Sant'Omobono Tucenghi | |
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Laico | |
Nascita | Cremona, prima metà del XII secolo |
Morte | Cremona, 13 novembre 1197 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 13 gennaio 1199[1] |
Santuario principale | Cattedrale di Cremona |
Ricorrenza | 13 novembre |
Patrono di | Cremona (città e diocesi), mercanti, sarti |
Omobono Tucenghi (Cremona, prima metà del XII secolo – Cremona, 13 novembre 1197) fu un mercante cremonese, pio e caritatevole, proclamato santo da papa Innocenzo III nel 1199.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Sant'Omobono condusse la sua vita tra il commercio, l'impegno politico e l'aiuto ai poveri. Ben presto divenne un cittadino molto popolare e amato. Morì improvvisamente un giorno d'autunno durante la Messa a cui partecipava nella chiesa di sant'Egidio (oggi intitolata allo stesso S.Omobono), mentre recitava il Gloria.
Omobono Tucenghi fu un uomo che, senza privilegi di nascita o prestigio di funzioni, divenne quasi leggendario per levatura e bontà dello spirito. Era figlio di un sarto e divenne un abile mercante di lana e tessuti, una tra le principali attività commerciali di Cremona nel Medioevo. Si sposò; secondo alcune fonti non ebbe figli[1], secondo altre ne ebbe due o più.[2][3] Omobono e la sua famiglia accumularono un ingente patrimonio con il loro commercio, in quell'epoca di vitalità straordinaria in cui tante città italiane passarono all'autogoverno.
La sua nobiltà d'animo lo portava a usare il denaro guadagnato col commercio per la carità. Non lasciò scritti e nemmeno discorsi, ma attraverso la tradizione orale ci giunge la sua chiara disposizione nei confronti del denaro guadagnato: su di esso avevano precisi diritti i poveri. I soldi erano mezzi d'intervento per soccorrere la miseria. La sua generosità divenne proverbiale, tanto che a Cremona è rimasto il detto «Non ho mica la borsa di sant'Omobono» per rifiutare eccessive richieste di denaro.[4]
In tempi di continue lotte intestine e conflitti tra città (Cremona, nel conflitto tra Comuni e Impero, era schierata dalla parte imperiale) si ricorse alla sua autorità per arginare la violenza. Omobono contribuì con la parola a rendere più vivibile la propria città, di cui si fece portavoce autorevole.
Quando morì, presto si diffusero notizie di miracoli da lui compiuti.[1] Altrettanto rapidamente iniziarono pellegrinaggi alla sua tomba, che convinsero addirittura il vescovo Sicardo e una rappresentanza cittadina a rivolgersi a papa Innocenzo III (questa venne interrogata dal pontefice in persona),[5] che canonizzò Omobono già il 13 gennaio 1199 con la bolla Quia pietas, nella quale lo definì pacificus vir, a meno di due anni dalla morte.
Sembra che Omobono sia stato il primo laico italiano della storia a essere canonizzato da un papa.[6] Tra i laici non italiani già canonizzati prima di lui citiamo a titolo di esempio santo Stefano, re d'Ungheria, canonizzato nel 1083 da papa Gregorio VII (anche se la celebrazione fu materialmente eseguita da un suo delegato).[7]
Culto
[modifica | modifica wikitesto]Fu proclamato patrono cittadino dal Consiglio generale di Cremona nel 1643. Sant'Omobono è venerato anche come protettore dei sarti e dei mercanti.
Intorno al 1698 è stato proclamato co-protettore della città di Modena essendosi miracolosamente interrotta proprio il giorno del suo calendario una grave pestilenza per la quale era stata chiesta l'intercessione alla Madonna della Ghiara.
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La prima traslazione di reliquie del santo, dalla chiesa di S. Egidio al Duomo, ebbe luogo nel giugno 1202 per iniziativa del vescovo Sicardo. Il suo corpo è tuttora custodito nella cripta della cattedrale di Cremona.
Federico Caudana ha scritto un inno in suo onore, O Padre che vegli.
