La riforma della Rai del 2015, ufficialmente legge 28 dicembre 2015, n. 220 con titolo "Riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo", è una legge italiana approvata nel 2015 durante il governo Renzi, che ha introdotto modifiche normative alla gestione della Rai, facendo seguito alla legge Gasparri del 2005 e modificando il Testo unico della radiotelevisione.
La nomina del CdA Rai secondo questa normativa è avvenuta per la prima volta nel 2018.
Contenuti della legge
[modifica | modifica wikitesto]Tra le modifiche introdotte, la designazione del CdA della Rai, che passa da 9 membri a 7, di cui quattro nominati da camera e senato, due dal governo (tramite il Ministro del Tesoro quale azionista), e uno dall'assemblea dei dipendenti[1][2]. La durata in carica dei membri del CdA è rimasta di 3 anni, rinnovabile una sola volta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Riforma Rai, ok alla legge: la politica resta dentro la tv pubblica, in Il Fatto Quotidiano, 22 dicembre 2005. URL consultato il 14 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2015).
- ^ Con l'art. 2, che ha apportato modifiche all'art. 49 del Testo unico.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Legge 28 dicembre 2015, n. 220 (testo originale della riforma del 2015)
- Decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 (Il testo Testo unico della radiotelevisione attualmente in vigore, così come da successive modifiche)