Mauro Checcoli | |||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Nazionalità | Italia | ||||||||
Altezza | 171 cm | ||||||||
Peso | 63 kg | ||||||||
Equitazione | |||||||||
Società | G.E.S.E., San Lazzaro di Savena | ||||||||
Palmarès | |||||||||
| |||||||||
Statistiche aggiornate al 2 gennaio 2011 | |||||||||
Mauro Checcoli (Bologna, 1º marzo 1943) è un cavaliere italiano, vincitore di due medaglie d'oro nell'equitazione ai Giochi olimpici di Tokyo 1964. Laureato in ingegneria, dopo la carriera sportiva, ha intrapreso l'attività di progettista architettonico.
Percorso di studi e ricerche
[modifica | modifica wikitesto]Laureato nel 1972 in Ingegneria civile edile presso l'Università degli Studi di Bologna. Premio CONI per la tesi di laurea. Ricercatore nell'Istituto di Urbanistica della Facoltà di Ingegneria dal 1972 al 1983. Premio CONI nel concorso “Il sole negli impianti sportivi” nel 1984. Responsabile di Corsi Universitari di specializzazione in impianti sportivi. Autore di pubblicazioni tecniche nel settore.
Attività sportiva
[modifica | modifica wikitesto]Inizia a praticare equitazione a 11 anni, nel 1954, presso il G.E.SE. di Bologna, di cui ha la tessera da oltre sessant'anni. Contemporaneamente, negli anni giovanili, pratica scherma, atletica (è stato campione regionale giovanile di salto in lungo) e pallacanestro (Moto Morini Bologna, arrivando anche alla serie A). A diciannove anni viene selezionato per la squadra nazionale di Concorso completo e sotto la guida del Marchese Mangilli partecipa alle Olimpiadi di Tokyo 1964 su Surbean vincendo la medaglia d'oro individuale e, con Paolo Angioni, Giuseppe Ravano e Alessandro Argenton, anche quella a squadre. Nel 1966 è campione italiano. Partecipa anche alle Olimpiadi del Messico nel ’68, ma non termina la gara a causa di un uragano tropicale che stravolge la regolarità della gara. Si prepara anche per Monaco 1972, ma perde Rosario, cavallo assai competitivo, poche settimane prima per un incidente di scuderia; il compagno di squadra Alessandro Argenton vince l'argento individuale con Woodland, che era stato terzo dietro a Rosario, montato da Mauro Checcoli all'ultima gara internazionale in Svizzera. Torna, ancora con Mangilli, alle Olimpiadi nel 1984 con Spey Cast Boy; dopo il cross è 5º individuale; commette un errore rocambolesco all'ultimo ostacolo della terza gara ed è settimo assoluto, mancando per un soffio un'altra medaglia dopo venti anni dalla prima. Ultima gara importante sono i Campionati Europei a Burghley (Gran Bretagna) nel 1985 ed è il migliore degli italiani in gara, decimo, sempre con Spey Cast Boy.
Attività dirigenziali
[modifica | modifica wikitesto]Presidente del CONI provinciale di Bologna dal 1978 al 1988 e membro del Consiglio Nazionale del CONI. È stato Presidente della Federazione Italiana Sport Equestri (F.I.S.E.) dal 1988 al 1996; Commissario straordinario della Federazione Italiana Medici Sportivi nel 1998 a seguito dello scandalo antidoping. Attualmente è anche Presidente dell'Accademia Olimpica Nazionale Italiana, Vicepresidente della Fondazione Onesti di Roma, Presidente della Fondazione Insieme Vita, Presidente dell'Associazione per il Microcredito Micro-Bò e di altre istituzioni di volontariato. È stato Presidente delle Terme di Porretta, della Produttori Sementi Bologna, della Virtus 1871 SpA, della società Edifici di Qualità Srl.
Attività professionale e imprenditoriale
[modifica | modifica wikitesto]Progettista di Architettura e Urbanistica in Italia ed in altri paesi, particolarmente nelle opere pubbliche quali scuole, servizi sociali ed impianti sportivi. Di particolare rilievo, fra i progetti realizzati dallo Studio: l'Unipol Arena (ex Palamalaguti) a Casalecchio, la Biblioteca della FAO a Roma, il restauro dell'Abbazia di San Giusto a Tuscania, il Palazzo dei Congressi di Cento, il Bocciodromo Federale di Roma, la nuova sede della Camera di Commercio a Bologna e vari altri importanti impianti sportivi, quali piscine, palasport ed impianti ippici. Insieme a Richard Meier e Piero Sartogo ha progettato la nuova Facoltà di Ingegneria a Bologna e il Piano Urbano di Bertalia-Lazzaretto a Bologna; sempre con Sartogo Architetti, la nuova Winery dei Marchesi Frescobaldi in Toscana. Di recente, con lo Studio ARCO ha vinto il Concorso Internazionale per la progettazione del Museo Ebraico Italiano a Ferrara, insieme con Scape S.p.A., Michael Gruber e Kulapat Yantrasast.
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Anno | Manifestazione | Sede | Evento | Risultato |
---|---|---|---|---|
1964 | Giochi olimpici | Tokyo | Concorso completo individuale | |
Concorso completo a squadre |
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Nel maggio 2015, una targa a lui dedicata fu inserita nella Walk of Fame dello sport italiano a Roma, riservata agli ex-atleti italiani che si sono distinti in campo internazionale.[1][2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Inaugurata la Walk of Fame: 100 targhe per celebrare le leggende dello sport italiano, su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
- ^ 100 leggende Coni (PDF), su coni.it. URL consultato il 20 dicembre 2017.
- ^ Collari d'oro 2015, su coni.it. URL consultato il 27 dicembre 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN, FR) Mauro Checcoli, su olympics.com, Comitato Olimpico Internazionale.
- (EN) Mauro Checcoli, su Olympedia.
- (EN) Mauro Checcoli, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- (IT, EN) Mauro Checcoli, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano.