Partito Quebecchese | |
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Parti Québécois | |
Leader | Paul St-Pierre Plamondon |
Presidente | Dieudonné Ella Oyono |
Stato | Canada |
Sede | Montréal |
Fondazione | 11 ottobre 1968 |
Ideologia | Socialdemocrazia[1] Nazionalismo[1] Indipendentismo del Québec |
Collocazione | Centro-sinistra[2] |
Seggi Assemblea del Québec | 4 / 125
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Iscritti | 100 000 (2017) |
Colori | Blu e verde |
Sito web | pq.org |
Il Parti Québécois (Partito quebecchese) o PQ è un partito politico nazionalista che rivendica la sovranità nazionale per la provincia canadese del Québec. Nel paesaggio politico provinciale difende delle politiche socialdemocratiche e gode tradizionalmente del sostegno dei sindacati senza intrattenere legami formali con nessuno di essi. Dal 1976, anno della prima vittoria elettorale, rappresenta con il Partito Liberale del Québec una delle due principali forze politiche della provincia. I membri e i militanti del PQ sono spesso chiamati péquistes.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il Parti Québécois nasce nel 1970 dalla fusione del Movimento Sovranità-associazione (Mouvement souveraineté association) fondato da René Lévesque e dal Raduno nazionale (Ralliement national) di Gilles Grégoire. Gli obiettivi principali del PQ sono l'indipendenza politica, economica e sociale della provincia del Quebec.
Alle elezioni generali del 1976 il partito ottiene la maggioranza all'Assemblea nazionale (parlamento provinciale) e quindi l'incarico di formare un governo. La vittoria è accolta con gioia da parte di molti quebecchesi di lingua francese. Allo stesso tempo si registra un'accelerazione della migrazione verso altre province da parte di una parte consistente della popolazione di madrelingua inglese, in parte grazie alla vitalità economica della città di Toronto.
Il primo governo retto dal PQ riconobbe il diritto di autodeterminazione alle popolazioni autoctone del Quebec, a condizione che l'integrità territoriale della provincia non venisse messa in discussione. Tuttavia, è l'adozione della Carta della lingua francese (Charte de la langue française) - meglio conosciuta come legge 101 (loi 101) - che fa passare il primo governo Lévesque alla Storia. La legge prevede una serie disposizioni finalizzate ad assicurare al francese la funzione di unica lingua ufficiale nella provincia. Infatti, all'epoca la popolazione quebecchese era composta all'85% da persone di madrelingua francese che disponevano di una modesta conoscenza dell'inglese. Tuttavia, i maggiori gruppi imprenditoriali della provincia utilizzavano esclusivamente l'inglese come lingua di lavoro. Il principale obiettivo della legge era di assicurare alla popolazione francofona di raggiungere delle funzioni di responsabilità senza dovere rinunciare all'uso della propria lingua madre. Le principali critiche contro la legge riguardano la restrizione dell'iscrizione alle scuole pubbliche di lingua inglese ai figli di persone che hanno a loro volta frequentato istituti pubblici anglofoni nella provincia, escludendone quindi i figli di immigrati e i cittadini canadesi francofoni. Le comunità non francofone di Montréal, tra cui si distinse soprattutto l'importante comunità italiana, accolsero quindi la legge con grande delusione: la legge obbligava le nuove generazioni di immigrati a rinunciare ad un'istruzione in inglese, che oramai stava diventando la lingua d'uso di tutte le comunità ad eccezione dei francofoni.
Il partito è stato rieletto nel 1981, ma sconfitto nel 1985.
Nel 1980 il governo del PQ promosse un referendum per ottenere il mandato di negoziare l'indipendenza della provincia. La proposta fu rifiutata da più del 60% degli elettori. La sconfitta non si tradusse tuttavia con l'abbandono delle rivendicazioni indipendentiste: nel 1982 il governo Lévesque infatti si rifiutò di ratificare la nuova Costituzione del Canada. In seguito al fallimento degli accordi di Meech Lake e Charlottetown, promossi per risolvere la questione aperta delle relazioni tra la provincia e la federazione, il PQ, ritornato nel frattempo al governo nel 1994, ripropone nel 1995 un secondo referendum. La proposta di accedere alla sovranità nazionale fu tuttavia rifiutata una seconda volta, in questo caso con uno scarto di meno dell'1%. Nella notte della sconfitta, il primo ministro della provincia e leader del PQ Jacques Parizeau accusò "il denaro e il voto etnico" (l'argent puis du vote ethnique) di essere la causa della sconfitta degli indipendentisti nel referendum, e rassegnò le dimissioni il giorno successivo, lasciandosi alle spalle numerose polemiche relativamente alle sue dichiarazioni.
