Mihail Lascăr | |
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Ministro della Difesa della Repubblica Popolare Romena | |
Durata mandato | 29 novembre 1946 – 5 novembre 1947 |
Predecessore | Constantin Vasiliu-Rășcanu |
Successore | Emil Bodnăraș |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Comunista Rumeno |
Mihail Lascăr | |
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Nascita | Târgu Jiu, 8 novembre 1889 |
Morte | Bucarest, 24 luglio 1959 |
Dati militari | |
Paese servito | Romania |
Forza armata | Forțele Terestre Române |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1910-1950 |
Grado | Generale d'armata |
Guerre | Seconda guerra balcanica Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Crimea Battaglia di Stalingrado |
Comandante di | 1ª Brigata da montagna 6ª Divisione fanteria 4ª Armata |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Şcoala Militară de Ofiţeri Activi di Bucarest |
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Mihail Lascăr (Târgu Jiu, 8 novembre 1889 – Bucarest, 24 luglio 1959) è stato un generale e politico rumeno, che fu insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro con fronde di quercia durante il corso della seconda guerra mondiale. Dopo la fine della guerra, tra il 29 novembre 1946 e il 5 novembre 1947, ricoprì l'incarico di Ministro della Difesa della Repubblica Popolare Romena.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Târgu Jiu l’8 novembre 1889.[1] Arruolatosi nell’esercito rumeno, a partire dal 1908 frequentò la Scuola ufficiali di Bucarest,[N 1] uscendone nel 1910 con îl grado di sottotenente. Combatte nell seconda guerra balcanica dove ottenne la promozione a tenente, e dal 1916, come capitano, partecipò alla prima guerra mondiale, promosso al grado di maggiore nel 1917. Tra il 1919 e il 1921 frequentò i corsi presso la Scuola superiore di guerra[N 2]
Divenne tenente colonnello il 7 gennaio 1927,[2] colonnello il 10 maggio 1934 e comandò il 3º Reggimento Dorobanti dal 1936 al 1937.[2] Promosso generale di brigata il 25 ottobre 1939,[2] il 10 gennaio 1941 fu nominato comandante della 1ª Brigata da montagna,[2] considerata una unità militare d'elite della 3ª Armata. Il 22 giugno 1941[3] scattò l' Operazione Barbarossa (l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania nazista e dei suoi alleati), e al comando della 1ª Brigata di montagna entrò nella Bucovina settentrionale.[3] Da lì, lui e la sua unità si spostarono verso est, attraversando i fiumi Dniester,[3] Bug e Dnieper.[4] Si distinse durante la battaglia del Mare d'Azov, e la successiva battaglia di Crimea,[N 3] rimanendo al comando della brigata da montagna fino al 10 febbraio 1942. L'11 marzo dello stesso anno,[5] assunse il comando della 6ª Divisione[5] anch’essa appartenente alla 3ª Armata, con cui partecipò alla battaglia di Stalingrado.[6] Promosso generale di divisione il 25 ottobre 1942,[2] fu catturato[6] dall’Armata Rossa il 22 novembre 1942, trascorse gli anni dal 1943 all’agosto 1944 come prigioniero di guerra in Unione Sovietica.[2] Recluso inizialmente nel campo di prigionia di Kranogor, fu poi trasferito in successione a Suzdal', a Ivanov e infine al Campo speciale n. 48, riservato agli ufficiali generali.
Dopo che Re Michele I,[7] aveva sostituito con un colpo di stato avvenuto il 23 agosto 1944[7] il capo del governo Maresciallo Ion Antonescu,[7] e denunciato all’alleanza con i tedeschi, entrando nel campo degli alleati, aderì al comunismo. Il 12 aprile 1945[5] fu nominato comandante della Horia, Cloşca şi Crişan Division[N 4][8] il cui commissario politico era l'attivista comunista Valter Roman.
