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Saudade - Teknopedia
Saudade, dipinto di José Ferraz de Almeida Júnior (1899)

La saudade (pronuncia portoghese sɐwˈðaðɨ; in portoghese brasiliano sawˈdadi) è un sentimento affine alla nostalgia, presente soprattutto nella letteratura e nella cultura del Portogallo e dei paesi lusofoni.
Le due componenti principali della saudade sono: cuidado "pena, cura" e desejo "desiderio".[1] Pertanto, oltre alla nostalgia del passato, è anche importante la dimensione del "desiderio" nel futuro [2]. La saudade è strettamente collegata con il fado, la musica popolare portoghese.
La parola saudade è spesso considerata intraducibile in altre lingue[3], e sulla sua presunta intraducibilità si è costruito negli anni 1910 il movimento poetico portoghese detto saudosismo. Nello stesso periodo, Carolina Michaëlis, filologa e lessicologa prussiana naturalizzata portoghese, ha qualificato tuttavia questa intraducibilità come un mito secolare e ha proposto alcuni traducenti, a loro volta considerati "intraducibili" nelle rispettive lingue-culture.[4]

Etimologia

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Etimologicamente il termine saudade deriva dal latino solitūdo (solitudine, isolamento)[5]; la forma arcaica, soidade , si è modificata gradualmente a partire dal XVI secolo, forse per attrazione di saudar (salutare) o saùde (salute)[6].

Origine

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L'uso del termine ha probabilmente origine all'epoca del colonialismo portoghese, quando iniziò ad essere usata per definire la solitudine dei portoghesi in una terra estranea, lontani dai loro cari[senza fonte].

In questo senso, è affine alla nostalgia, che è un concetto elaborato nella medicina del Seicento per descrivere il malessere dei mercenari svizzeri, i quali passavano dei lunghi periodi all'estero.

Descrizione

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In galiziano e portoghese, a differenza di altre lingue romanze, la parola è l'unica utilizzata per designare tutte le varianti di questo sentimento.

«[Saudade é a] lembrança de se haver gozado em tempos passados, que não voltam mais; a pena de não gozar no presente, ou de só gozar na lembrança; e o desejo e a esperança de no futuro tornar ao estado antigo de felicidade.[7]»

(Carolina Michaëlis)

Le due componenti principali della saudade sono: cuidado "pena, cura" e desejo "desiderio".[1]

Pertanto, oltre alla nostalgia del passato, è anche importante la dimensione del "desiderio" nel futuro [8].

In alcune accezioni la saudade è inoltre un ricordo nostalgico, affettivo, di un bene speciale che è assente, accompagnato da un desiderio di riviverlo o di possederlo. In molti casi consiste in una dimensione quasi mistica, come accettazione del passato e fede nel futuro. Si può avere saudade di molte cose:

  • di qualcuno che non c'è più,
  • di qualcuno che amiamo e che è lontano o è assente,
  • di un caro amico,
  • di qualcuno o qualcosa che non si vede da tantissimo tempo,
  • di qualcuno con cui non parliamo da molto tempo,
  • di un luogo caro (la patria, il proprio paese, la propria casa),
  • di un cibo,
  • di situazioni,
  • di un amore

L'espressione matar a saudade (o matar saudades) è utilizzata per esprimere la scomparsa di questo sentimento, ad esempio, ricordando, parlando di un fatto passato, rincontrando una persona, rivedendo un luogo o rivivendo una situazione. Nel sud del Portogallo, mandar saudades significa mandare saluti, felicitazioni.

Traduzione

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La parola saudade è spesso considerata intraducibile in altre lingue[3], e sulla sua presunta intraducibilità si è costruito negli anni 1910 il movimento poetico portoghese detto saudosismo. Nello stesso periodo, Carolina Michaëlis, filologa e lessicologa prussiana naturalizzata portoghese, ha qualificato tuttavia questa intraducibilità come un mito secolare che ha implicato il convincimento, da parte dei portoghesi, che altri popoli e culture sarebbero incapaci di provare la saudade[4].

L'idea che saudade sia intraducibile ha ritrovato popolarità recentemente, quando l’azienda britannica Today Translations ha promosso una lista di parole difficili da tradurre in maniera adeguata, e ha inserito saudade al settimo posto[3].