La guida del governo fu successivamente assunta da Lucien Bouchard, popolare ex-ministro conservatore del Governo canadese, che aveva abbracciato la causa secessionista fondando il Bloc québécois in seguito al fallimento degli accordi di Meech Lake. Il governo Bouchard si distinse per la gestione rigorosa delle finanze pubbliche caratterizzata da tagli alle spese. Dopo avere formato un secondo governo in seguito alle elezioni del 1998, Lucien Bouchard fu costretto a lasciare la guida del governo per motivi di salute nel 2001. Il suo successore, Bernard Landry, non riuscì tuttavia a confermare il partito al governo dopo le elezioni del 2003 vinte dai liberali, ed abbandonò la guida del PQ nel giugno del 2005.
Dal novembre 2005 il partito è guidato da André Boisclair. Alle elezioni provinciali del 2007, nelle quali il PQ ha svolto una campagna caratterizzata da un'impronta più marcatamente secessionista, fino a dichiarare la sua intenzione di svolgere un terzo referendum per l'indipendenza del Québec, il partito ha ottenuto risultati piuttosto deludenti, col 28% dei voti e 36 seggi, piazzandosi alle spalle sia dei liberali in carica sia dell'Azione Democratica del Québec di centro-destra (francofono, ma in opposizione a una politica secessionista) e non riuscendo neppure a confermarsi come principale opposizione provinciale. L'8 maggio 2007, Boisclair ha infine annunciato le dimissioni dalla guida del partito. Quattro giorni dopo, il 12 maggio il capo del Blocco del Québec Gilles Duceppe ha annunciato la sua intenzione di correre per la leadership del PQ, per poi ritirare la propria candidatura il giorno successivo e annunciando il suo pubblico supporto nei confronti di Pauline Marois, piazzatasi seconda alle spalle di Boisclair nel congresso del 2005.
Relazioni con il Blocco del Quebec
[modifica | modifica wikitesto]Il Bloc Québécois o Blocco del Quebec è un partito canadese presente a livello federale fondato nel 1990 dall'ex ministro conservatore Lucien Bouchard, successivamente leader del PQ. Pur conseguendo le medesime finalità politiche, le due forze dispongono di strutture rigidamente separate.
Leader
[modifica | modifica wikitesto]- René Lévesque (1968-1985) (primo ministro 1976-1985)
- Pierre-Marc Johnson (1985-1987) (primo ministro 1985)
- Jacques Parizeau (1987-1996) (primo ministro 1994-1996)
- Lucien Bouchard (1996-2001) (primo ministro 1996-2001)
- Bernard Landry (2001-2005) (primo ministro 2001-2003)
- Louise Harel (2005) (interim)
- André Boisclair (2005-2007)
- François Gendron (2007) (interim)
- Pauline Marois (2007-2014) (primo ministro 2012-2014)
- Pierre Karl Péladeau (2015-2016)
- Jean-François Lisée (2016-2018)
- Pascal Bérubé (2018-2020) (interim)
- Paul St-Pierre Plamondon (dal 2020)
Risultati alle elezioni
[modifica | modifica wikitesto]Elezioni | Numero candidati | Numero seggi ottenuti | % dei voti espressi |
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1970 | 108 | 7 | 23.06% |
1973 | 110 | 6 | 30.22% |
1976 | 110 | 71 | 41.37% |
1981 | 122 | 80 | 49.26% |
1985 | 122 | 26 | 38.69% |
1989 | 125 | 29 | 40.16% |
1994 | 125 | 77 | 44.75% |
1998 | 124 | 76 | 42.87% |
2003 | 125 | 45 | 33.24% |
2007 | 125 | 37 | 28.33% |
2008 | 125 | 51 | 35.2% |
2012 | 125 | 54 | 32% |
2014 | 125 | 30 | 25.4% |
2018 | 125 | 10 | 17.1% |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Kay Lawson, Thomas Poguntke, How Political Parties Respond: Interest Aggregation Revisited, 2004, pp. 149.
- ^ Encyclopaedia Britannica, Britannica Book of the Year 2013, 2013, pp. 402.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pierre Godin: René Lévesque, Héros malgré lui. Éditions Boréal, 1997. ISBN 2-89052-833-2
- Fraser, Graham (2001). René Lévesque & the Parti Québécois in Power, Montréal: McGill-Queen's University Press, 434 pages, ISBN 0-7735-2310-3. [First Ed. Toronto: Macmillan, 1984]
- Lévesque, René (1986). Memoirs, Toronto: McClelland & Stewart, 368 pages, ISBN 0-7710-5285-5. [translated by Philip Stratford]
- Bernier Arcand, Philippe, Le Parti québécois: d'un nationalisme à l'autre, Montréal, Poètes de brousse, 2015, 160 p. (ISBN 978-2-923338-85-9 und ISBN 2-923338-85-5).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Parti Québécois
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Parti québécois sito ufficiale, su pq.org.
- Parti québécois' sito gruppo parlamentare, su deputespq.org. URL consultato il 25 marzo 2006 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2007).
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