/India (1914)
- October Offer regarding India’s constitution, of His Majesty's Government 18 October 1939
- August Offer regarding India’s constitution, of His Majesty's Government 8 August 1940
- British Ruled India (1757-1947) Bibliography of Books Articles and Dissertations Concentrating on 1914-1947