Riccardo Francalancia (Assisi, 9 novembre 1886 – Roma, 20 maggio 1965) è stato un pittore italiano. Fu uno dei più importanti esponenti del movimento di Valori plastici.[1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Studiò presso il collegio degli scolopi a Spello e si perfezionò alla Scuola diplomatico-coloniale dell'Università di Roma.[2] Intorno al 1910 frequentò i circoli culturali romani, come quelli dei fratelli Bragaglia e il caffè Aragno, che lo condussero alla collaborazione con la rivista La Ronda.[2]
Nell'immediato dopoguerra fu uno dei creatori del movimento dei Valori plastici, riunendo a Roma, attorno alla rivista dello stesso nome, diretta da Mario Broglio, alcuni artisti che volendo superare la polemica futurista, desideravano rimpiazzare l'arte italiana dal descrittivismo ottocentesco, riportando in auge i valori della forma, intesa come volume metafisico quattrocentesco.[1]
Venne incoraggiato al proseguimento artistico dal critico Broglio e sin dai suoi esordi evidenziò l'inclinazione per nature morte e paesaggi di impronta realistica, comprendenti anche elementi di primitività.[2] In questo movimento parteciparono personaggi come De Chirico, Morandi, Carrà, e Francalancia si distinse per la sua caratterizzazione di una vena candida, surnaturale, che gli consentì di interpretare in modo originale il paesaggio umbro, evidenziando una purezza nei profili e nei paesaggi, come ad esempio nei Paesaggio 1922, Chiesa di San Francesco 1926, Beccacce 1929.[1]
Nel 1920 si sposò con Aurelia Rosignoli e la sua arte iniziò ad essere conosciuta ed apprezzata sin dalle prime esposizioni del movimento, a Berlino nell'ambito della mostra Das junge Italien del 1921, dove partecipò con Assisi, Natura morta con specchio e Donna con begonie, a Roma e a Firenze.[3] L'artista non si lasciò coinvolgere dalle contaminazioni neoclassiche del Novecento, divenendo un esempio di rettitudine artistica verso la successiva scuola romana, che da lui apprese notevolmente.[1]
Nelle sue principali opere degli anni venti, come il Ritratto di Gustavo 1923 o l'Interno melanconico (La stanza dei giochi) 1928, Francalancia trasfigurò la realtà oggettiva incorporandola in atmosfere metafisiche trecentesche e quattrocentesche.[2]
Successivamente si avvicinò alla poetica novecentesca con i paesaggi La rocca di Assisi, Gallese, La Chiesa di San Francesco in Assisi.[2]
Nel 1929 ottenne un importante riconoscimento internazionale a Budapest.
Negli anni trenta l'artista introdusse aspetti sentimentali ed emotivi alle sue opere, intensificando le intonazioni cromatiche, come nel quadro Santa Chiara ad Assisi 1932.
Dopo alcuni anni di riposo a causa di un malessere nervoso, nel 1935 l'artista si rimise in luce con il Paesaggio crepuscolare e con Natura morta con alabastro.[2]
Negli anni cinquanta e sessanta l'arte di Francalancia ottenne nuovi riconoscimenti, come ad esempio un'ampia retrospettiva al Centro Olivetti di Ivrea e una a La nuova Pesa di Roma.[1]
Riccardo Francalancia nei musei
[modifica | modifica wikitesto]- Museo della Scuola Romana, Villa Torlonia (Roma)
- Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea (GNAM), Roma
- MAGI '900 di Pieve di Cento (BO)
- Palazzo Merulana, Roma
- Museo di Assisi, Assisi
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e le muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 97.
- ^ a b c d e f Alexandra Andresen, FRANCALANCIA, Riccardo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 49, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997. URL consultato il 4 agosto 2018.
- ^ Riccardo Francalancia - Una natura spogliata e silenziosa, su ricerca.repubblica.it. URL consultato il 4 agosto 2018.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- G.Bonini, Il paesaggio nella pittura italiana dal primo dopoguerra agli anni '60 , Busto Arsizio, 1990, pag. 58-60
- F.Boco, La pittura in Italia. Il Novecento, Milano, 1991, pag.895
- M. Sarfatti, XCIII Esposizione degli amatori e cultori di belle arti di Roma: Dieci artisti del Novecento Italiano, Roma, 1927.
- A. Signorelli, Riccardo Francalancia alle Stanze del libro, Roma, 1928.
- V. Guzzi, Riccardo Francalancia, Roma, 1978.
- G. Bonini, Il paesaggio nella pittura italiana dal primo dopoguerra agli anni '60, Busto Arsizio, 1990.
- Luigi F. D'Amico, Francalancia, Conegliano (TV), 2005.
- B. Avanzi, V. Sgarbi, M. Dantini, Una profondissima quiete. Francalancia e il ritorno alla figura tra De Chirico e Donghi, Perugia, 2018.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Francalància, Riccardo, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Francalància, Riccardo, su sapere.it, De Agostini.
- Alexandra Andresen, FRANCALANCIA, Riccardo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 49, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1997.
- (EN) Opere di Riccardo Francalancia, su Open Library, Internet Archive.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 25517991 · ISNI (EN) 0000 0000 6151 7207 · SBN SBLV061287 · BAV 495/303284 · ULAN (EN) 500345352 · LCCN (EN) n80067264 · GND (DE) 123729203 |
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