  • Per l’italiano, lo scrittore Antonio Tabucchi, raffinato conoscitore della lingua e cultura portoghese, spiega la saudade come un senso di nostalgia tanto legato al ricordo del passato, quanto alla speranza verso il futuro, e dunque propone come traduzione il dantismo disìo[9], come compare nel canto VIII del Purgatorio:
«Era già l'ora che volge il disìo
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo dì c'han detto ai dolci amici addio»

(Dante Alighieri, Divina commedia: Purgatorio, Canto VIII)


  • In romeno, dor designa un sentimento complesso che include tristezza, struggimento e desiderio[10] Dor esprime desideri calmi ma intensi, sereni ma anche strazianti, implicando una nota piacevole contemplazione retrospettiva (nostalgia) ma anche impulsi ancora pressanti verso l'azione per reintegrare autentiche condizioni esistenziali, per tornare ai propri luoghi nativi. [11][12] Proprio come la saudade per i lusofoni, il dor è considerato parte del carattere nazionale romeno[13] e si ritiene che sia intraducibile.[14]


  • in tedesco esiste la parola Sehnsucht, che si ritiene generalmente intraducibile[15]. Tuttavia, secondo Michaëlis, filologa e lessicologa prussiana naturalizzata portoghese, la parola Sehnsucht esprime invece lo stesso concetto di saudade e ne è pertanto un ottimo traducente.[4]


  • Nella lingua napoletana e nei dialetti di molte zone del sud Italia, esiste un termine, pucundrìa, che racchiude in parte quel senso di profonda malinconia dell'anima che la "saudade" evoca. Pino Daniele, nel suo terzo album "Nero a metà" del 1980, ne ha fatto una canzone dal titolo "Appocundrìa", appunto, in cui narra di questo sentimento struggente[16], più della sola malinconia comunemente intesa, e quasi a volervi stabilire un parallelismo con il "blues", di cui si sentiva portavoce, il cui nome trae origine da un termine americano, "blue", che indica anch'esso un misto di tristezza e malinconia di cui non sempre si riesce a spiegare il motivo preciso.

Saudade nella musica

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La saudade è largamente presente nel fado portoghese, del quale è in qualche modo la base poetica e musicale. Amália Rodrigues, la più conosciuta interprete del fado (che deriva dal latino fatum, fato, destino), cantava spesso la saudade.

Anche il genere musicale detto morna di Capo Verde è intimamente legato alla variante locale della parola, la sodade.

Ancora di più la musica brasiliana è legata a questo sentimento, soprattutto nella bossa nova, la cui prima canzone di successo fu proprio Chega de saudade (Basta con la "nostalgia"), composta da Tom Jobim e da Vinícius de Moraes nel 1958 e resa celebre da João Gilberto.

Alla fine degli anni cinquanta, all'epoca dell'affermazione della bossa nova, in particolare grazie ai testi di de Moraes, paroliere, ma anche affermato poeta, le canzoni brasiliane iniziarono a abbandonare i temi tragici e melodrammatici del periodo precedente, quello del samba cançao, in cui dominavano l'amore non corrisposto, la perdita dell'amore, la sofferenza per il tradimento. Divennero in qualche modo più ottimistiche, grazie anche al sentimento di rinascita che si avvertiva nel paese, anche se con una dose immancabile di fatalismo. I testi celebravano la felicità, ma anche la tristezza, due sentimenti che venivano equiparati e che condividevano la stessa bellezza, con uguale dignità. La canzone di Jobim e di de Moraes, vero inno della bossa nova, descrive perfettamente questo percorso. La nostalgia è rivolta al passato, la saudade è rivolta anche al presente, ma anche al futuro, per quanto incerto o irrealizzabile, comunque pieno di speranza.

(portoghese)
«Chega de saudade
a realidade é que sem ela
não há paz, não há beleza
É só tristeza e a melancolia
[…]
Mas se ela voltar
se ela voltar, que coisa linda,
que coisa louca
[…]»
(italiano)
«Basta nostalgia
la realtà è che senza di lei
non c'è pace, non c'è bellezza
tutto è tristezza e malinconia
[...]
Ma se lei ritornasse
se lei ritornasse, che cosa bella
che cosa folle
[…]»

(Vinícius de Moraes, Chega de saudade, 1958)

Gran parte degli autori portoghesi e brasiliani hanno dedicato canzoni e poesie alla saudade, (Naná Vasconcelos, percussionista e cantore brasiliano dedicò un album a questo sentimento: Saudades, 1979 ECM productions) e ne hanno dato la loro interpretazione, cercando di darne una definizione che non è mai risultata definitiva.

