Pieve d'Alpago municipio | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Belluno |
Comune | Alpago |
Territorio | |
Coordinate | 46°10′N 12°21′E |
Altitudine | 690 m s.l.m. |
Superficie | 25,02 km² |
Abitanti | 1 888[2] (31-12-2014) |
Densità | 75,46 ab./km² |
Sottodivisioni | Pieve, Tignes, Paludi, Plois, Curago, Torres, Quers, Garna, Schiucaz, Villa, Torch[1] |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 32016 (già 32010) |
Prefisso | 0437 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | G638 |
Targa | BL |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 531 GG[4] |
Nome abitanti | pievani o alpagoti |
Patrono | Santa Anna |
Giorno festivo | 26 luglio |
Cartografia | |
Pieve d'Alpago (La Piéve in veneto[5]) è una frazione del comune italiano di Alpago in Veneto. È stata comune autonomo sino al 23 febbraio 2016, quando è confluita nel nuovo comune di Alpago, del quale adesso costituisce un municipio.[6]
Pieve, quale storico capoluogo della regione dell'Alpago, è sede amministrativa del nuovo comune. La sua chiesa, inoltre, è considerata la "chiesa madre" di tutte le altre dell'Alpago.[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Come hanno rivelato gli scavi archeologici delle località di Quers, Staol di Curago e Pian de la Gnela, l'area fu abitata sin dalla protostoria, con floridi insediamenti che si situavano lungo antiche vie di comunicazione ad oggi ancora misteriose. I reperti rinvenuti nelle necropoli non solo testimoniano una continuità abitativa dalla preistoria sino all'Impero romano e oltre, ma offrono l'immagine di una comunità ricca, fiorente ed artisticamente evoluta. Recenti studi sui reperti archeologici[8] suggeriscono di inquadrare gli insediamenti preistorici in un vasto contesto economico-culturale che non si limitava all'area veneta, ma si spingeva oltre i confini nazionali nei territori dell'attuale Slovenia.
Pieve d'Alpago deve il suo nome alla presenza della pieve (dal latino plebs), chiesa matrice dell'intero Alpago, fondata verosimilmente nell'alto Medioevo: è infatti consuetudine storica far risalire intorno all'anno 1000 la nascita, attorno a chiese sparse nelle campagne, di villaggi più o meno cospicui. La sopravvivenza dell'attuale toponimo "Pieve", se da un lato conferma un'antica supremazia religiosa e civile sull'intera conca alpagota, dall'altro non è sufficiente a determinare con esattezza l'epoca in cui l'abitato che esso individua si sia formato.
La storia medievale e moderna della pieve d'Alpago è strettamente legata alle vicende della città di Belluno, ma le testimonianze su questo periodo sono esigue. Per secoli pare che un lungo torpore abbia avvolto il territorio, interrotto di quando in quando da qualche evento importante.
L'Alpago fu infeudato nel 923 dall'imperatore Berengario I al vescovo di Belluno Aimone e fu dipendente da Belluno fino a quando, nel 1324, Cangrande della Scala fece del famigerato Endrighetto da Bongaio il signore del territorio alpagoto. Il 30 ottobre 1340, proprio a Pieve, avvenne poi l'investitura di Giacoma da Vivaro, moglie di Endrighetto, che dal suo castello di Bongaio signoreggiava sulla piana sottostante. In seguito il territorio divenne possesso prima dei vescovi, quindi direttamente del Consiglio dei nobili di Belluno.[9]
Con la dedizione a Venezia del 1404, Pieve divenne parte integrante della Serenissima Repubblica e iniziò un periodo di intenso sfruttamento del patrimonio boschivo di cui la zona era ricchissima. Alla caduta della Serenissima, nel 1797, si susseguirono la dominazione francese e quella austriaca, fino all'annessione al Regno d'Italia nel 1866.