Una sua reliquia è custodita dal gennaio 2016 nella chiesa a lui intitolata nel centro storico di Catanzaro.[8][9][10]
Intitolazioni
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di Sant'Omobono a Cremona
- Chiesa di Sant'Omobono, a Roma ai piedi del Campidoglio.
- Chiesa di Sant'Omobono, a Catanzaro.
- Comune di Sant'Omobono Terme, provincia di Bergamo.
- Chiesa di Sant'Omobono, a Mazzoleni, frazione di Sant'Omobono Terme.
- Venerabile Confraternita dei Santi Oliva e Omobono dei Maestri Sarti, fondata nel 1485 a Palermo, avente sede presso la Chiesa Parrocchiale San Francesco di Paola. Ogni anno vi si celebra la festa il 13 e 14 Novembre con appuntamenti liturgici e l'esposizione dell'antica e artistica tela patronale di S. Omobono.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c D.Agasso, Sant' Omobono di Cremona, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it, 2001. URL consultato il 29 ottobre 2017.
- ^ (DE) J.Schäfer, Homobonus von Cremona, su Ökumenisches Heiligenlexikon, 2016. URL consultato il 29 ottobre 2017.
- ^ A.Ricci, Omobono da Cremona, su Treccani - Dizionario Biografico degli Italiani, 2013. URL consultato il 29 ottobre 2017.
- ^ Alfredo Cattabiani, Santi d'Italia, p. 752
- ^ Gian Luca Potestà e Giovanni Vian, Storia del cristianesimo, Il Mulino, p. 237 e 240.
- ^ Alfredo Cattabiani, Santi d'Italia, p. 750
- ^ M.Schoepflin, Santo Stefano d'Ungheria, in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it, 2011. URL consultato il 29 ottobre 2011.
- ^ Le reliquie di Sant'Omobono custodite nel capoluogo, su gazzettadelsud.it, 4 gennaio 2016. URL consultato il 29 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 16 novembre 2020).
- ^ Donata alla diocesi di Catanzaro una reliquia di S. Omobono, su diocesidicremona.it, 3 gennaio 2016. URL consultato il 29 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2017).
- ^ Da Cremona a Catanzaro, donate alla città le reliquie di Sant'Omobono, su catanzaroinforma.it, 3 gennaio 2016. URL consultato il 29 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2017).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- in italiano
- Daniele Piazzi, Omobono di Cremona. Biografie dal XIII al XVI secolo. Edizione, traduzione e commento, Diocesi di Cremona, 1991.
- Alfredo Cattabiani, Santi d'Italia, Milano, ed. Rizzoli, 1993, ISBN 88-17-84233-8, pp. 750-752
- Andrè Vauchez, Omobono di Cremona laico e santo, ed. N.E.C, 2001.
- in francese
- John F. Fink, Married Saints, New York, Alba House, 1999.
- Rev. F. G. Holweck le RT. , A Biographical Dictionary of the Saints, Détroit, Gale Research Company, 1969.
- Anna Jameson, Sacred and Legendary Art, Boston et New York, Houghton Mifflin Company, 1895.
- George Kaftal et Fabio Bisogni, Saints in Italian Art: Iconography of the Saints in the Paintings of North West Italy, Florence, Casa Editrice Le Lettere, 1985.
- Wilhelm Schamoni, The Face of the Saints, trad. en anglais par Anne Fremantle, New York, Books for Libraries Press
- (FR) Louis Réau, Iconographie de L'art Chrétien, Paris, Presses Universitaires de France, 1958, pages 654-655.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Omobono Tucenghi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Adelaide Ricci, OMOBONO da Cremona, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.
- Omobono Tucenghi, su Santi, beati e testimoni, santiebeati.it.
- https://web.archive.org/web/20160816155326/http://www.diocesidicremona.it/diocesi/proprio/patroni1
Controllo di autorità | VIAF (EN) 34332416 · ISNI (EN) 0000 0000 7821 6056 · CERL cnp00563761 · LCCN (EN) nr93036917 · GND (DE) 121181138 · J9U (EN, HE) 987007409369905171 |
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