Michele Gervasio (Monteverde, 1877 – Torre a Mare, 5 dicembre 1961) è stato un archeologo italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Laureatosi in Lettere nel 1902 all'Università di Napoli con Ettore Pais, discutendo una tesi sulle guerre puniche, conseguì in seguito il diploma di perfezionamento in archeologia presso l'Università di Roma studiando con Emanuel Löwy e Federico Halbherr; proseguì gli studi ad Atene presso l'Istituto archeologico germanico sotto la guida di Karl Julius Beloch. Il 6 agosto del 1909 scoprì con Angelo Mosso e Francesco Samarelli il dolmen della Chianca, nell'agro di Bisceglie.
Dal 1909 al 1958 fu ininterrottamente direttore del museo archeologico di Bari. Tra il 1937 e il 1939 diresse alcuni scavi dell'antico villaggio di Canne, alla ricerca del luogo esatto dell'omonima battaglia, scoprendo un ossario ritenuto a lungo quello dei caduti del 216 a.C.[1], più tardi ritenuto come sepolcreto di epoca medievale[2]. Di diverso avviso Renato Russo che propende per la correttezza della originaria tesi del Gervasio[3] Numerosissimi i suoi saggi su riviste e giornali quali "Japigia" (di cui fu cofondatore e primo segretario di redazione), "Corriere delle Puglie", "La Gazzetta del Mezzogiorno". Oltre agli scritti su Canne, le sue opere più importanti sono il libro su I dolmen e la civiltà del bronzo nelle Puglie[4], il catalogo della pinacoteca provinciale di Bari (pubblicato da Laterza nel 1930) e la voce Canne nell'Enciclopedia dell'arte antica, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1959.
È il padre del compositore Raffaele Gervasio.
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]- Voce Curia in Dizionario epigrafico di antichità romane, Roma, Pasqualucci, 1907
- Per la storia delle legioni 15^ Apollinaris e 20^ Valeria Victrix, Roma, Ermanno Loescher & C., 1910
- I dolmen e la civiltà del bronzo nelle Puglie, Trani, Vecchi, 1913
- Il castello di Bari, Bari, Società editrice tipografica, 1927
- La pinacoteca provinciale di Bari, Bari, Laterza, 1930
- I rapporti tra le due sponde dell'Adriatico nella eta preistorica, Bari, Alfredo Cressati, 1934
- Scavi di Canne, Bari, Alfredo Cressati, 1939
- Canne della Battaglia, Bari, Ente Provinciale per il Turismo, 1956
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ ancora nel 1953, Giulio Giannelli, nel suo celebre Trattato di storia romana
- ^ Guida TCI
- ^ nella sua pubblicazione "realtà storica o abbaglio mediatico? La battaglia di Canne alla luce delle fonti classiche" riporta testualmente: "....giova ricordare che ai tempi degli scavi del Gervasio, alla vigilia della seconda Guerra Mondiale, fu rilevata la presenza di due scheletri per metro quadro, per un'estensione di circa 25.000 m² pari ai 50.000 morti di Canne, scheletri già friabili che l'alacre sterramento delle ruspe nei campi, unito alla forza degli agenti atmosferici, hanno finito per dissolvere."
- ^ recensione sul "Journal of Roman Studies"
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Pasquale Sorrenti, Repertorio bibliografico degli scrittori pugliesi contemporanei, 2. ed.,- Bari, Savarese, 1976, ad vocem
- Renato Russo, Realtà storica o abbaglio mediatico? La battaglia di Canne alla luce delle fonti classiche, - Barletta, 2008, Editrice Rotas
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- necrologio sull’”Archivio storico pugliese (PDF), su emeroteca.provincia.brindisi.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 5308197 · ISNI (EN) 0000 0000 6122 3479 · SBN BRIV005272 · BAV 495/100968 · LCCN (EN) no2004043227 · GND (DE) 1258416603 · BNF (FR) cb11108611q (data) · J9U (EN, HE) 987007307364705171 |
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