Mario Giuseppe Gomboli (Brescia, 18 luglio 1947) è un fumettista, sceneggiatore e illustratore italiano, noto soprattutto come soggettista e direttore responsabile, nonché editore, della serie Diabolik[1][2][3].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nato a Brescia, quando è ancora bambino la famiglia si trasferisce a Milano dove, quando è studente al Liceo Scientifico Statale “Alessandro Volta”, conosce un compagno di classe, Alfredo Castelli, con il quale collabora alla redazione del giornale scolastico Il pilone; Gomboli confida a Castelli che vorrebbe proseguire gli studi ma di avere ridotte disponibilità economiche e allora Castelli, che aveva incominciato a collaborare come fumettista con Astorina, casa editrice della serie gialla Diabolik, conoscendo la sua passione per i romanzi gialli, gli fa leggere alcuni albi e gli presenta le autrici ed editrici, Angela e Luciana Giussani, con lo scopo di farlo lavorare da soggettista. Gomboli nel 1966 inizia quindi a fornire alcuni soggetti iniziando una collaborazione con la serie che si protrarrà con qualche interruzione per tutta la vita; per Diabolik fornirà sempre e solo soggetti, senza scrivere mai sceneggiature.[1][4][5][6][2]
Nel 1967 inizia a collaborare con Maria Perego alle sceneggiature della serie televisiva Lupo Lupone e Cappuccetto a pois[2][1]. L'anno successivo, con Castelli, Marco Baratelli e Carlo Peroni, fonda la rivista satirica Tilt, edita da Florenzo Ivaldi. Nel 1969 scrive anche i testi per il Carosello della Rai e collabora ad alcune Fiabe sonore della Fabbri Editori; nello stesso periodo scrive soggetti per le riviste a fumetti Horror e Psyco, oltre alle sceneggiature per la serie nera di Genius, disegnata da Milo Manara[1][2].
Sempre con Castelli, nel 1972 collabora alla rivista Sorry. Intanto completa gli studi laureandosi al Politecnico di Milano in Architettura e fondando uno studio con altri, Arcoquattro, che realizzerà alcuni progetti per il Carosello della Rai che verranno premiati nel 1975 al Festival della fantascienza; in questo periodo, dal 1975 al 1977, è vicedirettore del Salone Internazionale dei Comics a Lucca. Collabora dal 1973 con la rivista francese Pif Gadget ideando alcune serie comiche come Zoo Pazzo, illustrate da Massimo Mattioli e la serie di Milo Marat[7] disegnata da Bonvi, che vengono poi pubblicate anche in Italia dal Corriere dei ragazzi[1][4] Esordisce poi come autore completo disegnando la serie Zoo Pazzo, che verrà pubblicata in volume da Rizzoli nel 1974, e lavorando come illustratore per diverse pubblicazioni come Cosmopolitan, Annabella, Topolino e L'Europeo fino al 1982, quando, dopo aver vinto un concorso per una cattedra di Composizione architettonica della Facoltà di Architettura di Algeri, si trasferisce in Algeria per un anno[1][4][2].
Ritornato in Italia, progetta il marchio di Retequattro per la Mondadori e riprende l'attività dello studio Arcoquattro, iniziando a lavorare a libri per l'infanzia per diversi editori producendo oltre un centinaio di titoli; in questo periodo inizia a collaborare con il mondo della pubblicità realizzando personaggi testimonial di alcune campagne pubblicitarie.[2][1] Nel 1989 collabora all'ideazione della rivista Airone Junior, cui poi collabora con articoli e illustrazioni[1].
Nel 1993 riprendere i contatti con la casa editrice Astorina ricominciando a scrivere soggetti per Diabolik e, dal 1994, ne diventa responsabile dei soggetti; dal 1999 diventa socio e direttore generale della stessa casa editrice; dopo la morte di Luciana Giussani, assume la responsabilità della gestione del personaggio e della testata di Diabolik[1][8][9][3][4][5][6][2].
Dal 26 giugno 2000 è giornalista pubblicista[10].
Nel 2023 realizzò con Fulco Pratesi il cartone dello Zecchino d'Oro 2023 I numeri
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i Mario GOMBOLI, su lfb.it, Fondazione “Franco Fossati”. URL consultato il 16 gennaio 2019.
- ^ a b c d e f g Lo zio di Diabolik, su TodoModo.club, 14 dicembre 2016. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2019).
- ^ a b Diabolik da record, festeggia le 800 copertine. E ora prepara lo sbarco in tv con Sky, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore. URL consultato il 17 gennaio 2019.
- ^ a b c d Mario Gomboli, su Romics.it, 23 luglio 2018. URL consultato il 17 gennaio 2019 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2019).
- ^ a b Mario Gomboli: "Un uomo capace di ferocia e dolcezza, ecco perché piace da oltre mezzo secolo", su Repubblica.it, 3 luglio 2017. URL consultato il 17 gennaio 2019.
- ^ a b Niccolò de Mojana, Una carriera diabolika. Intervista a Mario Gomboli, su Fumettologica.it, 4 aprile 2014. URL consultato il 17 gennaio 2019.
- ^ Gomboli dans Vaillant/Pif, su bdoubliees.com. URL consultato il 10 febbraio 2023.
- ^ Andrea Stella, Diabolik su tela, con Mario Gomboli a Comixando Art Area, su lospaziobianco.it, Lo Spazio Bianco, 31 dicembre 2015. URL consultato il 17 gennaio 2019.
- ^ Davide Occhicone, Diabolik in punta di penna: di sceneggiature e altro..., su lospaziobianco.it, Lo Spazio Bianco, 23 settembre 2008. URL consultato il 17 gennaio 2019.
- ^ Elenco iscritti, su odg.it, Ordine dei Giornalisti. URL consultato il 10 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2019).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gianni Bono, Guida al fumetto italiano, Milano, Epierre, 2003 [1994], SBN IT\ICCU\LO1\0759605.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 27093809 · ISNI (EN) 0000 0000 6643 0434 · SBN RAVV014380 · LCCN (EN) n87933422 · BNF (FR) cb120953470 (data) · J9U (EN, HE) 987007307184505171 · NDL (EN, JA) 00467313 |
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