Ponte Valentino | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Città | Benevento |
Attraversa | Calore Irpino (ora deviato) |
Coordinate | 41°08′44.32″N 14°49′49.58″E |
Dati tecnici | |
Tipo | ponte ad arco |
Materiale | pietra calcarea, laterizi |
Lunghezza | circa 80 m |
Luce max. | 18 m |
Larghezza | 6,50 m |
Realizzazione | |
Costruzione | II secolo-XX secolo |
Mappa di localizzazione | |
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Il ponte Valentino è un ponte di origine romana situato circa 4 km a est-nord-est di Benevento, non lontano dal confine comunale con Paduli. Il ponte, facente parte del corso della via Traiana, attraversava il fiume Calore (che adesso scorre nelle adiacenze), poco prima che esso ricevesse le acque del Tammaro. La struttura attualmente è in disuso e conserva solo qualche traccia di età antica. Il ponte ha dato il nome alla circostante zona industriale di Ponte Valentino, e nelle sue vicinanze si trova la stazione di Paduli sul Calore (già di Ponte Valentino).
Il ponte è incluso nel sito Patrimonio dell'Umanità UNESCO Via Appia. Regina Viarum.[1]
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Nell'VIII secolo nelle vicinanze del ponte esisteva una chiesa di San Valentino (attestata nel 723 in un atto del duca di Benevento Romualdo II, poi nel 745 e nel 774); presso di essa si teneva un importante mercato.[2] Il ponte prenderebbe dunque il nome da tale edificio di culto[3]: ciò viene confermato dal fatto che le cronache di Falcone Beneventano[4] e Pietro Diacono[5] si riferiscono più volte al viadotto come "ponte di san Valentino".
Risulta invece poco plausibile l'ipotesi di Francesco Maria Pratilli, secondo cui il ponte deve il suo nome all'essere stato costruito, o ricostruito, dall'imperatore Flavio Valente.[6]
Descrizione e vicende costruttive
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Il ponte Valentino presenta un profilo a schiena d'asino, con tre arcate a tutto sesto di cui la centrale ampia 18 m, e le altre 16 m. La sede stradale è larga circa 6,50 m; la lunghezza complessiva, da un argine all'altro, è di 76 m circa. Le arcate in laterizio sono separate da due piloni rivestiti in blocchi squadrati di pietra calcarea; entrambi sono dotati di tagliacque a sezione triangolare, da ambo i lati. Sopra i piloni sono due finestre di scarico, ma quella più vicina alla sponda sinistra è murata. Il paramento murario sovrastante le arcate è in pietra calcarea, listato con file di laterizi. I parapetti sono costruiti interamente in mattoni.[7]
Il ponte si presenta attualmente come frutto di ripetuti rifacimenti. Di solito il suo aspetto viene riferito genericamente al periodo medievale[8]. Tuttavia, va considerato che Lorenzo Giustiniani alla fine del XVIII secolo descriveva il manufatto come "avanzi";[9] e inoltre che nell'autunno 1916 il ponte Valentino, all'epoca ancora inserito nella viabilità provinciale, ebbe dei cedimenti strutturali tali da determinare, l'anno successivo, il crollo dell'arcata centrale e di quella adiacente alla sponda destra. Furono ricostruite riproducendo fedelmente la struttura precedente.[10]
Comunque, si possono tuttora riconoscere tracce di muratura di età romana. Thomas Ashby e Robert Gardner riscontravano porzioni costruite con grandi, grezzi blocchi in opera quadrata nei paramenti murari delle spalle (con l'esclusione di quella sopra corrente della sponda destra). Dietro questo strato ne distinguevano un altro, e poi un nucleo in terra. Gli studiosi riferivano all'età romana anche un ulteriore pilone, distinguibile con i suoi tagliacque presso la sponda sinistra, costruito in blocchi più piccoli.[11] In aggiunta a tali porzioni, in parte individuabili anche oggi, all'età romana bisogna ascrivere la platea in lastre di pietra calcarea alla base delle arcate.[12]
Le tracce antiche in questione fanno sospettare che il ponte non sia stato eretto ex novo con la costruzione della via Traiana (inizi del II secolo d.C.), ma che in tale occasione sia stato ristrutturato un ponte già esistente, forse dell'età augustea.[13]
L'epigrafe celebrativa
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Lungo il corso della via Traiana sono state riconosciute sei epigrafi celebrative per l'imperatore Traiano, dal testo identico e simile a quello dei cippi miliari della strada. Erano destinate a decorare i ponti della strada per esaltare la munificenza imperiale.
