Per un'altra TV è stata una campagna e una proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma della Rai, volta in particolare a liberare la televisione pubblica italiana dal controllo dei partiti politici.
Avviata nel 2006, l'iniziativa è stata promossa da vari artisti e intellettuali italiani, tra cui Sabina Guzzanti, Michele Gambino, Giovanni Valentini, Curzio Maltese, Carlo Freccero, Giulietto Chiesa e Furio Colombo[1]. Tuttavia, la relativa raccolta firme, conclusasi nel luglio 2006, non raggiunse i requisiti necessari affinché la legge fosse discussa in Parlamento[2].
L'iniziativa nacque in seguito alla chiusura del programma televisivo Raiot di Sabina Guzzanti (novembre 2003), e in generale come risposta a due fenomeni:
- la lottizzazione della Rai da parte dei partiti politici, che spesso preclude l'accesso nell'azienda a voci che vanno troppo controcorrente rispetto alla maggioranza della classe dirigente;
- l'aggravarsi del conflitto di interessi col Governo Berlusconi II, che aveva portato a casi come quello dell'editto bulgaro (2002) a seguito del quale Enzo Biagi, Michele Santoro e Daniele Luttazzi si trovarono costretti a chiudere le loro trasmissioni in Rai.
Fu scritta anche come alternativa alla legge Gasparri, contenendo norme anti-trust[3]. Si ispirava alla Riforma della TV spagnola voluta dal governo Zapatero[4].
La legge era finalizzata a liberare la televisione pubblica dal controllo dei partiti politici, e a tal fine prevedeva l'accesso al CdA RAI tramite concorso pubblico, anziché attraverso nomina parlamentare, e l'abolizione della Commissione di vigilanza Rai[1].
Iter
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2006 gli organizzatori comunicarono che la raccolta firme si era conclusa raggiungendo quota 53 203 firme, e tuttavia 10 482 firme "non erano corredate della necessaria certificazione elettorale", per cui ufficialmente non è stata raggiunta la quota di 50 000 firme valide. Il motivo è stato giustificato dal comitato con "l’estrema difficoltà di richiedere ed ottenere i certificati dei non residenti in tempo utile."[2].
Il 9 luglio 2008, nella XVI legislatura, il parlamentare Giuseppe Giulietti (IdV), col progetto di legge A.C. 1460, ha introdotto alla Camera il disegno di legge Per un'altra TV[5][6]. La proposta non venne però discussa in Commissione[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Ora o Rai più. La sfida di Marco Travaglio per la tv di Stato, tvzoom, 13/03/2019
- ^ a b Messaggio dal Comitato Nazionale Per Un’altra TV, 12 Luglio 2006
- ^ Tana De Zulueta Un movimento della società civile per la riforma della Rai, 2013
- ^ La battaglia "Per un'altra TV", 27 Gennaio 2006, Redazione Sentieri Selvaggi
- ^ Zaccaria (2016) Diritto dell'informazione e della comunicazione, 9ª edizione, cap.IV, pp.369-370
- ^ a b A.C. 1460 GIULIETTI ed altri: "Nuove norme in materia di disciplina del sistema delle comunicazioni audiovisive e sulla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo" (1460), 17 dicembre 2008 - Assegnato in sede Referente alle Commissioni VII Cultura e IX Trasporti
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale memorizzato su webarchive
- Il testo originale della legge (2006)
- Il testo così come presentato alla Camera nel 2008 dall'on. Beppe Giulietti