Restano a testimonianza del periodo veneziano le chiese, in particolare la parrocchiale di Santa Maria, più volte ricostruita e rimaneggiata: la composizione stilistica attuale è opera dell'architetto bellunese del XIX secolo Giuseppe Segusini; in essa è conservata una tela di Gaspare Diziani. Notevoli sono anche la chiesa della frazione di Garna del XVI secolo, dedicata a Sant'Antonio Abate, con soffitto a cassettoni, e la villa Falin-Boccanegra (già palazzo Fullini)[10] del XVII secolo, l'unica "villa veneta" della zona.[11]
Da un documento del 1662 si apprende che il comune d'Alpago comprendeva 19 regole o villaggi, fra i quali Curago, Garna, Pieve, Plois, Tignés, Torch, Torrés e Villa, facenti parte ancora oggi del Comune di Pieve d'Alpago.[12] Nel repertorio generale del 1769 delle ville e dei comuni di tutte le province della terraferma, Pieve d'Alpago è riportata tra le ville del Territorio di Belluno. Nel compartimento territoriale austriaco del 1802, il paese è compreso come colmello della villa di Alpago, con capoluogo Belluno, nel compartimento territoriale della Marca Trevigiana. Il decreto napoleonico del 22 dicembre 1807 n. 283, sulla divisione dei nuovi dipartimenti ex veneti, inserisce il comune nel dipartimento della Piave, distretto I di Belluno, cantone I di Belluno. Con la sovrana patente del 7 aprile 1815 sull'istituzione del Regno Lombardo-Veneto, Pieve d'Alpago è assegnata alla provincia di Belluno, distretto I di Belluno. Tale stato di cose non viene mutato dalla normativa degli anni seguenti, fino alla fine della dominazione austriaca. I territori veneti vengono poi annessi al Regno d'Italia ed il comune entra a far parte della provincia di Belluno, con il regio decreto del 13 ottobre 1866 n. 3282.[13]
Con Legge Regionale del 18 febbraio 2016 n. 6, è stato istituito, a partire dal 23 febbraio 2016, il comune di Alpago in provincia di Belluno, mediante la fusione dei comuni contigui di Farra d'Alpago, Puos d'Alpago e Pieve d'Alpago.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone del comune di Pieve d'Alpago erano stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica dell'8 gennaio 1981.[14]
«Stemma d'argento, a due cipressi al naturale, radicati su collina di verde; fra i cipressi, una croce di rosso, accostata nelle parti superiori del braccio verticale da due stelle d'azzurro e sormontata da una corona all'antica dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone era un drappo partito di azzurro e di rosso.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa parrocchiale di Santa Maria del Rosario, a Pieve
- Chiesa di Sant'Antonio Abate, a Garna
- Villa Falin-Boccanegra (già Fullini), a Pieve
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[15]
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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16 maggio 2011 | 23 febbraio 2016 | Umberto Soccal | lista civica | Sindaco |
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Pieve ha dato i natali a diversi artisti, tra cui i pittori Flaminio Grappinelli, Placido Fabris e Pieretto Bianco Bortoluzzi.
Alla comunità pievana è inoltre legata la figura di Alberto Vimina (pseudonimo di Michele Bianchi), religioso e diplomatico del XVII secolo, che fu arciprete di Pieve dal 1652 al 1667 e lasciò importanti memorie scritte sulle sue missioni.
Gemellaggi
[modifica | modifica wikitesto]- Kalvarija, dal 2005
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Regolamento delle consulte frazionali, su comunealpago.bl.it.
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2014.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 2006, p. 583.
- ^ Statuto comunale di Alpago, su comunealpago.bl.it.
- ^ B.U.R. Regione Veneto. Comune di Alpago, su bur.regione.veneto.it.
- ^ Le signore dell'Alpago. La necropoli preromana di "Pian de la Gnela" a Pieve d'Alpago (Belluno), a cura di G. Gangemi, M. Bassetti, D. Voltolini, ed. Canova, Treviso 2016.
- ^ Sulla storia medievale dell'Alpago, con particolare riferimento alla zona di Pieve, cfr. Umberto Trame, La Conca dell'Alpago nelle Dolomiti Orientali, rist. anast. 2008 (ed. or. Venezia 1932), p. 75 sgg.
- ^ Gianclaudio Da Re, I Fullini nella Pieve dell'Alpago, in I Fullini: dall'Alpago al feudo di Polcenigo, da mercanti a conti, Polcenigo, 2016, pp. 93-96.
- ^ P. Conte e S. Chiovaro (a cura di), Le ville nel paesaggio prealpino della provincia di Belluno, Milano, 1997.
- ^ Sulle regole, i beni comunali, l'utilizzo del territorio ed altre notizie storiche: Aldo Collazuol - Davide Davià, Boschi e pascoli d'Alpago, 1996.
- ^ SIUSA. Comune di Pieve d'Alpago, su siusa.archivi.beniculturali.it.
- ^ Pieve d'Alpago, decreto 1981-01-08 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 1º agosto 2022.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28 dicembre 2012.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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