Monticello Amiata frazione | |
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Veduta di Monticello Amiata | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Toscana |
Provincia | Grosseto |
Comune | Cinigiano |
Territorio | |
Coordinate | 42°53′14″N 11°28′52″E |
Altitudine | 734 m s.l.m. |
Abitanti | 442 (2011) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 58044 |
Prefisso | 0564 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | monticellese, monticellesi[1]; o ciuffettoni |
Patrono | san Michele Arcangelo |
Cartografia | |
Monticello Amiata è una frazione del comune italiano di Cinigiano, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Il borgo è situato a 734 metri sul livello del mare, lungo la strada che conduce verso il Monte Amiata alle porte della riserva naturale Poggio all'Olmo. L'area collinare in cui è posto segna il definitivo passaggio dalla valle dell'Ombrone al massiccio del Monte Amiata. Monticello Amiata dista circa 50 chilometri da Grosseto e poco più di 9 chilometri dal capoluogo comunale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Anticamente chiamato Montepinzutolo, ricordato per la prima volta in un diploma del 5 aprile 1027 di Corrado II e poi feudo dei signori di Tintinnano, niente rimane oggi dell'antico borgo alto-medievale, completamente distrutto da un incendio nel 1240. Il nuovo borgo fu ricostruito dagli abitanti di Montepinzutolo con il nome di Monticlo, e nel 1261 divenne comune autonomo. Agli inizi del XIV secolo venne posto sotto la protezione di Siena e nel 1348, per insubordinazioni riguardanti il doppio pagamento di tasse all'abbazia di San Salvatore e a Siena, ricevette una scomunica che, curiosamente, ad oggi non è mai stata formalmente ritirata. Annesso al Granducato di Toscana nella metà del XVI secolo, nel 1783 perse la sua autonomia, venendo accorpato a Cinigiano, nuova sede comunale.[2]
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Chiesa di San Michele arcangelo, originaria del castello di Montepinzutolo, fu distrutta e ricostruita dopo l'incendio del 1240. Innalzata a prepositura nel 1264, ricevette poi il titolo di pieve nel XV secolo. Tra il 1815 e il 1832 è stata radicalmente ristrutturata dall'architetto Paglierini in stile neoclassico. Tra le maggiori opere contenute all'interno si segnalano: un'acquasantiera del Quattrocento; la tela raffigurante san Carlo Borromeo in preghiera (1600) di Rutilio Manetti; due statue del XVIII secolo in gesso di san Sebastiano e san Michele arcangelo; la tavola di Bartolomeo Neroni, detto il Riccio, con la Madonna col Bambino in trono incoronata da angeli con san Lorenzo e sant'Antonio abate adoranti (1535-1540); un tabernacolo marmoreo a muro decorato, databile intorno al 1470 e avvicinabile alla maniera dello scultore Antonio Ghini.[3] La parrocchia di San Michele conta circa 520 abitanti.[4]
- Oratorio della Compagnia di San Sebastiano, risalente al XV secolo, è stato recentemente trasformato. All'intero sono custodite una tela di Domenico Manetti con la Madonna col Bambino in gloria con san Nicola da Tolentino e sant'Agostino (1650) ed una scultura in legno di san Sebastiano di fine Quattrocento.[5]
- Santuario della Madonna di Val di Prata, situato nel parco della Rimembranza poco fuori dal paese, è ricordato sin dal 1218. Trasformato tra il 1847 e il 1865, contiene due altari seicenteschi, dedicati a sant'Antonio (1692) ed alla Madonna del Carmine (1691), dove è posta la pala della Madonna del Carmine, santa Teresa d'Avila, santa Elisabetta d'Ungheria, san Filippo Neri e sant'Elena attribuita a Giuseppe Nicola Nasini. Inoltre è presente nella chiesa soprattutto una tavola di fine XV secolo della Madonna col Bambino, rimaneggiata nel corso dei secoli, molto venerata e ritenuta miracolosa.[6]
- Cappella della Madonna del Lampino, situata poco fuori dal paese, in località Ripe, è stata costruita su di un tabernacolo affrescato del XVI secolo, oggi posto sulla parete di fondo, che raffigura la Madonna col Bambino, san Michele arcangelo e san Pietro.[7]
Architetture civili
[modifica | modifica wikitesto]- Palazzo Comunale, situato nella centrale via Grande, risale al XVII secolo ed era la sede del comune di Monticello Amiata. Sopra il portale bugnato è posto lo stemma degli Aldobrandeschi. Quando nel 1783 il granduca Leopoldo II sancì il trasferimento della sede municipale a Cinigiano, l'edificio divenne sede del tribunale fino al 1837. Successivamente fu abitazione della famiglia Maccherini, mentre oggi ospita la casa museo.[8]
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]- Mura di Monticello Amiata: dopo la prima cinta muraria dell'XI secolo, andata distrutta nell'incendio del 1240, ne fu costruita un'altra che è rimasta pressoché intatta fino ai giorni nostri, anche se in alcuni punti è venuta a saldarsi con abitazioni e costruzioni che edificate a contatto con la fortificazione. Al borgo si può accedere attraverso le due porte che si aprono rispettivamente nella parte occidentale (Porta Grossetana) e in quella orientale (Porta Senese) della cerchia muraria.[9]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Quella che segue è l'evoluzione demografica della frazione di Monticello Amiata. Sono indicati gli abitanti dell'intera frazione e dove è possibile la cifra riferita al solo capoluogo di frazione.
