Salpa | |
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Descrizione generale | |
Tipo | Sommergibile di piccola crociera |
Classe | Argonauta |
Proprietà | Regia Marina |
Cantiere | Tosi, Taranto |
Impostazione | 23 aprile 1930 |
Varo | 8 maggio 1932 |
Entrata in servizio | 12 dicembre 1932 |
Destino finale | affondato dal sommergibile HMS Triumph il 27 giugno 1941 |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento in immersione | 810,43 t |
Dislocamento in emersione | 666,56 t |
Lunghezza | fuori tutto 61,5 m |
Larghezza | 5,65 m |
Pescaggio | 4,64 m |
Profondità operativa | 80 m |
Propulsione | 2 motori diesel Tosi da 1250 CV totali 2 motori elettrici Magneti Marelli da 800 CV totali |
Velocità in immersione | 8 nodi |
Velocità in emersione | 14 nodi |
Autonomia | in emersione: 2300 mn a 14 nodi o 3180 mn a 10,5 nodi in immersione: 7,5 mn alla velocità di 7,5 nodi o 110 mn a 3 nodi |
Equipaggio | 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai |
Armamento | |
Armamento |
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informazioni prese da [1] | |
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Il Salpa è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo l'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale fu mandato – al comando del capitano di corvetta Antonio Biondo – nei pressi dell'isolotto di Gaudo (Creta), missione dalla quale tornò il 16 giugno 1940 senza aver avvistato unità avversarie[1].
Il 29 giugno, mentre era in missione offensiva nei pressi di Derna, s'imbatté nei cacciatorpediniere Dainty, Defender e Ilex che erano in mare in missione antisommergibile nell'ambito dell'operazione britannica «MA. 3» (i tre cacciatorpediniere avevano già affondato, in due giorni, i sommergibili italiani Liuzzi ed Uebi Scebeli e forse anche un terzo, l'Argonauta, capoclasse del Salpa): bombardato con cariche di profondità, dovette riparare a Bengasi per i danni[1][2].
Dalla base libica, il 19 luglio, si portò a Taranto per ricevere lavori di riparazione più approfonditi[1].
In una successiva missione – il 3 febbraio 1941 –, mentre navigava sulla rotta Augusta-Derna per raggiungere la sua zona d'agguato (situata al largo di Marsa Matruh), subì nuovamente caccia con bombe di profondità da parte di alcuni cacciatorpediniere, dovendo invertire la rotta e tornare in porto[1].
Il 18 giugno dello stesso anno lasciò Messina al comando del capitano di corvetta Renato Guagni (n. a Firenze, 17 settembre 1910), per attaccare unità avversarie lungo le coste cirenaiche (il suo settore d'attacco era collocato fra Ras Uleima e Marsa Matruh), ma non rispose più alle chiamate radio[1][3].
Nel dopoguerra si venne a sapere delle circostanze della sua fine: il 27 giugno 1941 il sommergibile britannico Triumph lo aveva avvistato, e, dopo essere venuto in superficie, lo aveva attaccato col cannone, centrandolo e poi colpendolo anche con un siluro: il Salpa era immediatamente affondato – erano le 8.15 – portando con sé l'intero equipaggio, nel punto 32°05' N e 26°47' E"[3].
Scomparvero con il sommergibile il comandante Guagni, altri quattro ufficiali e 42 fra sottufficiali e marinai[4].
Il Salpa aveva svolto in tutto 15 missioni di guerra, percorrendo 9087 miglia in superficie e 1668 in immersione[5].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Regio Sommergibile Salpa
- ^ Trentoincina
- ^ a b Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 282
- ^ Caduti
- ^ Attività Operativa