Promosso generale di corpo d'armata, il 12 settembre[8] fu nominato comandante della 4ª Armata,[8] divenendo in seguito capo della Commissione elettorale dell'Esercito, in anticipo sulle successive elezioni generali tenutesi il 19 novembre 1946. Dopo che la coalizione guidata dal Partito Comunista Rumeno vinse le elezioni[N 5] ottenne la nomina a Ministro di Difesa.[9] Mantenne questo incarico dal 29 novembre 1946[9] al 27 dicembre 1947 quando, caduto in disgrazia,[N 6] fu sostituito da Emil Bodnăraş.[9] Promosso generale d'armata (23 agosto 1947), dapprima ricoprì l’incarico di viceministro della difesa,[2] e quindi l’incarico di Ispettore generale dell'esercito rumeno[2] fino al 12 gennaio 1950,[2] quando fu dimesso dal servizio attivo. Si spense a Bucarest il 24 luglio 1959.[1]
È ricordato anche perché il 7 giugno 1947, firmò il decreto che stabiliva la costituzione della squadra di calcio Asociaţia Sportivă a Armatei Bucureşti, nota ora come CSA Steaua Bucureşti.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze estere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ In lingua rumena Şcoala Militară de Ofiţeri Activi Bucureşti.
- ^ In lingua rumena Şcoala Superioară de Războ.
- ^ Si distinse nei combattimenti nell'Istmo di Salkovo e poi nell’inseguimento delle forze sovietiche in ritirata. In quattro giorni la sua unità percorse 180 km e catturando 2.447 prigionieri, raggiungendo il Mar Nero a Sudak. Per un breve periodo l'unità condusse operazioni antipartigiane sulle montagne Yaila, fino a quando non fu trasferita nel settore di Sebastopoli nel mese di novembre. Qui conquistò la collina della Cappella insieme alla 170ª Divisione di fanteria tedesca, ottenendo l’ammirazione di Erich von Manstein, che lo citò nelle sue memorie durante il corso del secondo assalto a Sebastopoli, quando era al comando della 6ª Divisione.
- ^ Tale divisione era formata da ex prigionieri di guerra e da comunisti rumeni rifugiatisi in URSS prima della seconda guerra mondiale.
- ^ Attraverso diffuse tattiche di intimidazione e di frode elettorale.
- ^ Il nuovo governo comunista lo considerava troppo legato al Re e alla borghesia.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Traces of War.
- ^ a b c d e f g h i General.
- ^ a b c Axworthy 1991, p. 12.
- ^ Axworthy 1991, p. 14.
- ^ a b c Pettibone 2012, p. 41.
- ^ a b Craig 2004, p. 201.
- ^ a b c Axworthy 1991, p. 3.
- ^ a b c Pettibone 2012, p. 51.
- ^ a b c Bidwell 2012, p. 138.
- ^ a b c d Thomas 1998, p. 12.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Mark Axworthy e Horia Serbanescu, The Romanian Army of World War 2, London, Osprey Publishing, 1991, ISBN 1-85532-169-6.
- (EN) Anthony Beevor, Stalingrad, London, Penguin Books, 1999.
- (EN) R.L. Bidwell, Guide to Government Ministers: The Major Powers and Western Europe 1900-1971, London, Rotledge, 2012, ISBN 1-13627-281-X.
- (EN) William Craig, Enemy at the Gates: The Battle for Stalingrad, Ayers Point, Konecky & Konecky, 2004, ISBN 1-56852-368-8.
- (EN) Robert Forczyk e Howard Gerrard, Sevastopol 1942. Von Manstein’s triump, Botley, Osprey Publishing, 2008, ISBN 978-1-84603-221-9.
- (EN) Charles D. Pettibone, The Organization and Order Or Batte of Militaries in World War II: Germany, Imperial Japan, Allies, Co-belligerent & Puppet States, Trafford Publishing, 2012, ISBN 1-46690-350-3.
- (DE) Franz Thomas, Die Eichenlaubträger 1939–1945 Band 2: L–Z, Osnabrück, Biblio-Verlag, 1998.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mihail Lascăr
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Lascar, Mihail, su Traces of War, https://www.tracesofwar.com. URL consultato il 15 giugno 2018.
- Lascăr, Mihail, su General, https://www.generals.dk. URL consultato il 15 giugno 2018.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 47148933606754301888 · BNF (FR) cb170311515 (data) |
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