Mohamed Brahmi | |
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Mohamed Brahmi nel 2012 | |
Membro dell'Assemblea costituente tunisina | |
Durata mandato | 22 novembre 2011 – 25 luglio 2013 |
Segretario generale del Movimento del Popolo | |
Durata mandato | 8 marzo 2011 – 7 luglio 2013 |
Successore | Zouhair Maghzaoui |
Segretario generale di Corrente Popolare | |
Durata mandato | 7 luglio 2013 – 25 luglio 2013 |
Successore | Zouhair Hamdi |
Dati generali | |
Partito politico | Corrente Popolare (2013) Movimento del Popolo (2011-2013) |
Mohamed Brahmi (Sidi Bouzid, 15 maggio 1955 – Ariana, 25 luglio 2013) è stato un politico tunisino.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Sidi Bouzid, capoluogo dell'omonimo governatorato, il 15 maggio 1955. Si è laureato in contabilità presso l'Istituto superiore di gestione dell'Università di Tunisi nel 1982 e dopo la laurea ha insegnato economia per due anni presso un istituto tecnico di Menzel Bourguiba. Successivamente ha lavorato presso l'Ufficio dell'irrigazione e poi come agente immobiliare dal 1985 al 1993.
Carriera politica
[modifica | modifica wikitesto]Fu membro di spicco dell'Unione di Studenti Arabi Progressisti fino al 2005, anno in cui fondò il Movimento Nasserista Unionista, un partito clandestino nasserista sotto la dittatura di Zine El-Abidine Ben Ali. Dopo la rivoluzione dei Gelsomini del 2011 fondò il Movimento del Popolo, di cui fu primo segretario generale; il suo partito si unì nel 2013 al Fronte Popolare ma Brahmi rassegnò le proprie dimissioni dalla carica il 7 luglio dello stesso anno, fondando un nuovo partito denominato Corrente Popolare.[1] Alle elezioni parlamentari del 2011 è risultato eletto all'Assemblea costituente tunisina.
Omicidio
[modifica | modifica wikitesto]Il 25 luglio 2013, giorno della Festa della Repubblica, due uomini su una motocicletta gli spararono 14 colpi di pistola fuori dalla sua casa di Ariana[2] di fronte alla moglie e alla figlia; Brahmi morì dopo esser stato portato in ospedale.
Il 27 luglio successivo si tennero i funerali di Stato[3] alla presenza di diverse migliaia di persone che hanno accompagnato il feretro fino al cimitero di Djellaz di Tunisi. Durante la cerimonia si sono registrate proteste a Sidi Bouzid, dove alcuni manifestanti hanno assalito la sezione locale del partito di governo Ennahda, e a Tunisi, dove centinaia di persone si sono ammassate presso la sede del parlamento e del Ministero dell'interno richiedendo lo scioglimento dell'assemblea costituente e le dimissioni del governo, accusato di complicità nell'omicidio; prima dell'inizio della cerimonia un'automobile della polizia è esplosa a Tunisi, senza tuttavia causare morti o feriti.[2][3][4] All'indomani delle proteste il Ministro dell'istruzione Salem Labiadh ha rassegnato le sue dimissioni[5] mentre il Primo ministro Ali Laarayedh, intenzionato a rimanere in carica fino allo svolgimento delle successive elezioni presidenziali (inizialmente previste per il dicembre 2013 ma poi posposte a fine 2014) dopo un accordo tra maggioranza e opposizione siglato nell'ottobre 2013[6], è stato sostituito nel gennaio 2014.
Il suo omicidio ha attirato l'attenzione della comunità internazionale, con condanne da parte di diverse organizzazioni umanitarie, tra cui Amnesty International[7] e Human Rights Watch[8], stati, tra cui la Svizzera[9], e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, che tramite il proprio Segretario generale Ban Ki-moon ha invitato a non far naufragare il progetto di transizione democratica in Tunisia.[10]
Il Ministro dell'interno Lotfi Ben Jeddou ha affermato che l'arma utilizzata nell'omicidio di Brahmi, una pistola semiautomatica calibro 9 millimetri, sarebbe stata la stessa utilizzata alcuni mesi prima nell'omicidio di Chokri Belaid, citando come sospettato tra gli esecutori materiali di entrambi gli omicidi Abu Bakr al-Hakim, affiliato all'organizzazione terrorista Ansar al-Shari'a.[11][12] Successivamente la stampa ha riportato che la Central Intelligence Agency (CIA) statunitense aveva avvertito i servizi segreti tunisini del rischio di un attentato di matrice salafita ai danni di Brahmi.[13] Nel febbraio 2014 la polizia ha arrestato Ahmed Melki, detto Il Somalo, citandolo tra i sospettati coinvolti nell'omicidio.[14]
Nel 2018 la procura di Tunisi ha aperto un'indagine sul partito Ennhada, accusato dal Comitato per la difesa dei martiri Belaid e Brahmi di complicità coi due omicidi politici.[15]
Vita privata
[modifica | modifica wikitesto]Era sposato con M'barka Aouainia dalla quale ebbe cinque figli (un maschio e cinque femmine), tra cui Adnan e Sarra.[16]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (FR) Mohamed Brahmi démissionne du «Mouvement du peuple», in Business News, 7 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ a b (EN) Tear gas fired at Tunisian protesters, in Al Jazeera, 28 luglio 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ a b (EN) Tunisia Brahmi murder: State funeral for MP, in BBC News, 27 luglio 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ (EN) Protests erupt in Tunis after opposition leader shot dead, in France 24, 25 luglio 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ Tunisia: Brahmi, si dimette ministro, in Il Secolo XIX, 28 luglio 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ (EN) Tunisia reaches deal on power transfer, in France 24, 5 ottobre 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ Tunisia, secondo omicidio politico del 2013, in Amnesty International, 26 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ (EN) Tunisia: Investigate Killing of Opposition Figure, in Human Rights Watch, 25 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ Assassinio di Mohamed Brahmi: presa di posizione del DFAE, in Dipartimento federale degli affari esteri, 25 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ (EN) Condemning Assassination of Opposition Politician Mohamed Brahmi in TunisiaSecretary-General Says "Heinous Act" Must Not Derail Democratic Transition, in Organizzazione delle Nazioni Unite, 25 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ (EN) Peter Beaumont, Tunisian opposition figures killed with same gun, in The Guardian, 27 luglio 2013. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ (EN) Borzou Daraghi, Salafist identified as suspect in Tunisia assassination, in Financial Times, 26 luglio 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ (FR) Isabelle Mandraud, Tunisie: la CIA avait prévenu du risque d'attentat contre le député Mohamed Brahmi, in Le Monde, 14 settembre 2013. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ Omicidio Brahmi, arrestato uno dei sospetti, in Rai News, 9 febbraio 2014. URL consultato il 23 settembre 2024.
- ^ Tunisia: inchiesta su rivelazioni difesa Belaid e Brahmi, in ANSA, 8 ottobre 2018. URL consultato il 24 settembre 2024.
- ^ (EN) Ghaya Ben Mbarek, Eight Years After Belaid & Brahmi Assassinations, Frozen Investigations Warm Up, in Meshkal, 14 ottobre 2021. URL consultato il 24 settembre 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mohamed Brahmi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Mohamed Brahmi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.