Il motore rotativo rappresenta un tipo di motore a combustione interna a ciclo Otto, caratterizzato nel suo funzionamento dalla rotazione dell'intero complesso dei cilindri attorno all'albero-motore. Questa rotazione dà luogo ad un effetto giroscopico che si oppone all'inclinazione dell'asse di rotazione, rendendo difficoltosa la manovra dei velivoli o veicoli.
Questo tipo di motore presenta un rapporto potenza peso molto più favorevole rispetto ai comuni motori tanto da essere stato utilizzato prima e durante la prima guerra mondiale sui primi aerei.
Motore rotativo a pistoni radiali
[modifica | modifica wikitesto]I primi motori rotativi a pistoni radiali fecero la loro comparsa alla fine dell'Ottocento, ma solo nel 1899 Stephen Balzer realizzò un primo prototipo.
La produzione in serie arrivò solo nel 1908 con la ditta francese Gnome, che produsse un motore a 7 cilindri con l'alimentazione del carburante realizzata per travaso in apposite cavità dell'albero motore e della biella, attraverso il pistone e fino alla camera di combustione, con abolizione di meccanismi (quali camme, pulsanti e rinvii) di comando delle valvole e "pipe" d'ammissione rotative.
Per semplificare la manutenzione e diminuire l'usura, il motore fu dotato di una valvola di scarico in testa comandata dall'albero motore (con funzione di camma) e di un'apertura di accesso (per le revisioni). La stessa accensione della candela era fatta senza fili, ma ottenuta per induzione al passaggio in prossimità di una sorgente ad alta tensione durante la rotazione.
Questo tipo di motore trovò largo impiego in aeronautica per tutta la prima guerra mondiale, ma venne poi rapidamente soppiantato dal motore radiale fisso a pistoni.
Sebbene il motore radiale rotativo ed il motore radiale fisso siano entrambi caratterizzati dalla disposizione radiale dei cilindri, il loro funzionamento è radicalmente diverso: nel motore rotativo il blocco motore ruota su se stesso insieme con l'elica o col pignone, mentre l'albero a gomiti resta fermo, fissato al telaio del veicolo. Nel motore fisso, invece, è l'albero motore a ruotare ed il blocco motore rimane fisso, come nei comuni motori in linea.
L'uso del motore rotativo a pistoni fu quasi esclusivamente aeronautico, anche se non mancarono esempi di applicazioni su auto e moto.
Motori rotativi privi di pistoni
[modifica | modifica wikitesto]Motore Wankel
[modifica | modifica wikitesto]Una diversa tipologia di motori rotativi fece la sua comparsa negli anni cinquanta, con il motore Wankel, inventato nel 1954 dall'ingegnere tedesco Felix Wankel. Questo tipo di motore, come altri di concezione simile sviluppati in seguito, è caratterizzato dalla presenza di rotore e dall'assenza di pistoni. Nel Wankel il rotore è di tipo prismatico a base triangolare equilatera con lati leggermente convessi.
Le prime applicazioni di questo motore furono sviluppate in campo motociclistico ed automobilistico dalla tedesca NSU Motorenwerke AG; nel 1966 venne immessa sul mercato la prestigiosa NSU Ro 80, una berlina che fu prodotta fino al 1977. Oggi solo la giapponese Mazda continua a produrre automobili dotate di questo particolare motore.
Nel 2015 al Tokyo Motor Show Mazda presenta la concept RX-Vision con il motore SKYACTIV-R evoluzione del motore rotativo[1].
Il motore Wankel ha conosciuto anche impiego nel settore aeronautico, anche se solo a livello sperimentale e nel campo dei velivoli non pilotati.
Altri motori rotativi
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti collegati al motore rotativo e che hanno avuto scarse, o nulle, applicazioni pratiche sono:
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Paolo Morandi, Mazda RX-Vision Concept: bentornato Wankel, su cavallivapore.it, Cavalli Vapore (www.cavallivapore.it).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su motore rotativo
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) rotary engine, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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