Museo della Ceramica "Alfonso Tafuri" | |
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"Riggiola" di Cerreto Sannita esposta probabilmente nel Museo Tafuri di Salerno | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Salerno |
Indirizzo | Larghetto Cassavecchia, 11 - Salerno |
Coordinate | 40°40′46.25″N 14°45′32.82″E |
Caratteristiche | |
Tipo | ceramica |
Istituzione | 26 settembre 1987 |
Visitatori | 300 (2019) |
Sito web | |
Il Museo della Ceramica "Alfonso Tafuri" (spesso identificato col settecentesco Palazzo Mancuso) si trova a Salerno nel suo centro storico. Fu creato nel 1987 dal goielliere collezionista di ceramiche Alfonso Tafuri[1].
Storia e dati
[modifica | modifica wikitesto]Il salernitano Alfonso Tafuri dopo aver collezionato per decenni molte antiche ceramiche vietresi, salernitane e napoletane, decise di esporle in un museo privato vicino al Duomo cittadino nel pianterreno e primi due piani del Palazzo Mancuso.
«Il Museo, posto al piano terra del settecentesco Palazzo Mancuso, è in realtà, la collezione privata di Alfonso Tafuri (orefice salernitano e cultore della storia della città, appassionato del restauro e della conservazione). Nel decennio 1970-1980, nel corso dei primi interventi di recupero di molti ambienti del centro storico, Tafuri all’epoca, rappresentante dell’associazione “Italia Nostra”, ebbe la fortuna di recuperare oggetti ed elementi di alto valore artistico di ceramica locale. Grazie alla sua scrupolosa volontà, anno dopo anno, si è accumulato un vero e proprio patrimonio storico-artistico proveniente dai numerosi scavi effettuati nei locali, man mano recuperati. Qualche anno dopo, Tafuri decise di esporre tale collezione di ceramiche creando un vero e proprio museo, inaugurato nel settembre del 1987. Daniele Magliano[2]»
Questo museo fu adibito in tre sezioni, dal Duecento all'Ottocento, che corrispondono ai piani del palazzo Mancuso situato in via Cassavecchia, ad appena cento metri dalla importante ed antica Via dei Mercanti salernitana allo scopo di attrarre turisti e visitatori.
La prima sezione -nel pianterreno del Palazzo Mancuso- contiene numerose maioliche rinvenute nel "Rione Fornelle"[3] di Salerno (lucerne, giare, zuppiere, boccali, ecc..), quando fu ristrutturato completamente negli anni cinquanta del Novecento[4].
Una seconda sezione -la più importante e famosa del museo- espone numerose "Riggiole" (mattonelle in cotto decorate a mano) create nel Settecento ed Ottocento principalmente a Napoli e Vietri. Vi sono inoltre esposte numerose utensilerie e molto vasellame della Provincia di Salerno (specialmente di Giffoni Valle Piana e Cerreto Sannita).
Il terzo settore -detto spesso il "periodo tedesco della ceramica vietrese"- riguarda targhe e pannelli devozionali del secolo scorso, molti dei quali creati da artisti famosi quali Riccardo Dolker, Irene Kowaliska[5] e Guido Gambone. Il Dolker è spesso considerato il capogruppo della colonia di artisti del nord Europa, conosciuti come i "Tedeschi di Vietri", che tra gli anni venti e l'inizio della seconda guerra mondiale contribuirono notevolmente al rinnovo della tradizione artistica dei vari paesi della Costiera amalfitana. Infatti i "Tedeschi di Vietri" rivoluzionarono completamente lo stile ceramico vietrese, ancora legato ad una tradizione decorativa ottocentesca, grazie al loro stile innovativo, direttamente legato alla tradizione decorativa nordica e soprattutto tedesca. Il nuovo stile tedesco fu adottato da tutti i ceramisti che seguirono: Giovannino Carrano, i fratelli Procida, i fratelli Solimene, Andrea D’Arienzo e soprattutto Guido Gambone (le cui ceramiche sono molto esposte nel Museo Tafuri).
Il reperto più antico del museo è un frammento di ceramica del tipo detto "Spiral Ware" che risale a prima del Duecento[6], probabilmente rinvenuto originariamente nel Castello di Arechi sul finire dell'Ottocento.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Ministero della Cultura: Il Museo del collezionista di ceramiche Tafuri
- ^ Foto del museo e di alcune sue ceramiche
- ^ Ceramiche medioevali fatte nel Rione Fornelle di Salerno
- ^ Storia dell'Arte: il museo Tafuri
- ^ Video di Irene Kowaliska e ceramiche di Vietri
- ^ Museo Tafuri, con foto delle ceramiche
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pino Viscusi, Lo stile Vietri tra Dolker e Gambone: cronaca e storia della ceramica vietrese nel contesto nazionale e internazionale, Salerno, Il Sapere, 1996, ISBN 8881190109, OCLC 876733600.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Museo Roberto Papi
- Museo archeologico provinciale di Salerno
- Museo della Ceramica di Raito
- Musei di Salerno
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su cultura.gov.it.
- Roberto Conti, Archivio della ceramica italiana del '900, su archivioceramica.com.