Massimo Parisi | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 29 aprile 2008 – 22 marzo 2018 |
Legislatura | XVI, XVII |
Gruppo parlamentare | XVI: Il Popolo della Libertà XVII: - Forza Italia-Il Popolo della Libertà (fino al 23/09/2015) - Misto (dal 23/09/2015 al 24/09/2015) - Misto/ALA-MAIE (dal 24/09/2015 al 13/10/2016) - Noi con l'Italia-Scelta Civica per l'Italia-MAIE (dal 13/10/2016) |
Coalizione | XVI: Centro-destra 2008 XVII: Centro-destra 2013 |
Circoscrizione | Toscana |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Radicale Transnazionale (dal 2017) In precedenza: FI (fino al 2009) PdL (2009-2013) FI (2013-2015) ALA (2015-2018) |
Titolo di studio | Diploma di liceo classico |
Professione | Giornalista, editore |
Massimo Parisi (Firenze, 25 febbraio 1968) è un politico e giornalista italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Dal 1991 è giornalista pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti della Toscana.[1]
Deputato PdL e Forza Italia
[modifica | modifica wikitesto]Alle elezioni politiche del 2008 è candidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Toscana, nelle liste del Popolo della Libertà, venendo eletto deputato della XVI Legislatura.
Alle elezioni politiche del 2013 è ricandidato alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Toscana, nelle liste del Popolo della Libertà, venendo rieletto deputato della XVII Legislatura.
Il 16 novembre 2013, con la sospensione delle attività del Popolo della Libertà, aderisce a Forza Italia,[2][3] divenendo successivamente coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana.
Il 31 maggio 2015, in seguito ai risultati deludenti delle Elezioni regionali toscane, rassegna le dimissioni da coordinatore regionale del partito poco prima delle chiusura dei seggi elettorali in polemica con la direzione del partito.
Il 4 luglio seguente, insieme ai colleghi di Forza Italia Luca D'Alessandro, Monica Faenzi e Giovanni Mottola vota a favore della riforma Buona Scuola proposta dal governo Renzi nonostante la contrarietà del suo partito.[4][5]
Sostegno ai governi Renzi e Gentiloni
[modifica | modifica wikitesto]A fine luglio 2015 abbandona Forza Italia ed aderisce ad Alleanza Liberalpopolare-Autonomie (ALA), progetto di Denis Verdini che mira a raccogliere tutti quei parlamentari che vogliono abbandonare Forza Italia per entrare in maggioranza e sostenere il governo Renzi.
Per tale motivo il 23 settembre 2015 abbandona anche il gruppo parlamentare di Forza Italia alla Camera, per passare, assieme ad altri sette deputati ex FI che hanno aderito ad ALA (Ignazio Abrignani, Francesco Saverio Romano, Luca D'Alessandro, Giuseppe Galati, Giovanni Mottola, Monica Faenzi, Giorgio Lainati) al Gruppo misto; il giorno successivo costituisce con gli altri sei deputati di ALA la componente interna al gruppo misto "Alleanza Liberalpopolare Autonomie (ALA) - Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE)", sancendo così l'ingresso nella maggioranza parlamentare a sostegno del governo Renzi.
Il 13 ottobre 2016, infine, assieme agli altri sette deputati di ALA, abbandona il Gruppo misto per aderire al nuovo gruppo parlamentare di maggioranza "Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE", nato dall'unione di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, Scelta Civica di Enrico Zanetti e del MAIE.[senza fonte]
Nel novembre 2017 si iscrive al Partito Radicale Transnazionale.[6]
Procedimenti giudiziari
[modifica | modifica wikitesto]Accusato di finanziamento illecito nell’inchiesta P3, il 16 marzo 2018 viene assolto con formula piena mentre Denis Verdini viene condannato a 15 mesi.[7]
Nell'aprile 2013, nell'ambito di una inchiesta per truffa per una presunta indebita percezione di fondi per l'editoria, la Procura della Repubblica di Firenze emette un'ordinanza attraverso la quale la Guardia di Finanza sequestra beni per 12 milioni di euro alla società Settemari, Massimo Parisi e altre persone[8]. In seguito a questa inchiesta, il 2 marzo 2016 a Firenze Massimo Parisi viene condannato a 2 anni e mezzo di reclusione nel processo di I grado.[senza fonte]
Il 25 novembre 2014 viene indagato dalla Procura di Firenze insieme al collega Verdini con l'accusa di bancarotta fraudolenta in riguardo al fallimento della Società Toscana Edizioni, debitoria nei confronti del Credito Fiorentino di Verdini, avvenuto nel febbraio 2014: i due esponenti politici nel 2005 si sarebbero appropriati di 1,3 milioni di euro della società vendendo le quote della Nuova Toscana Editrice, controllata da loro al 40% e con un capitale di 62.000 euro[9]. L'11 aprile 2018 il PM Luca Turco ha chiesto una condanna a 3 anni per Verdini e 2 per Parisi.[10]
Il 13 settembre 2018, invece, il tribunale di Firenze ha condannato Massimo Parisi a 5 anni, tre in più rispetto alla richiesta dl pubblico ministero, mentre Denis Verdini è stato condannato sempre per bancarotta fraudolenta della Ste a 5 anni e mezzo. Per entrambi, i giudici hanno anche deciso l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Tre anni ciascuno per gli altri 3 imputati nel processo, tutti amministratori della Ste che pubblicava 'Il Giornale della Toscana': Girolamo Strozzi Majorca Renzi, Enrico Luca Biagiotti e Pierluigi Picerno. Anche per questi imputati è stata disposta l'interdizione dai pubblici uffici, ma entro un limite di cinque anni ciascuno. Nel maggio 2022 la Corte d’appello di Firenze conferma la condanna per Parisi e Verdini[11]. Il 28 novembre 2023 la Cassazione conferma la condanna per Verdini e Parisi[12].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Albo Nazionale dei Giornalisti - consultato il 22 marzo 2022, su odg.it. URL consultato il 22 maggio 2022 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2019).
- ^ XVII Legislatura - XVII Legislatura - Deputati e Organi Parlamentari - Composizione gruppi Parlamentari, su www.camera.it. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, su Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ Terremoto Forza Italia, Parisi rassegna le dimissioni da coordinatore Archiviato il 10 giugno 2015 in Internet Archive.
- ^ Parisi: "Troppo veleno, lascio l'incarico", su la Repubblica, 2 giugno 2015. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ Radio Radicale, Intervista a Massimo Parisi sulla sua iscrizione al Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, su Radio Radicale, 6 novembre 2017. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ Processo P3, condannato a 6 anni e 6 mesi Flavio Carboni. Un anno e tre mesi a Verdini per finanziamento illecito, su Il Fatto Quotidiano, 16 marzo 2018. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ Truffa allo Stato, sequestrati 12 milioni a Denis Verdini, in Corriere della Sera, 11 aprile 2013. URL consultato il 13 aprile 2013.
- ^ Nuova accusa di bancarotta per Verdini, su La Stampa, 25 novembre 2014. URL consultato il 15 ottobre 2022.
- ^ Editoria: pm,condannare Verdini a 3 anni, su ANSA, 11 aprile 2018. URL consultato l'11 aprile 2018.
- ^ Bancarotta Ste: la corte di appello conferma 5 anni e 6 mesi a Denis Verdini, su La Nazione, 3 maggio 2022. URL consultato il 4 ottobre 2023.
- ^ La Cassazione conferma 5 anni e 6 mesi a Verdini per bancarotta Ste, in Ansa, 28 novembre 2023. URL consultato il 29 novembre 2023.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Massimo Parisi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Massimo Parisi, su Camera.it - XVII legislatura, Parlamento italiano.
- Scheda sul sito della Camera dei deputati - XVI legislatura, su nuovo.camera.it. URL consultato il 30 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2011).
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