(portoghese)
«Saudade é arrumar o quarto
do filho que já morreu»
(italiano)
«La saudade è mettere in ordine la camera
del figlio morto»

(Chico Buarque, Pedaço de mim, 1977)


Saudade nella politica

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Il saudosismo nasce nel clima della decadenza nazionale, culturale, istituzionale, sociale e intellettuale che si percepiva in Portogallo all'inizio del Novecento, quella stessa decadenza il cui esito rivoluzionario fu, nel 1910, l'istituzione della Repubblica e la fine della Monarchia. La nazione lusitana, lontana dagli splendori dell'era dei Descobrimentos (XV e XVI secolo), si dibatteva tra convulsioni politiche interne da quasi un secolo, mentre a livello geopolitico aveva da poco subito l'umiliazione dell'Ultimatum Britannico del 1890.

In tale contesto, il poeta e pensatore Teixeira de Pascoaes si propose di rifondare la mentalità e la cultura portoghesi, per resuscitare la Patria attraverso la definizione e lo sviluppo di un'essenza (o anima) nazionale, che costituisse il nucleo ideale e allo stesso tempo l'àncora pratica della rinascita del Portogallo: questa essenza fu identificata nella saudade.

Il Saudosismo nasce quindi negli anni dell'affermarsi del repubblicanesimo in Portogallo e diventa, nei primi Anni 1910, la tendenza culturale di riferimento del movimento della Renasceça Portuguesa e della rivista A Águia.

Note

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  1. ^ a b (PT) Carolina Michaëlis, A Saudade Portuguesa, Porto, Renascença Portuguesa, 1914, p. 36.
  2. ^ (PT) soidade, su Dicionario de dicionarios do galego medieval.
  3. ^ a b c Folha Online - BBC Brasil - Saudade "é a 7ª palavra mais difícil de traduzir" - 23/06/2004, su www1.folha.uol.com.br. URL consultato il 20 marzo 2024.
  4. ^ a b c (PT) Carolina Michaëlis, A Saudade Portuguesa, Porto, Renascença Portuguesa, 1914, p. 33.
  5. ^ saudade in Vocabolario - Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 21 settembre 2023.
  6. ^ SAUDADE (PORTUGUESE) - Princeton University (PDF), su assets.press.princeton.edu.
  7. ^ (PT) Carolina Michaëlis, A Saudade Portuguesa, Porto, Renascença Portuguesa, 1914.
  8. ^ (PT) soidade, su Dicionario de dicionarios do galego medieval.
  9. ^ Puntata di Parla con me del 30/11/2010.
  10. ^ Academia Română, Dicționar explicativ al limbii române. Editura Univers enciclopedic, București, 2016
  11. ^ M. Vessereau, Roumanie terre du dor, Les Presses Universitaires de France, 1930, p. 20-21 & 24..
  12. ^ Constantin Ciopraga, La Personnalité de la Littérature Roumaine. Synthèse Critique, traduzione di Rica Ionescu-Voisin, Junimea, 1975, p. 60.
  13. ^ Mircea Eliade: Dor - a Saudade romena. In: Acção vom 31. Dezember 1941, S. 3.
  14. ^ Lucian Boia: History and Myth in Romanian Consciousness. Central European University Press, Budapest 2001. S. 147.
  15. ^ Cf. Sehnsucht in Historisches Wörterbuch der Philosophie, vol. 9, p. 165.
  16. ^ La Treccani aggiunge un nuovo termine: 'A Pucúndrìa di Pino Daniele, su Vesuvio Live. URL consultato il 1º giugno 2015.

Bibliografia

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  • Gildo De Stefano, Saudade Bossa Nova - musiche, contaminazioni e ritmi del Brasile, Firenze, Logisma Editore, 2017, ISBN 978-88-97530-88-6, Prefazione di Chico Buarque, introduzione di Gianni Minà.

Voci correlate

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  • Fado
  • Napolitudine
  • Nostalgia
  • Saudosismo
  • Sehnsucht
  • Spleen

Altri progetti

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