Una di tali epigrafi fu ritrovata nel 1985 nel greto del Calore, 60 m a valle del ponte Valentino; ora è esposta presso il teatro romano di Benevento. Si distingue per essere l'unica della famiglia in marmo, e perché è la più grande (162×133 cm): tali peculiarità sono dovute, probabilmente, al fatto che il ponte Valentino era il primo ponte di grandi dimensioni che si incontrava lungo la strada (prima di esso era solo il cosiddetto Ponticello, ben più modesto). Il testo dell'epigrafe recita, a caratteri progressivamente più piccoli (fra parentesi sono sciolte le abbreviazioni):[14]
IMP(ERATOR) CAESAR
DIVI NERVAE F(ILIUS)
NERVA TRAIANUS
AUG(USTUS) GERM(ANICUS) DACIC(US)
PONT(IFEX) MAX(IMUS) TR(IBUNICIA) POT(ESTATE)
XIII IMP(ERATOR)
VI CO(N)S(UL)
V P(ATER) P(ATRIAE)
VIAM ET PONTES
A BENEVENTO BRUNDISIUM
PECUNIA SUA FECIT
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nomination UNESCO, pp. 248-249.
- ^ Rotili 1986, p. 117.
- ^ Oltre che in Rotili 1986, p. 30, si propende per questa ipotesi anche in Meomartini, p. 256.
- ^ (LA) Falcone di Benevento, Chronicon Beneventanum, 1120.2.1, 1132.6.1, 1132.9.8. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ (LA) Leone Marsicano e Pietro Diacono, Chronicon Monasterii Casinensis, in Patrologiae cursus completus, vol. 173, Parigi, J.-P. Migne, 1854, col. 930. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ Viene mostrato disaccordo già in Stefano Borgia, Memorie istoriche della pontificia città di Benevento, parte I, Roma, Salomoni, 1763, pp. 291-292. URL consultato il 15 marzo 2025.
- ^ Ferrari 2012; Monaco, pp. 432-433. La lunghezza qui riportata è quella misurata da Ashby e Gardner, p. 124.
- ^ Ashby e Gardner, p. 124; Galliazzo, p. 118; Nomination UNESCO, pp. 248-249.
- ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, II, Napoli, 1797, p. 264. URL consultato il 16 marzo 2025., ricordato da Monaco, p. 39.
- ^ De Lucia 1941, pp. 22-23, riportato in Monaco, p. 39.
- ^ Ashby e Gardner, p. 124.
- ^ Ferrari 2012; Ferrari 2021, p. 73 note.
- ^ Nomination UNESCO, pp. 248-249; Ferrari 2021, p. 73 note.
- ^ Ceraudo 2012, pp. 143-146, 152-153.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) AA.VV., Via Appia. Regina Viarum. Nomination Format, Gangemi, 2023, ISBN 978-88-492-4588-2. URL consultato il 4 settembre 2024.
- (EN) Thomas Ashby e Robert Gardner, The Via Traiana (PDF), in Papers of the British School at Rome, VIII, n. 5, Roma, British School at Rome, 1916, pp. 104-171.
- Giuseppe Ceraudo, A proposito delle lastre iscritte dei ponti della via Traiana, in Atlante tematico di topografia antica, n. 22, Roma, «L'Erma» di Bretschneider, 2012, pp. 143-153. URL consultato il 13 marzo 2025.
- Salvatore De Lucia, Lungo le sponde del Calore: visioni panoramiche e storiche, Benevento, Fallarino, 1941.
- Ivan Ferrari, Ponte Valentino, veduta panoramica del prospetto a monte, in Giuseppe Ceraudo (a cura di), Lungo l'Appia e la Traiana. Le fotografie di Robert Gardner in viaggio con Thomas Ashby nel territorio di Beneventum agli inizi del Novecento, Grottaminarda, Delta3, 2012, pp. 102-103, ISBN 9788864362410.
- Ivan Ferrari, Il ponte Ponticello a Benevento: un preliminare studio tecnico-strutturale, in SIRIS - Studi e ricerche della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera, n. 21, Quasar, 2021, pp. 69-81.
- Vittorio Galliazzo, I ponti romani, II, Treviso, Canova, 1994, ISBN 88-85066-66-6.
- Almerico Meomartini, I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento, Benevento, Tipografia di Luigi De Martini e figlio, 1889. URL consultato il 26 febbraio 2025.
- Luciano Maria Monaco, Ponti storici in Campania: dalla conoscenza alla conservazione (PDF), tesi di dottorato, 2008. URL consultato il 28 dicembre 2015.
- Marcello Rotili, Benevento romana e longobarda. L'immagine urbana, Ercolano, Banca Sannitica, 1986.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su ponte Valentino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Robert Gardner, Ponte Valentino, su BSR Library and Archive Digital Collections - Gardner Collection. URL consultato il 13 marzo 2025.