Simmia di Tebe (fl. V secolo a.C.) è stato un filosofo greco antico vissuto nella seconda metà del V secolo a.C. [1] Ex allievo del pitagorico Filolao, che aveva insegnato a Tebe per un certo tempo, Simmia si era poi convertito alla filosofia socratica.. La sua figura compare come uno dei protagonisti nel dialogo platonico Fedone dove, assieme a Cebete, anche lui discepolo di Filolao, discute con Socrate sull'immortalità dell'anima. Assieme a Cebete cercherà di organizzare l'evasione dal carcere di Socrate che rifiuterà invece di fuggire.
Il suo pensiero è quasi del tutto sconosciuto e dal dialogo platonico non si può determinare con certezza se la teoria dell'anima come fusione armonica con il corpo che egli sostiene e che viene poi ripresa dal peripatetico di tendenza pitagorica Aristosseno, sia sua o del maestro Filolao.
Simmia si ritrova come protagonista nell'opera di Plutarco De genio Socratis e Diogene Laerzio gli attribuisce 23 titoli di dialoghi raccolti in un unico volume.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lemma Simmia di Tebe in Enciclopedia on line di Treccani, l'enciclopedia italiana
- ^ Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, I, 124
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sìmmia di Tebe, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Guido Calogero, SIMMIA di Tebe, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- Simmia di Tebe, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
- Sìmmia di Tèbe, su sapere.it, De Agostini.
- Simmia di Tebe, in Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
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