Dal 1991 sono contati da Istat solamente gli abitanti del centro abitato, non della frazione.
Anno | Abitanti | |
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Frazione | Centro abitato | |
1595 | 804 |
-
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1640 | 697 |
-
|
1745 | 316 |
-
|
1833 | 959 |
-
|
1845 | 954 |
-
|
1921 | 1 477 |
-
|
1931 | 1 443 |
-
|
1961 | 909 |
702
|
1981 | 631 |
565
|
1991 | - |
500
|
2001 | - |
425
|
2011 | - |
442
|
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Presso la frazione, nei locali dell'ex Palazzo Comunale, è situata la casa museo di Monticello Amiata, museo etnografico inaugurato nel 1989, che riproduce una tipica abitazione contadina ottocentesca e pone particolare attenzione agli antichi mestieri legati alla lavorazione dell'olio e delle castagne.[10]
Sono stati inoltre realizzati due percorsi naturalistici per la conoscenza del territorio circostante: la "via delle fonti" e la "via della castagna". La via delle fonti costituisce un itinerario storico-ambientale attorno al paese di Monticello Amiata, scendendo verso le sorgenti d'acqua conosciute con i nomi di Fonte vecchia e Fonte di sotto, utilizzate in passato come abbeveraggio per gli animali e per rifornimenti ad uso domestico. La via della castagna è un percorso naturalistico che si inoltra nei boschi sotto al paese fino a raggiungere una vasta area di castagneti da frutto: l'itinerario si caratterizza anche per elementi di tipo antropologico, grazie alla presenza di essiccatoi, capanne e muri a secco.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La frazione di Monticello Amiata è attraversata da ovest a est dalla strada provinciale 7 Cinigianese che collega il capoluogo comunale con Arcidosso. A nord è collegata alla strada provinciale del Cipressino dalla strada provinciale 70 di Monticello, mentre a sud, a circa 3 chilometri dal paese, è possibile imboccare la strada provinciale 55 di Stribugliano, che la collega ai borghi di Castiglioncello Bandini, Stribugliano e Vallerona.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron Editore, 1981, p. 350.
- ^ Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995, p. 172.
- ^ Santi, op. cit., pp. 172-173.
- ^ La parrocchia di San Michele sul sito della CEI.
- ^ Santi, op. cit., pp. 173-174.
- ^ Santi, op. cit., pp. 174-175.
- ^ Santi, op. cit., p. 175.
- ^ Andrea Semplici, La Maremma dei musei. Viaggio emozionale nell'arte, la storia, la natura, le tradizioni del territorio grossetano, Edizioni Effigi, Arcidosso, 2012, p. 240.
- ^ Giuseppe Guerrini, Torri e castelli della provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1999.
- ^ La casa museo di Monticello Amiata sul sito di Musei di Maremma.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ildebrando Imberciadori, Constitutum Montis Pinzutuli. Monticello Amiata, secolo XIII, Siena, Lazzeri, 1937.
- Luigi Martini, Montepinzuto, Monticello Amiata. Cronaca di mille anni, Monticello, 1985.
- Bruno Santi, Guida storico-artistica alla Maremma. Itinerari culturali nella provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1995.
- Aldo Mazzolai, Guida della Maremma. Percorsi tra arte e natura, Le Lettere, Firenze, 1997.
- Giuseppe Guerrini, Torri e castelli della provincia di Grosseto, Nuova Immagine, Siena, 1999.
- Odile Redon, Neda Mechini, Un comune medievale e le sue scritture. Da Montepinzutolo a Monticello Amiata, Cinigiano, 1999.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Monticello Amiata
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Emanuele Repetti, «Monticello Amiata», Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, volume III, Firenze, Allegrini e Mazzoni, 1839, p. 567.
- Monticello Amiata, sito ufficiale.
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