Società Mercurifera Monte Amiata | |
---|---|
Stato | Italia |
Fondazione | 28 febbraio 1974 |
Fondata da | EGAM |
Chiusura | 1980 |
Settore | Siderurgico, Minerario |
Prodotti | estrazione e produzione di mercurio |
Note | attività cedute a Samim S.p.A. (Eni) |
SMMA - Società Mercurifera Monte Amiata S.p.A. era una azienda italiana che operava nel settore minerario e siderurgico, estraendo e producendo mercurio dai giacimenti del Monte Amiata. Era l'unica società italiana che operava in questo settore.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nasce il 28 febbraio 1974 da EGAM, a seguito della crisi del comparto mercurifero, a causa della nocività ormai acclarata del minerale e della concorrenza dei produttori dell'Europa orientale, di Algeria, Filippine e Messico[1][2][3][4][5], per rilevare tutte le attività delle aziende che erano impegnate nell'estrazione di mercurio sull'Amiata, radunando sotto un'unica gestione statale le attività estrattive della zona, tra cui le miniere del Siele (Piancastagnaio, Castell'Azzara, Santa Fiora, a gestione privata)[6], di Abbadia San Salvatore e del Morone (tutte di SMA S.p.A.[7][8]) e di Bagnore (ex SMI-Edison)[9]. Si è creato così un polo minerario composto da 1.300 dipendenti, 40.000 bombole di mercurio all'anno e 7.5 miliardi di lire di fatturato[10].
Ma il piano di rilancio non decolla e dal 1976 scatta la cassa integrazione per buona parte dei lavoratori[11].
Con la messa in liquidazione di Egam e delle sue controllate, nel 1980, le sue attività vengono cedute a Samim S.p.A. (Eni) che nel 1982 rinuncia alla concessione e sospende le attività.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ senato.it
- ^ unisi.it (PDF), su neogeo.unisi.it. URL consultato il 23 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2018).
- ^ repubblica.it
- ^ senato.it
- ^ camera.it
- ^ minieredimercurio.it
- ^ minieredimercurio.it
- ^ minieredimercurio.it
- ^ minieredimercurio.it
- ^ camera.it
- ^ unita.it
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- unisi.it Archiviato il 23 novembre 2018 in Internet Archive.
- amicidellaterra.it