Chiesa del SS. Salvatore o di S. Omobono[1] | |
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Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Località | Catanzaro |
Indirizzo | Via Vincenzo de Grazia |
Coordinate | 38°54′30.16″N 16°35′22.68″E |
Religione | cattolicesimo e Chiesa ortodossa di rito romano |
Titolare | Sant'Omobono |
Arcidiocesi | Catanzaro-Squillace |
Consacrazione | 2002 |
Stile architettonico | Normanno, Bizantino[2] |
Inizio costruzione | XII secolo[1][3][4] |
Sito web | Sito ufficiale |
La chiesa di Sant'Omobono è un luogo di culto cattolico di Catanzaro.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La leggenda narra che la chiesa venne costruita sopra un Tempio del Sole[3][4][5][6][7], nella parte occidentale di Catanzaro[8].
In origine era legata al rito greco-ortodosso di Costantinopoli.[9]
A livello strutturale, a causa dei notevoli danni dei terremoti del 1744, 1783[3][5] e del 1832, ci furono molte ristrutturazioni. Tali rimaneggiamenti della chiesa sono tutt'oggi visibili, in quanto il lato sinistro risulta più corto del destro.[1][3]
Durante il Regno di Napoli, l'edificio fu sequestrato e adibito a deposito per le munizioni[5], mentre nel Regno delle Due Sicilie, venne comprato da Luigi Varano per 320 ducati.[1][5] Nel 1999, per merito dell'arcivescovo di Catanzaro-Squillace, la chiesa passa sotto la proprietà della Curia, venendo riconsacrata nel 2002.[2]
Alcuni scavi archeologici hanno permesso di riportare alla luce numerosi reperti, tra cui diverse sepolture[3], delle monete del XVII secolo e delle ceramiche.[1]
Fu la sede della Congrega dei Sarti[4][5], e ad oggi è il luogo di culto più antico del capoluogo calabrese.[4][6][7][10], operante dal XVII secolo.[8]
All'interno della chiesa vi è custodita una reliquia di sant'Omobono.[6][7][10][11]
A questa chiesa è legata la leggenda della setta del Curatolo, organizzazione criminale formata dai peggiori criminali della zona, operante nel XIX secolo, che con raggiri avvicinavano le vittime che venivano portate presso la chiesa, dove venivano uccise e seppellite.[2]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La struttura della chiesa si presenta ad aula unica[3] e a pianta rettangolare[8] con sei arcate poste intorno al perimetro dell'edificio in stile normanno-bizantino.[2][12]
L'ingresso è preceduto da una gradonata ed è sormontato da un arco con doppio giro di conci, che a sua volta è sovrastato da una trifora, oggi murata. Alla destra dell'ingresso vi è una monofora cieca.[1]
Nel lato destro della chiesa vi sono degli archi composti da conci e laterizi intervallati da tre monofore.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f S. Omobono [collegamento interrotto], su visitcatanzaro.it. URL consultato il 28 marzo 2017.
- ^ a b c d La chiesetta di Sant’Omobono: tra storia e leggenda, su catanzaro.italiani.it. URL consultato il 16 novembre 2020 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ a b c d e f Chiesa dell'Omobono - sec. XII, su italiavirtualtour.it. URL consultato il 5 maggio 2017 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ a b c d Donata alla diocesi di Catanzaro una reliquia di S. Omobono, su diocesidicremona.it, 3 gennaio 2016. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2017).
- ^ a b c d e Chiesa di Sant'Omobono, su guide.travelitalia.com. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ a b c Catanzaro, cresce l'attesa per Sant'Omobono In arrivo in città le reliquie del santo mercante [collegamento interrotto], su quotidianodelsud.it, 2 gennaio 2016. URL consultato il 28 giugno 2017.
- ^ a b c Catanzaro, domani la consegna delle reliquie di Sant'Omobono, su corrieredellacalabria.it, 2 gennaio 2016. URL consultato il 28 giugno 2017 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ a b c Chiesetta di S. Omobono, su comunecatanzaro.it. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).
- ^ Sant’Omobono, su proloco-catanzaro.org. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ a b Le reliquie di Sant'Omobono custodite nel capoluogo, su gazzettadelsud.it, 4 gennaio 2017. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato il 16 novembre 2020).
- ^ Da Cremona a Catanzaro, donate alla città le reliquie di Sant'Omobono, su catanzaroinforma.it, 3 gennaio 2017. URL consultato il 6 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2017).
- ^ Chiesa S.Omobono Catanzaro, su turismoincalabria.it. URL consultato il 16 novembre 2020 (archiviato il 16 novembre 2020).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su chiesa di Sant'Omobono
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su visitcatanzaro.it.
- Chiesa di Sant'Omobono, su BeWeB, Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana.