Pietro Paleocapa | |
---|---|
Ritratto di Pietro Paleocapa conservato a Palazzo Pelliccioli, Alzano Lombardo. | |
Ministro dei lavori pubblici del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 27 luglio 1848 – 10 agosto 1848 |
Capo del governo | Gabrio Casati |
Predecessore | Luigi Des Ambrois |
Successore | Pietro De Rossi Di Santarosa |
Durata mandato | 2 novembre 1849 – 19 novembre 1857 |
Capo del governo | Massimo d'Azeglio Camillo Benso, conte di Cavour |
Predecessore | Giovanni Filippo Galvagno |
Successore | Bartolomeo Bona |
Senatore del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 6 marzo 1854 – 13 febbraio 1869 |
Legislatura | dalla V (nomina 6 marzo 1854) alla X |
Tipo nomina | Categoria: 5 |
Incarichi parlamentari | |
Sito istituzionale | |
Deputato del Regno di Sardegna | |
Durata mandato | 1º febbraio 1849 – 8 febbraio 1854 |
Legislatura | II, III, IV, V |
Collegio | Borgo San Donnino (II) San Quirico (III-V) |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Professione | Ingegnere |
Pietro Paleòcapa (Nese, 11 novembre 1788 – Torino, 13 febbraio 1869) è stato uno scienziato, politico e ingegnere italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque nel bergamasco da una famiglia di antiche origini greche che si era trasferita nei domini della Repubblica di Venezia dopo la conquista ottomana di Creta (Candia) nel XVII secolo.
Dopo gli studi in legge e matematica a Padova, proseguì la sua formazione all'Accademia Militare di Modena, ottenendo il grado di tenente nel Genio.
Prestò servizio per due anni nelle milizie napoleoniche e nel 1817 entrò nel "Corpo degli Ingegneri di Acque e Strade" di Venezia, occupandosi in particolare di idraulica; studiò progetti nei settori delle ferrovie, dei trafori e dei canali navigabili, contribuendo significativamente alla costruzione di molte infrastrutture essenziali, tra cui la fortezza di Osoppo in Friuli. Nel 1813 partecipò alla campagna di Germania e, dopo la battaglia di Yütterbok, venne fatto prigioniero. Riuscito a fuggire, rientrò in Italia. Con la fine dell'avventura napoleonica, nel 1814 si ritirò a vita privata per due anni.
Nel 1817 entrò nel Corpo del Genio Civile e nel 1821 venne trasferito a Milano. Nel 1825 venne chiamato a Vienna, dove ricevette l'incarico di progettare e dirigere un censimento generale. Stanco per le lentezze con cui procedevano i lavori, nel 1829 chiese di essere trasferito a Venezia[1].
Nel 1840 divenne direttore generale delle Pubbliche Costruzioni a Venezia, promuovendo la regolamentazione del Brenta, del Bacchiglione, dell'Adige, di diverse zone paludose nei pressi di Verona e occupandosi della costruzione di una diga nel porto di Malamocco. Trattò anche il Tartaro e il Canal Bianco.
Grazie alle sue capacità, percorse tutti i gradi della carriera presso la Direzione generale delle pubbliche costruzioni di Venezia e gli vennero affidati incarichi anche all'estero, tra cui una consulenza per la regolazione del Danubio ungherese e sulla regolazione del Tibisco e relative paludi in Romania[2].
Patriota convinto e liberale moderato, partecipò al governo provvisorio veneziano del 1848 e, dopo la missione presso Carlo Alberto di Savoia, fu fautore dell'annessione di Venezia al Piemonte. Vanificata l'annessione con l'armistizio Salasco, decise di rimanere in Piemonte.
Diventò così deputato al Parlamento subalpino e ministro dei Lavori Pubblici nel governo sabaudo di Gabrio Casati (Governo Casati). Nel 1849 fu nominato nuovamente ministro nel governo d'Azeglio e, quasi senza soluzione, fino al 1855 in quello Cavour, che amava definire Paleocapa un uomo "ricco di accortezza e malizia ellenica".
Divenuto cieco, fu costretto dalla malattia a lasciare l'incarico ai Lavori Pubblici, restando dal 1857 al 1859 ministro senza portafoglio.
A Torino promosse lo sviluppo ferroviario, con l'obiettivo di collegare i mercati sabaudi oltre l'arco alpino e condusse a compimento la progettazione del traforo ferroviario del Frejus.
Infine, dal 1855 in poi, collaborò - avendo un ruolo fondamentale - alla progettazione del canale di Suez insieme a Luigi Negrelli.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Alla memoria
[modifica | modifica wikitesto]Numerose sono le strade a lui intitolate: in centro a Milano, a Bergamo, a Savona (una delle due principali vie cittadine), a Torino (una piazza in pieno centro), a Genova (nel quartiere di Oregina), a Padova, a La Spezia (una strada che porta alla stazione ferroviaria) ed una a Nese, suo luogo di origine.
Vi sono anche edifici scolastici che portano il suo nome: un I.T.I.S. a Bergamo e un liceo scientifico nella città di Rovigo.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Esame di una memoria del commendatore Manetti sulla sistemazione stabile di Val di Chiana, Venezia, Giovanni Cecchini, 1845.
- Parere sulla regolazione del Tibisco, Pest, Trattner-Karolyi, 1847.
- Su la condizione idrografica della maremma veneta e le bonificazioni di cui è suscettibile, Venezia, Giovanni Cecchini, 1848.
- Esame delle opinioni di lord Palmerston e dell'ingegnere Stephenson sul bosforo di Suez, enunciate nella Camera dei comuni d'Inghilterra, Torino, UTET, 1857.
- Memorie d'idraulica pratica, Venezia, Giuseppe Antonelli, 1859.
- Sulla ferrovia attraverso le Alpi elvetiche e sul tracciato migliore delle linee subalpine per congiungere la rete svizzera colla italiana, Torino, Favale, 1863.
- Dello stato antico delle vicende e della condizione attuale degli estuari veneti, Venezia, Antonelli, 1867.
- Parere del commendatore Pietro Paleocapa senatore del regno sulla bonificazione dei due consorzi padovani Gorzon medio e Gorzon inferiore ed altri atti relativi delle presidenze consorziali, Rovigo, A. Minelli, 1868.
- Sul Portosàido, Roma, Tipografia delle Belle Arti, 1868.
Pubblicazioni postume
- Carteggi di Pietro Paleocapa del 1848-49, a cura di P. Sambin, Venezia, 1952.
- Memoria Idraulica sulla regolamentazione dei fiumi Brenta e Bacchiglione, a cura di Pietro Casetta, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 2002.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani, su gutenberg.beic.it, Fondazione BEIC, 2014, p. 367.
- ^ Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani, su gutenberg.beic.it, Fondazione BEIC, 2014, p. 369.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pietro Paleocapa e la grande ingegneria dell'Ottocento, Bergamo, 1989.
- Michele Gottardi, PALEOCAPA, Pietro, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 80, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2014.
- Ingegneria e politica nell'Italia dell'Ottocento: Pietro Paleocapa, Venezia, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, 1990.
- Aristide Calani, Pietro Paleocapa, in Il Parlamento del Regno d'Italia, Milano, 1860.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Pietro Paleocapa
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Pietro Paleocapa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Paleòcapa, Pietro, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Alberto Maria Ghisalberti, PALEOCAPA, Pietro, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Paleocapa, Pietro, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Paleocapa, Pietro, in L'Unificazione, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2011.
- (DE) Pietro Paleocapa (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.
- Pietro Paleocapa, su accademiadellescienze.it, Accademia delle Scienze di Torino.
- Opere di Pietro Paleocapa, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Pietro Paleocapa, su Open Library, Internet Archive.
- Pietro Paleocapa, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- PALEOCAPA Pietro, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 89102629 · ISNI (EN) 0000 0001 1773 9627 · SBN MILV104356 · BAV 495/71685 · CERL cnp00544062 · LCCN (EN) n93063065 · GND (DE) 118982028 · BNF (FR) cb12231283q (data) · J9U (EN, HE) 987007281685205171 |
---|