Sharon Redd | |
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Nazionalità | Stati Uniti |
Genere[1] | Contemporary R&B Dance Post-disco |
Periodo di attività musicale | 1967 – 1992 |
Etichetta | United Artists Records, Prelude Records |
Album pubblicati | 7 |
Studio | 3 |
Raccolte | 4 |
Sharon Redd (Norfolk, 19 ottobre 1945 – Contea di Westchester, 1º maggio 1992[2]) è stata una cantante statunitense.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Sharon Redd nacque il 19 ottobre 1945 a Norfolk, in Virginia. Redd proviene da una famiglia di musicisti: il padre era un produttore e direttore musicale alla King Records, mentre il patrigno suonava con l'orchestra di Benny Goodman. Il fratello Gene Redd Jr. era scrittore e produttore per le band Kool & the Gang e BMP;[3] la sorellastra Penny Ford, invece, è una cantante con due album in studio all'attivo e collaborazioni come lead singer per i gruppi Snap!, Soul II Soul e The S.O.S. Band.
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Iniziò la sua carriera nella musica pubblicando quattro singoli per l'etichetta United Artists nel 1968: tre di questi furono scritti da lei, e la totalità fu prodotta dal cantautore e produttore discografico Bobby Susser. Egli scelse la canzone di Hank Williams Half as Much come primo singolo di Redd: la sua voce, sulla linea di basso di Susser, l'ha resa una presenza quasi fissa nelle stazioni radio R&B.
Nel 1979 registrò la hit disco Love Insurance, pubblicata da Panorama Records con lo pseudonimo Front Page: Redd non venne inserita nei crediti del singolo. In seguito firmò un contratto con la Prelude Records, divenendone l'artista di punta.[4] Il suo album in studio di debutto, il self-titled del 1980, fu seguito da Redd Hott nel 1982 e, infine, da Love How You Feel nel 1983. Diverse canzoni entrarono nella Hot Dance Club Play edita da Billboard.
Dopo aver registrato una versione di Can You Handle It con il duo di musica elettronica DNA, entrato in top 20 nella classifica britannica,[5] Redd registra la sua ultima traccia: All the Way to Love con Les Adams, che non venne mai pubblicata.
All'apice della sua carriera, Sharon Redd muore di polmonite il primo maggio 1992.[6] La rivista Dance Music Report riferì che le cause della morte furono complicanze dovute all'AIDS.[7][8]
Discografia
[modifica | modifica wikitesto]Album in studio
[modifica | modifica wikitesto]- 1980 – Sharon Redd
- 1982 – Redd Hott
- 1983 – Love How You Feel
Raccolte
[modifica | modifica wikitesto]- 1985 – The Classic Redd
- 1989 – Beat the Street: The Best of Sharon Redd
- 1990 – The Complete Sharon Redd on Prelude 1980–1985
- 1994 – Essential Dancefloor Artists Vol. 3: Sharon Redd
Singoli
[modifica | modifica wikitesto]- 1968 – Half as Much
- 1968 – I've Got a Feeling
- 1969 – Easy to Be Hard
- 1980 – Can You Handle It
- 1980 – Love Is Gonna Get Ya
- 1982 – Never Give You Up
- 1982 – Beat the Street
- 1982 – In the Name of Love
- 1983 – You're a Winner
- 1983 – Love How You Feel
- 1984 – Lair on the Wire
- 1984 – Undercover Girl
- 1988 – Second to None
- 1992 – Can You Handle It
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Andy Kellman, Sharon Redd, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ (EN) Sharon Redd, su it.findagrave.com, Find A Grave. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ (EN) Sharon Redd, in Baltimore Afro-American., 14 febbraio 1981, p. 17. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ (EN) Alan McKee, Beautiful Things in Popular Culture, John Wiley & Sons, 15 aprile 2008, p. 200, ISBN 978-140-5131-91-9. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ (EN) can you handle it? ft sharon redd, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ (EN) Nick Talevski, Rock Obituaries: Knocking On Heaven's Door, Omnibus Press, 7 aprile 2010, p. 538, ISBN 978-184-6090-91-2. URL consultato il 2 marzo 2021.
- ^ Andyboy, The First Cut, in Dance Music Report, vol. 15, n. 9, 22 maggio 1992, p. 3.«The impact of AIDS on the dance music industry has been felt by many on an excruciatingly personal level. News this week of Prelude artist Sharon Redd's recent death due to AIDS once again brought reality into chillingly clear focus»
- ^ (EN) Tessaly La Force, Those We Lost to the AIDS Epidemic, su The New York Times, 17 aprile 2018. URL consultato il 2 marzo 2021.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sharon Redd, su AllMusic, All Media Network.
- (EN) Sharon Redd, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Sharon Redd, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.
- (EN) Sharon Redd, su WhoSampled.
- (EN) Sharon Redd, su Billboard.
- (EN) Sharon Redd, su IMDb, IMDb.com.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 55856385 · ISNI (EN) 0000 0000 5548 1885 · Europeana agent/base/74418 · LCCN (EN) n95023589 · GND (DE) 134493222 · BNE (ES) XX1610481 (data) · BNF (FR) cb14219454g (data) |
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